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Il turista che seguendo la SS 308 di Fondovalle Taro si avvicina al Comune di Valmozzola, può ammirare alla sua sinistra sull’opposta sponda del fiume il piccolo borgo di Pietramogolana , stretto intorno ai resti della rocca che si erge sulla nera roccia ofiolitica, che anticamente segnava il confine tra Parma e Piacenza. In corrispondenza, sul lato destro, su una costa che domina la foce del Torrente Mozzola, sta un gruppo di case in pietra detto Scorza, ultima tappa in territorio parmigiano per chi, fino agli inizi dell’800, percorresse l’antica via che, snodandosi in gran parte sullo spartiacque Ceno-Taro, qui scendeva sul fondovalle per proseguire verso Borgo Val di Taro e indi verso Genova. Deviazione 1. Lasciato il territorio di Pietramogolana (da sempre legato a Valmozzola per ragioni storiche, geografiche, religiose e culturali) e passato il ponte sul Mozzola, è possibile recarsi, tramite la SP 42 per Varsi, al dirupato poggio panoramico di Ossella, caratteristica località che guarda la stretta imboccatura della Val di Mozzola ; conserva una chiesetta e un notevole edificio a corte circondato da mura e di origini rinascimentali. Da Ossella, seguendo la provinciale fino alle porte di Rovina indi scendendo alla confluenza del Mozzola col Rio Verzese, è possibile raggiungere il rustico ed antico abitato di Dongola. Ritornando sul nostro itinerario, noto nei tempi, si incontra oggi Stazione di Valmozzola (già chiamata Bocca di Mozzola), frazione sviluppatasi in funzione della costruzione della linea ferroviaria Parma - La Spezia e del tuttora dismesso scalo passeggeri e, soprattutto, merci utilizzato dalle popolazioni delle Valli del Mozzola e del Ceno. Un tempo sede di importanti fiere annuali che richiamavano innumerevoli visitatori, la frazione conserva la vecchia osteria a cui è annessa una ghiacciaia circolare in pietra. Sono tristemente noti i fatti qui avvenuti nel 1944 in seguito al celebre assalto al treno da parte di un gruppo di partigiani, e conclusisi con la fucilazione per rappresaglia di diversi giovani prigionieri nel luogo detto Campo della Fiera, presso l’attuale chiesa. Appena usciti da Stazione, salendo per un breve tratto dal fondovalle verso il monte, seguendo l’indicazione stradale, si può raggiungere Spiola, località che conserva interessanti costruzioni in pietra, il cui nome, riscontrato in documenti del sec. XV come sede di notai, deriva dal toponimo Monte Spinola, oggetto della celebre lite sorta fra le Pievi di Varsi e di Fornovo nel sec. IX e termine di confine dell’antico territorio piacentino. Proseguendo sulla SS 308 Fondovalle il viaggiatore, presso la frazione Cà di Bada, trova una piscina con locale di ristoro e un campeggio attrezzato ;da qui è possibile una gradevole escursione sul tratto originale dell’antica Via del Taro, fino ai Filagni, corte rinascimentale degli Sforza-Fogliani, Marchesi di Valmozzola.

A questo punto il turista più curioso può proseguire il suo viaggio riprendendo la Via del Taro seguendo le indicazioni stradali per Lamino e Branzone, in prossimità di una vecchia cava di talco. Da qui, attraversando i suggestivi terrazzi fluviali del Taro, si arriva all’antica località di Calcaiola, dove sorge un edificio di notevole interesse chiamato dalla gente del luogo il Monastero ; vi esiste anche un oratorio medioevale ormai diroccato, già intitolato a San Quirico e ora a Sant’Enrico.

Oltrepassata questa frazione si scende nel greto del Taro presso una grande roccia affiorante dalle profonde acque del fiume detta il Tornadore, sede di un insediamento databile all’Età del Bronzo.