Corriere della sera, 23-01-01

Anglicani, cattolici e musulmani si appellano alla Camera dei Lord

Clonazione, Chiese inglesi contro la legge

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

Alessio Altibieri

 

LONDRA — Tony Blair non s’aspettava certo una reazione così diffusa alla proposta di autorizzare la "clonazione terapeutica" di embrioni umani (con meno di 14 giorni di vita) per studiare la possibilità di combattere malattie come il morbo di Parkinson e quello d’Alzheimer. In fondo, il primo ministro britannico non aveva fatto altro che trasformare in legge la proposta di una commissione scientifica al massimo livello, e poi la legge era stata approvata alla Camera dei Comuni con quasi 200 voti di maggioranza. Malgrado qualche voce contraria, ancora una volta la ricerca britannica sarebbe stata all’avanguardia, grazie agli studi sulle cellule dell’embrione dette "staminali": il realismo degli anglosassoni non sarebbe stato offuscato, si pensava l’autunno scorso, da paure oscurantiste.
Invece, d’un tratto, s’è formata una coalizione che rischia di arenare il progetto di Blair. Un’inattesa alleanza di esponenti delle cinque fedi più diffuse della Gran Bretagna —anglicani, cattolici, ebrei, musulmani e Sikh — ha rivolto un pubblico appello alla Camera dei Lord, chiamata a un cruciale dibattito, per chiedere una pausa di riflessione.
E, inaspettatamente, ha ricevuto l’appoggio d’un largo spettro di indecisi: anche la baronessa Warnock, che negli Anni 80 guidò la prima inchiesta sulla fertilità artificiale e che in linea di principio è favorevole alla clonazione d’embrioni umani, chiede di rinviare l’entrata in vigore della legge: "Credo sia stato gravemente sottovalutato il fatto che molte persone sono davvero preoccupate, non dico in Parlamento, ma fuori, su tale nuovo passo". Perciò propone un pubblico dibattito: la fretta, dice non aiuta.
La sorpresa di Blair dev’essere doppia, poi, se si tiene conto che il premier è credente convinto, di confessione anglicana ma sensibile alla dottrina cattolica. Ma forse non ha calcolato che l’accorgimento parlamentare usato per permettere la donazione dell’embrione, cioè l’emendamento della legge che permette l’uso di embrioni per lo studio della fertilità era una scorciatoia per un tema, dicono gli esponenti religiosi, "di enormi implicazioni filosofiche ed etiche". Così non è stato difficile l’accordo tra l’arcivescovo di Canterbury, George Carey, e gli altri quattro leader religiosi.
L’arcivescovo cattolico di Westminster, Cormac Murphy-O’ Connor, di cui è appena stata annunciata la nomina a cardinale, ha concesso che "non è intenzione di alcun Parlamento procedere alla donazione umana", ma ha ripetuto i dubbi già espressi dal Vaticano: "Qui abbiamo a che fare con qualcosa che tocca la vita umana alla primissima fonte".
L’opposizione dei Lord, nonché il mutato clima nel Paese, rendono ora difficile che la legge sia approvata entro le prossime elezioni, che secondo le previsioni Blair potrebbe indire per aprile o maggio. L’opinione pubblica è spaventata, non meno di coloro che dovrebbero formarla: dopo la nascita di Andi, la prima scimmia geneticamente modificata, il Daily Telegraph ha chiesto il parere di sette filosofi e ha avuto risposte amareggiate: il linguista americano Noam Chomski dice che "stiamo arrivando al punto in cui si sollevano gravi dubbi sull’intromissione nel mondo vivente", l’inglese Roger Scruton ha "l’orribile visione d’un futuro in cui non ci saranno più giovani, se non quelli fabbricati dai geriatri bionici che tutto controllano", e Richard Rorthy, dell’Università di Stanford, non si fa illusioni sulle regolamentazioni: "Mi aspetto ogni genere di strambi esperimenti nel mondo".


LA SCELTA DI BLAIR


LA PROPOSTA
L’estate scorsa il governo inglese di Tony Blair approvò il rapporto Donaldson sulla clonazione umana a fini terapeutici ma destinò la scelta sulla legalizzazione al Parlamento. Lo scorso dicembre la Camera dei Comuni votò a favore: 366 voti contro 174 contrari


LE REGOLE
Le regole inglesi sulla clonazione umana prevedono la possibilità di utilizzare a fini di ricerca gli embrioni in sovrannumero prodotti con le tecniche di fecondazione assistita. Ma prevede anche la possibilità di creare embrioni, attraverso la donazione, appositamente per la ricerca. Questo ultimo punto non è previsto dal regolamento approvato negli Usa l’estate scorsa e non è nemmeno in discussione in Italia