Babyface

Originariamente pubblicato sui numeri 3 e 4 di Weekly Shonen Jump (Shueisha) nel 1992, il breve manga Baby Face ha potuto godere anche di un'edizione italiana, essendo stato incluso in un albo a tiratura limitata distribuito dalla casa editrice Planet Manga in occasione di alcuni incontri con i lettori ed oggi purtroppo scarsamente reperibile.

Baby Face (il sottotitolo dell'edizione italiana è "fin troppo affettuoso, fin troppo freddo") e' uno dei primi esempi di manga piu' adulto datoci da Takehiko Inoue. Benche' infatti l'autore non disedegni qualche ammicco al lettore meno smaliziato (tra gli amici del protagonista sono ben riconoscibili i membri dell'Armata Sakuragi :-), il target dell'opera appare decisamente piu' elevato di quello ad esempio di Slam Dunk.

Riconoscibilissima ad esempio e' l'influenza che Inoue subisce da uno dei grandi vecchi del fumetto "adulto" giapponese, ovvero Ryoichi Ikegami, piu' sul piano della narrazione che su quello del disegno (anche se certi accenni Ikegamiani già si possono intravedere, e diventeranno lampanti in Vagabond").

Due parole sulla storia: il manga e' la "tragedia solitaria di un killer a pagamento", cosi' come riportato nella nota conclusiva a margine dell'ultima pagina dell'edizione italiana. "Baby Face" e' il soprannome (azzeccatissimo) dato a un killer a pagamento, giovanissimo ma già molto esperto, che dopo l'ennesimo lavoro portato a buon fine deve trasferirsi in un'altra zona.

Qui "Baby Face" vive un mese tranquillamente, si fa degli amici (l'Armata Sakuragi, appunto :-)) e... trova anche l'amore. Spinto dagli amici si fa infatti avanti con una ragazza, commessa in un negozio, con la quale, vinta la precendente timidezza, riesce ad ottenere un appuntamento.

Sfortuna vuole però che proprio il 24 dicembre, giorno dell'appuntamento, e persino alla stessa ora, al ragazzo venga assegnato un nuovo lavoro: un omicidio proprio nel palazzo dove i due giovani si sarebbero dovuti incontrare.

Così Baby Face, ricordandosi di essere una pedina fondamentale dell'organizzazione, è costretto ad anteporre il dovere al piacere.

Il ragazzo, senza riuscire a trattenere le lacrime, consapevole che dopo l'omicidio avrebbe dovuto ricominciare ancora tutto da capo in un'altra zona, abbandonando sia gli amici che la ragazza, sale con l'ascensore fino al sesto piano, e svolge il suo lavoro con la massima professionalità.

Si conclude così la tragedia solitaria di un killer a pagamento, un adulto con la faccia di bambino impossibilitato a vivere una vita normale.

Baby Face è uno splendido racconto per immagini, un ottimo esempio di tecnica narrativa al servizio di una storia di sicura presa per i sentimenti dei lettori.

Il disegno, considerando che siamo ancora nel 92, con un Inoue poco piu' che esordiente, riesce a sorprendere, mostrandoci un tratto gia' molto maturo, anticipatore di quello che vedremo anni dopo in manga come Piercing o anche Vagabond.

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