Long John Silver e gli altri: 

scritti di Bjoern Larsson

"Siamo nel 1742. Ho vissuto a lungo. Questo non me lo può togliere nessuno. Tutti quelli che ho conosciuto sono tutti morti. Alcuni li ho mandato io stesso all’altro mondo, se poi esiste.”

Comincia  così la magistrale “Vera Storia del Pirata Long John Silver”(Iperborea,1998),  di Bjoern Larsson, degna continuazione dell’ “Isola del Tesoro” di Robert Louis Stevenson.

Provate a prendere il personaggio più affascinante del più fantastico romanzo di mare, di tesori e pirati, vale a dire Long John Silver; fategli scrivere le  memorie da un rifugio nel Madagascar dove si ritira, ricco sfondato, a vivere gli ultimi giorni; aggiungeteci una documentazione straordinaria sulla storia della pirateria (citata nel Post Scriptum) e spingete la narrazione per 488 pagine ricchissime di colpi di scena, sorprese e approfondimenti sulla psicologia del pirata imbarcatosi a Bristol sull’Hispaniola sotto le mentite spoglie di marinaio-cuoco, già quartiermastro dei capitani di navi pirata England, Taylor e Flint: avrete un libro indimenticabile,  di certo  il più ricco, avvincente ed  ispirato tra i lavori dell’autore svedese, che di storie affascinanti ambientate nel mare ne ha scritte più d’una. 

Nel 2000, infatti, viene pubblicato in Italia, sempre da Iperborea, il “Cerchio Celtico”, storia dalle fosche tinte di trame internazionali sui mari rischiosi che dalla Bretagna si  allungano sino al Baltico, testimoniate da un velista sui generis che si trova regolarmente nei posti sbagliati durante le burrasche più pericolose e i traffici più inconfessabili. 

E’ del 2001, invece, il “Porto dei Sogni Incrociati”, ambientato in una serie di approdi dalla Biscaglia alla Danimarca, senza dimenticare, naturalmente, la Bretagna e l’Irlanda, luoghi prediletti del fantasticare marinaro dello scrittore svedese. In quest’ultimo lavoro l’autore, esperto velista (ve ne accorgerete nel “Cerchio Celtico”) e normalmente molto ben documentato,  pecca di una certa faciloneria nella descrizione della vita in una nave da carico. A suo dire, infatti, bastano un capitano (che nella storia è l’accattivante protagonista e si chiama Marcel), il primo di coperta, due marinai ed un macchinista a formare l’equipaggio di una nave da carico di “diverse migliaia di tonnellate”: nemmeno nei sogni più folli del più avido degli armatori si è mai riuscito a tanto. Una nave con un equipaggio così striminzito  andrebbe a sbattere contro il primo scoglio appena dopo poche ore di navigazione. Sono cose che i velisti, e Larsson è uno di loro, di solito non sanno. Il mondo delle barche bianche da  diporto e quello delle navi nere da carico non si parlano: chi naviga di solito d’estate parla poco con chi va per mare anche d’inverno, e nel “Porto dei Sogni Incrociati” si vede. Altrimenti il macchinista Edward non  proporrebbe al capitano di cambiare da solo la camicia di un motore alto come un condominio di tre piani…..Ma, a pensarci bene, questo è una storia più di porti che di navi, dei porti come metafore “dell’incertezza e dell’ambivalenza”. Queste ultime parole sono tratte dalla bella postfazione  di Paolo Lodigiani, che ha curato pure la stimolante postfazione del “Cerchio Celtico”. Da non perdere nemmeno l’introduzione  a “Long John Silver” di Roberto Mussapi:  sono scritti che prolungano il piacere di leggere le belle storie mare di Larsson.

 

Antonino Rallo, agosto 2004

 

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