"Il Lambrusco"- ha
scritto Curzio Malaparte in una bella pagina intitolata "Lambrusco
e libertà"- non solo è il vino più garibaldino del mondo, come
ebbe a dire Filippo Corridoni, ma il più generoso, il più libero, il
più italiano fra tutti i vini italiani." E Paolo Monelli, noto
ghiottone e ottimo bevitore, che da buon modenese ed ex-alpino, di vini
se ne intende, così lo descrive: "Il Lambrusco è il vino che Dio
fece: è un vino aspretto, vispo, ardito e brioso, bravissimo a
spazzolare via dallo stomaco l'eccesso dei grassi e dei condimenti... E'
un vino di modesto grado alcolico, sì che se ne può bere a volontà
senza timore che i fumi vadano alla testa, e appena versato mette fuori
una schiuma violacea che subito si dilegua, se il vino è genuino. Ha un
colore sfavillante di rubino e l'ardore delle viole mammole; anzi è la
prima virtù che gli assaggiatori cercano nel lambrusco, se ha la
viola." Il vino che predomina come quantità
nella provincia di Parma è il celebre "Lambrusco", diffuso in
tutta l'Emilia occidentale, ma che a Parma è il frutto di una
particolare selezione, dovuta alla paziente cura di appassionati
viticoltori. E' un vino rosso-scuro, generoso e sàpido, leggermente
asprigno, con profumo di mammola e di moderato tenore alcolico:10-11
gradi.
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