Il grande Eunuco

I Cinesi e la mancata scoperta dell'America

  Antonino Rallo, maggio 2001

L'ammiraglio Zheng He, musulmano, fu il più geniale navigatore del primo dei quasi tre secoli della dinastia Ming, iniziata nel 1368. Nel 1403 l'Imperatore Zhu Di aveva ordinato la costruzione  di una flotta di grandi giunche imperiali, che includeva navi mercantili, da guerra e a scopi diplomatici, le cosidette "navi dei tesori". Nello stesso anno l'Imperatore mise al comando della enorme flotta (317 navi con 28.000 soldati a bordo) lo stesso   l'ammiraglio Zheng He,  suo amico fraterno, ordinandogli di partire per il primo di sette viaggi nell'Oceano Indiano, assieme ad altri viaggi spettacolari che raggiunsero le coste Orientali dell'Africa, il Mar Rosso, oltre che il Giappone e la Corea, allo scopo di  stabilire, dimostrare o anche mantenere la superiorità politica e culturale dell'Impero Celeste nei confronti delle popolazioni visitate.

Il settimo viaggio (300 navi e circa 27.500 uomini) durò dal 1431 al 1433. Oltre ai porti di Champa e Java, la flotta visitò Palembang, Malacca, Semudra, Ceylon e Calcutta. I cinesi costrinsero il re di Siam a smettere di minacciare il il regno di Malacca. Da Calcutta, una parte della flotta continuò il viaggio costeggiando l'Africa orientale sino a Malinidi e commerciando sul Mar Rosso.E' probabile che molti dei marinai cinesi abbiano visitato la Mecca. Zheng He, che era probabilmente rimasto a Calcutta, morì nel viaggio di ritorno e fu seppellito in mare. Al ritorno della flotta, meno di un trentennio dalla prima grande  spedizione oceanica, i Cinesi decisero di porre fine ai viaggi di esplorazione, ritirarono le loro navi dai mari stranieri e proibirono i traffici privati di lungo corso.

Incomprensibili beghe di corte portarono ad una delle più importanti decisioni della storia moderna, che avrebbe fatto pendere  a favore degli occidentali   la bilancia del  dominio mondiale.

L'orientalista Maurizio Brunori, che sul tema dei grandi viaggi di esplorazione cinesi ha pubblicato da Einaudi nel 1998 il romanzo "Il Grande Eunuco e la sua flotta", fa fare  ad un amareggiato Ammiraglio Zheng He queste considerazioni: "Se l'impero mette le sue navi oceaniche in disarmo, i primi a gioirne saranno i pirati, di ogni risma e di ogni paese. Essi torneranno a fare razzie, fuori dalle nostre acque territoriali e dentro di esse....Così avremo regalato i nostri mari ai  vicini, che saranno liberi di usarli contro di noi. E non soltanto a loro. Come noi, costruendo legni sempre più grandi, perfezionando le tecniche ed aumentando l'audacia, ci siamo spinti sempre più a ovest, così i marinai e soldati occidentali, puntando a oriente, finiranno per approdare alle nostre coste. O vogliamo credere che soltanto noi siamo capaci di attraversare gli oceani?"

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per saperne di più:

Luise Levathes,When China Ruled the Seas, (Oxford University Press, 1994);

Maurizio Brunori, Il Grande Eunuco e la sua flotta,(Einaudi, 1998)

Jean Johnson, Should the Ming End the Treasure Ship Voyages?,(Università di NewYork,1998), http://www.askasia.org/frclasrm/lessplan/l000069.htm

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