Preistoria

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I ritrovamenti preistorici consentono di dimostrare come il territorio italico sia stato abitato fin dal periodo paleolitico inferiore: a tale epoca sono infatti attribuibili molti utensili litici, specialmente amigdale, rinvenuti nel corso delle ricerche compiute a Torre in Pietra (Roma), a Venosa (Potenza), al monte Conero (Ancona), in Emilia, nel Veneto e in altre località della penisola. Più numerosi i resti attribuibili al successivo periodo del paleolitico medio, in cui fecero apparizione anche in Italia individui della razza di Neandertal, di cui si sono trovati resti scheletrici frammentari in Puglia, al monte Circeo e nel Lazio. Strumenti di quest'epoca sono stati rinvenuti in prevalenza nelle grotte, nel Veneto, in Liguria, in Campania, in Puglia. Di particolare interesse le impronte dell'uomo di Neandertal nella grotta della Basua, in Liguria. Molto copiosi sono anche i resti del paleolitico superiore, rinvenuti soprattutto in Puglia, in Campania, nel Lazio, in Toscana, in Liguria e nel Veneto. A quest'epoca sono assegnabili anche alcune manifestazioni d'arte rituale, quali i graffiti della grotta dell'Addaura in Sicilia, le raffigurazioni parietali di Levanzo (Egadi) e della grotta del Romito (Cosenza), nonché le statuette muliebri, dette veneri paleolitiche, di Savignano sul Panaro (Modena), di Chiozza (Reggio nell'Emilia) e del Trasimeno. Dopo un periodo relativamente breve di transizione, con tracce sparse di culture mesolitiche, anche in Italia ebbero notevole diffusione varie correnti neolitiche, per lo più di provenienza dal Mediterraneo orientale e dal bacino danubiano, che diedero vita alle culture della ceramica impressa e dipinta dell'Italia meridionale e insulare, a quelle del vaso a bocca quadrata e a quella della Lagozza, particolarmente diffuse nell'Italia del Nord. Dopo il periodo relativamente breve che vide, con l'apparizione degli utensili di rame, la diffusione della cultura eneolitica del vaso campaniforme, di estrazione iberica, fiorirono le varie culture dell'età del bronzo, che vide al Nord il grande sviluppo degli insediamenti palafitticoli e terramaricoli, lungo la penisola le civiltà d'origine pastorale e al Sud la crescente influenza del mondo culturale egeo. Alla fine dell'età del bronzo si diffuse il rito funebre dell'incinerazione, che s'accompagnava all'evoluzione della metallurgia. Specialmente nell'Italia settentrionale diversi complessi etnici tramandarono la loro civiltà attraverso vaste necropoli, quali quella di Golasecca, quelle villanoviane e quelle atestine, distribuite tra Lombardia, Emilia e Veneto. Parallele a queste culture fiorirono lungo la penisola altre manifestazioni non meno importanti, quali la cultura picena, quella campano-sannita, quella bruzio-lucana e quella apula, nonché quelle della Sicilia, di cui rimangono eloquenti tracce in vaste necropoli, scavate nella roccia, e nei prodotti vascolari, spesso di importazione greca. È solo con l'età del ferro che possono individuarsi vari aggruppamenti in cui sono ravvisabili i popoli dell'Italia preromana con una loro peculiare fisionomia: a NO i Liguri, a NE i Veneti, gli Etruschi nella zona corrispondente all'attuale Emilia-Toscana, quindi le popolazioni propriamente dette italiche (Umbri, Sabini, Latini, Equi, Volsci, Sanniti, Campani, Lucani, Bruzi, ecc.) nella zona centromeridionale, Iapigi nella Puglia, Siculi e Sicani in Sicilia, Sardi in Sardegna.