Giallo-rossiccio

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Lo scongiuro

Antonino Spadaro

1938

 

Fin dalle prime ore della notte il vento di ponente e maestro aveva cominciato a mettere l'allarme nelle famiglie dei pescatori, tanto che i pochi di questi, i più anziani, che si trovavano in paese avevano di già provveduto a tirare a secco le barche a remi il più lontano possibile dal mare il quale, a poco a poco, andava assumendo un tono minaccioso.

Gli altri, i più validi, erano andati qualche giorno prima, sui motopescherecci, a pescare sardelle e sgombri nei ricchi banchi che si trovano disseminati presso la costa africana e, quindi, a molte miglia dai luoghi di rifugio

Sul far del mattino il vento era cessato quasi di colpo. Però il cielo s'era coperto di uno strano ammasso di nuvole dalle forme ancor più strane. Le nubi e l'aria e tutte le cose avevano preso una tinta giallo-bruna che dava un aspetto affatto rassicurante.

Qualche vecchio, passando frettoloso, preannunciava burrasca. Le donne si affacciavano all'uscio di casa con le cere sconvolte e imploravano per la salvezza dei loro cari lontani.Ad un certo momento tre o quattro folate di vento fortissimo; quegli ammassi di nuvole, diventate del color del piombo, s'abbassano e, spinti da violente raffiche, cominciano a rotolare come enormi valanghe, dalla montagna verso il mare.

All'urlo del vento che incalza sempre più impetuoso s'unisce lo scrosciare della pioggia e il tambureggiare del nevischio.

La vista resta impedita dalla furia degli elementi. A pochi metri non si discernono che ombre; mentre a render ancora più terrificante la scena interviene il mugghìo del mare che s'è ingrossato paurosamente.

Donne e fanciulli scappan fuori dalle abitazioni; corrono verso la spiaggia, le braccia levate, ammollati di pioggia; col terrore negli occhi

chiedendo aiuto per i congiunti che sanno in pericolo, laggiù, sul mare aperto.

Entrano in chiesa e pregano e piangono. Poi ne escono quasi subito per rientrarvi, atterriti; e, con lamenti e con grida, invocano con parole sconnesse, Dio, i Santi; mentre le campane suonano rintocchi lenti e lugubri.

Al vento, all'acqua, al nevischio, al mare s’aggiungono i boati dei tuoni, il sinistro bagliore dei lampi e lo scoppio più vicino di qualche fulmine.

Dalla montagna scendon torrenti di acqua e di fango che sfociano in mare e le onde, divenute di color giallo rossiccio assumono un aspetto ancora più tragico.

Pioggia, nevischio, nebbia, spruzzi d'acqua marina, sollevati dal vento, riddano vorticosamente, si fondono insieme, ottenebrano ogni cosa...

Fortunatamente, dopo alcune ore la tregenda diminuisce d'intensità. Il vento cambia direzione; cessa la pioggia, l'orizzonte si rischiara alquanto.

La folla estenuata e fradicia d'acqua e di pianto -specie le donne e i fanciulli - si riversa nella spiaggia aguzzando gli sguardi se mai arrivi a scoprire, oltre Punta Basano, in mezzo ai marosi, uno scafo, le cime degli alberi di un motopeschereccio.

Nulla...nulla...

Dai cumuli di nuvole nere, intanto, a qualche miglio di distanza, ad oriente, s'abbassa sul mare, fino a raggiungerlo, come un'appendice, dapprima quasi impercettibile che, poi, via via va ingrossando. Una tromba marina, quasi ad aumentare il non cessato panico, va spostandosi proprio verso il punto donde si aspettano le imbarcazioni, verso sud.

Allora da cento bocche, ancor più atterrite, vien fuori un grido solo:

- Tagliala!... Tagliala!... 'U 'zu Gaspare... Subito! Subito! Che la tagli! Chiamatelo!...

Portato quasi a braccia, ecco che dopo qualche istante appare, sopra il muraglione prospiciente il mare, il vecchio novantenne, lo 'zu Gaspare.

Ha sul capo uno stinto berretto di lana nera fatto ad uncinetto, orlato da una greca rossa; il volto solcato da profonde rughe incallite dalla

salsedine, occhi grandi ed infossati, quasi sepolti da due foltissime sopracciglia grigiastre; un grosso paio di baffi che avrebbero dovuto esser candidi ma sono invece giallicci, specie sotto le nari, dal tabacco da fiuto; da i lobi degli orecchi pendono due cerchietti d'oro. E' alto e, malgrado l'età, ancora eretto nella persona, anche se le gambe non rispondono più tanto.

Al suo apparire, tutti tacciono religiosamente. Nel silenzio, solo il rombo dei marosi che si frangono sulle scogliere ed il caratteristico scroscio della tromba marina che ha il fragore di una cascata.

'Zu Gaspare è lì. Inizia il rito che servirà a tagliare la tromba. Ecco: ordina ad uno che gli sta vicino di portargli un pugno di terra, ad un altro, un pezzettino di canna e un coltello; cosa che i due fanno con la maggiore rapidità possibile.

Il celebrante situa sul ciglio del muraglione quella terra a mo' di Calvario; taglia tre listelle di canna intrecciandole sì da formarne due croci e le pianta, con far pien di mistero, su quel monticello. Indi, ispirato, si toglie il berretto, lo rivolta e lo posa, così rovesciato, sul suo cranio lucido; volge gli occhi simultaneamente, e per tre volte, al cielo, alla tromba; leva le mani ossute e tremanti in alto, come un àugure antico. Poi segna, sempre in direzione del pericolo, per tre volte, con fare ieratico, una gran croce nell'aria, mentre dalla bocca gli vengon fuori strani suoni incomprensibili, terminanti in esse ed in emme misti a brani di preghiere ed a nomi di santi.

Ora taglia ...Con un ampio gesto, muove il braccio, teso orizzontalmente, da sinistra a destra con gravità, in parte studiata, e la mano aperta a guisa di lama tagliente.

La... solennità del momento tiene in tutti l'animo sospeso e gli sguardi ansiosi vanno dall'officiante alla colonna d'acqua...

La cerimonia dura ormai da più di mezz'ora e, intanto, spostatosi di alcuni chilometri, il vortice va assottigliandosi, diminuendo di intensità per effetto delle correnti d'aria, le stesse che lo avevano prima prodotto e che ora vanno scemando di violenza. La tromba marina s’è staccata dal mare e ritorna ad essere una sottile appendice che lentamente scompare tra le nubi.

Il miracolo è fatto. Lo scongiuro ha avuto il suo esito felice. Quella piccola folla, allibita, emette un sospiro di sollievo...

- L'ha tagliata!... L'ha tagliata!... Non ne ha mai lasciato passare una!...'Zu Gaspare gira attorno lo sguardo per vedere l'effetto prodotto sugli astanti, della sua potenza. I suoi occhi brillano di soddisfazione...Poi, quasi un trionfatore, viene riaccompagnato a casa da quello stuolo di ammiratori.

Verso sera, la radio costiera comunica a questa stazione che tutti i motopescherecci sono incolumi; che alcuni si sono rifugiati nei porti africani e che altri sono in rotta verso casa. Dissipate le nubi, tremolano in cielo le prime stelle. Il mare comincia a rabbonirsi. Nelle umili case ritorna la tranquillità, la pace.