AMBULATORIO DI ENDOCRINOLOGIA - CENTRO OSEOPOROSI - U. O. DI MEDICINA INTERNA

OSPEDALE " BUSACCA" - SCICLI ( RG)

 

OSTEOPOROSI

Questo opuscolo è stato realizzato per fornire informazioni utili alla prevenzione ed alla cura dell’osteoporosi soprattutto alle donne.

Pertanto per prevenire questa temibile malattia è necessario conoscerne: le manifestazioni, le cause, le condizioni a rischio, le possibilità diagnostiche ed i provvedimenti utili da assumere per tempo.

 

CHE COS’E’:

L’osteoporosi è una malattia che colpisce tutto lo scheletro, caratterizzata da perdita di tessuto osseo e dalla distruzione della normale struttura dell’osso ( che diventa pertanto "poroso" da cui il termine "osteoporosi".

L’osteoporosi è una malattia silenziosa, poiché all’inizio non provoca sintomi rilevanti: purtroppo il primo episodio rilevatore della malattia è proprio la frattura che compare quando la patologia è già in fase avanzata e quando è più difficile intervenire efficacemente.

L'osso non è una struttura compatta ed immutabile, ma un tessuto vivo che si rinnova continuamente. Il continuo processo di rinnovamento (rimodellamento osseo) comprende una prima fase di distruzione ed una seguente fase di ricostruzione delle strutture microscopiche dell'osso.

Nel tessuto osseo sono presenti due tipi di cellule, una addetta alla distruzione (osteoclasta) e l'altra alla costruzione di sostanza ossea (osteoblasta).

Durante tutta la vita si verifica un continuo lavoro di "rimodellamento osseo". Nell'adulto sano, fino al 40° anno di età circa, alla fine del processo verrà ricostruita la stessa quantità di osso che era stata distrutta e lo scheletro avrà riacquistato la sua massa iniziale. Dopo i 40-45 anni l'osso che è stato distrutto non viene del tutto ricostruito e si ha pertanto una diminuzione della massa ossea che nel tempo porta al rischio di fratture.

Nelle donne nei primi anni dopo la menopausa, questa perdita (osteoporosi post-menopausale) avviene in maniera molto più rapida ed espone lo scheletro femminile al rischio di fratture già in età ancora relativamente giovane (55-60 anni). Ciò è dovuto alla perdita della funzione ovarica determinando la scomparsa della produzione di estrogeni.

L'osteoporosi è una delle complicanze più importanti della menopausa.

COME SI MANIFESTA. LE FRATTURE

Le fratture da osteoporosi colpiscono in prevalenza tre distretti scheletrici:

Anche le fratture dell'omero, del bacino e delle coste devono essere considerate tra quelle causate dall'osteoporosi.

Le fratture del polso e della colonna vertebrale sono tipiche dell'osteoporosi post-menopausale, quelle del femore dell'osteoporosi senile.

Le fratture vertebrali sono le più frequenti. Possono verificarsi anche spontaneamente senza bisogno di trauma. Spesso si accompagnano ad una violenta sintomatologia dolorosa che dura alcune settimane. Altre volte invece la donna si rende conto solo casualmente di avere avuto delle fratture vertebrali misurando la propria altezza, che risulterà ridotta anche di diversi centimetri. Lo schiacciamento di più vertebre comporta il progressivo piegamento in avanti e la comparsa di una cifosi (la cosiddetta gobba) sempre più evidente, causa a sua volta, di un dolore cronico estremamente invalidante. Queste fratture non sono sempre collegate a cadute, ma possono essere causate da carichi di compressione dovuti a movimenti banali, quali una flessione, un sollevamento di un peso o un semplice cambiamento di posizione.

Le fratture di femore sono quelle più pericolose perché spesso si complicano. Comportano dolore, invalidità, ospedalizzazione e necessita quasi sempre dell'intervento chirurgico. Si verificano per lo più in età avanzata e perciò il recupero è più lento e spesso incompleto. Sono dovute quasi sempre ad una caduta che in un terzo dei casi si verifica in casa e per dei motivi veramente banali: alzarsi dalla sedia o dal letto, scivolare sul pavimento lucidato, inciampare in tappeti o nei gradini di una scala, ecc.

QUALI SONO LE CAUSE

Una delle cause più frequenti è la carenza di estrogeni come si ha in quelle donne che hanno subito l'asportazione totale delle ovaie ( gli organi principali dove vengono prodotti gli estrogeni), in quelle con tardiva comparsa del ciclo mestruale (dopo i 15 anni), nei lunghi periodi di amenorrea (assenza dei cicli mestruali) dovuti ad esagerato esercizio fisico o a scarsa alimentazione e nella menopausa precoce.

La menopausa è un fattore di rischio per l'osteoporosi e spiega la maggiore presenza della malattia nelle donne. La menopausa accelera la perdita di osso che sarà ancora più grave se sono presenti altri fattori di rischio. Un importante fattore di rischio è la familiarità: le donne infatti che soffrono di osteoporosi sono più predisposte ad avere figlie con la stessa malattia; altra causa è la struttura corporea gracile, magra, longilinea con cute sottile; altri fattori importanti sono aver praticato terapia con cortisonici per più di sei mesi all'anno o con ormoni tiroidei in dosaggio eccessivo come anche essere affetti da particolari malattie endocrine quali l'ipercortisolismo e l'ipertiroidismo;

oppure lunghi periodi di immobilizzazione od avere disturbi che determinano un cattivo assorbimento intestinale di calcio contenuto negli alimenti. Altri fattori che aggravano il rischio di osteoporosi sono le cattive abitudini di vita quali lo scarso consumo di alimenti ricchi di calcio, eccessivo consumo di alcoolici, la vita sedentaria, la scarsa esposizione ai raggi del sole ed il vizio del fumo.

COME SI IDENTIFICANO LE PERSONE A RISCHIO

Conoscendo e ricercando i fattori predisponenti

Tutti invecchiando si è predisposti all'osteoporosi ma taluni lo sono più precocemente di altri. Per cui se vi trovate in una delle condizioni dette prima, consultate il vostro medico. Sarà necessario infatti fare degli accertamenti anche in assenza di qualsiasi sintomo, proprio perché le manifestazioni dell'osteoporosi sono tardive ed allora qualsiasi terapia avrebbe poca efficacia.

Valutando il patrimonio scheletrico

La diagnosi clinica è possibile solo in presenza di fratture, quando cioè le conseguenze della malattia si sono già manifestate. Perciò sono necessarie indagini strumentali che consentano di quantificare il rischio di fratture prima che queste compaiono, per instaurare una prevenzione adeguata. La radiologia convenzionale è poco utile ai fini diagnostici e serve solamente per confermare o meno un sospetto di frattura.

Esistono oggi delle tecniche computerizzate, "minelarometrie ossee computerizzate" o "densitometrie", che consentono di misurare la densità minerale scheletrica in maniera rapida, precisa, indolore; esse permettono quindi la diagnosi precoce di osteoporosi.

Esistono varie tecniche densitometriche. La metodica DXA che utilizza delle dosi trascurabili di raggi X e la tecnica ad ultrasuoni. Le sedi scheletriche comunemente esplorate sono la colonna, il femore e il calcagno. La densitometria è indicata almeno una volta nelle donne nei primi due anni dopo la menopausa e dopo i 60 anni, e negli uomini dopo i 70; ma soprattutto è indicata in quelle che si trovano nelle condizioni ad elevato rischio sopraelencate.

COSA FARE PER PREVENIRE L'OSTEOPOROSI

Correggere le proprie abitudini di vita

In primo luogo è possibile prevenirla eliminando, se presenti, fattori come il fumo o l'alcool.

  1. Mantenere una dieta equilibrata con adeguato introito di calcio
  2. Il fabbisogno giornaliero di calcio è di circa 800 mg al giorno prima della menopausa, ma aumenta in gravidanza, durante l'allattamento e con l'avanzare dell'età fino a 1200-1600 mg/dì.

    Gli alimenti più ricchi di calcio sono il latte ed i formaggi. Una dieta priva di latticini contiene, all'incirca, solo 400 mg di calcio. Per quelle donne a cui è sconsigliato l'introito di latticini ( es. obesità, ipercolesterolemia), si può ricorrere ad integratori minerali contenenti sali di calcio o a particolari acque minerali ricche di calcio.

    Inoltre sono da evitare eccessi apporti di proteine e di sale, perché favoriscono le perdite urinarie di calcio.

  3. Svolgere una regolare attività fisica
  4. Una moderata attività fisica svolta in maniera costante contribuisce a mantenere la massa ossea ed un adeguato tono muscolare. L'immobilità, il disuso e l'assenza di carico per mancanza di stimolo sull'osso innalzano il rischio di osteoporosi e diminuiscono il tono muscolare facilitando così l'instabilità, le cadute e quindi le fratture.

    Può essere sufficiente ogni giorno fare una passeggiata di almeno 30 minuti all'aria aperta: l'esposizione alla luce solare permette la produzione di vitamina D e quindi maggiore assorbimento intestinale di calcio; e praticare alcuni semplici esercizi di ginnastica a domicilio per 20 minuti al giorno. E' necessaria costanza se non si vogliono perdere in fretta i benefici raggiunti.

  5. Evitare i comportamenti a rischio per frattura

Le cadute rappresentano la causa più frequente di frattura.

In casa evitare di passare la cera sui pavimenti ed eliminare i tappeti. Nella vita quotidiana è importante evitare posizioni od atteggiamenti curvi della schiena perché predispongono alle deformazioni vertebrali. Non portare pesi eccessivi né sollevarli e comunque, se proprio necessario, flettere le ginocchia senza incurvare la schiena. Nel camminare usare scarpe basse e con la suola di gomma.

Talvolta bisogna ricorrere ai farmaci

Alcune persone tendono a perdere calcio più velocemente, altre hanno forti fattori di rischio per osteoporosi. In questi casi i provvedimenti igienico-alimentari e il supplemento calcico possono non essere sufficienti per la prevenzione e il trattamento della malattia.

Poiché la causa prevalente dell'osteoporosi nella donna è da attribuire alla carenza di estrogeni il medico innanzitutto praticherà un trattamento sostitutivo ormonale, specie se la donna è da pochi anni in menopausa. In presenza di controindicazioni o di resistenze personali all'uso di estrogeni da parte della paziente il medico potrà ricorrere a farmaci alternativi.

I più impiegati sono gli inibitori del riassorbimento osseo.