Teverola - Lauretus

logo immagini di teverola

Teverola

Sito a cura di Raffaele Felica
raffelica@libero.it

 

Diamo lustro e decoro al nostro paese

( I preziosi contributi di lauretus39 )

1.Il dipinto"Apoteosi di S.Giovanni Evangelista "
( G. Simonelli 1650-1710) nella nostraParrocchia

2.T e v e r o l a … sulla Via Consolare Campana

3. Nascita del convento delle Suore Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore in Teverola

4.Il porcello di Martella

Il dipinto"Apoteosi di S.Giovanni Evangelista "
( G. Simonelli 1650-1710)
nella nostraParrocchia


La chiesa di S.Giovanni Evangelista in Teverola già esisteva alla fine del sec.XVI. Dal più antico libro dei defunti,conservato nell'archivio parrocchiale , leggiamo essere stati lì sepolti un Antonius Mattiellus , un Annibale Caserta , una Colonna Colella , un Angela Paciello , una Filadoro Panico e quindi un Girolamo Felaco , Diana de Vicario,Aloysius Simoniello e tanti altri nostri antenati vissuti 400 anni fa e di cui noi oggi portiamo lo stesso cognome . Altri venivano sepolti nella Chiesa di S.Maria delle Grazie nel Monastero degli Agostiniani Eremitani , forse d'inverno , quando le piogge rendevano inpraticabili le strade interne del paese . Verso la metà
del XVII sec. la fede dei nostri padri pensò di arricchire la propria Chiesa con un quadro che rappresentasse il loro protettore
S.Giovanni Evangelista in gloria e si commise l'opera al pittore Giuseppe Simonelli che insieme al fratello avevano già dipinto ben 38 tele per la Chiesa dell'Annunziata di Aversa . Ultimata l'opera ,la stessa fu allogata nel cielo della Chiesa e lì è restata per oltre tre secoli . Purtroppo l'umidità ,le infiltrazioni il deterioramento materiale ne resero addirittura irriconoscibile il soggetto che presentava fra l'altro ,lacerazioni,strappi e mancanze . Toccò a noi
teverolesi che siamo vissuti nell'ultimo scorcio del sec. XX ,incoraggiati dalla instancabile operosità e intraprendenza del parroco dell'epoca,don Sossio Moccia ,alzare lo sguardo alla soffitta della Chiesa e pensare di recuperare quella pittura che faceva intuire essere uscita da una buona scuola pittorica .
Verso la metà di marzo del 1989 , Mastro Pasquale Petrarca dai lunghi artistici baffi si offrì di erigere una impalcatura al centro della Chiesa e con l'aiuto di suoi operai e sotto la direzione di don Sossio ,il dipinto con la cornice fu rimosso dalla sua sede ultra secolare e anche se in condizioni che solo le fotografie potranno provare il degrado pittorico e strutturale fu affidato alle mani di una valente restauratrice,la signora Marisa Cristiano di Grumo Nevano :
Già da una prima e sommaria pulizia si potè costatare la bellezza dell'opera e venne fuori anche la firma dell'autore posta in basso a sinistra :Giuseppe Simonelli . Portato a termine la fase del restauro il dipinto fu collocato sull'altare Maggiore e sia nella ideazione che nella composizione dimostrò la valentia di uno dei maggiori allievi di Luca Giordano Rappresenta l'apoteosi di S.Giovanni Evangelista e anche se si connota come quadro di soffitta ,fu collocato sull'altare maggiore per dare lustro e decoro alla Chiesa.,che a dire degli storici e come si legge nella Visita del Card.Ursino era ricca una volta di opere pittoriche
Giuseppe Simonelli (Napoli 1650-1710 ),allievo di Luca Giordano,eseguì numerose decorazioni e pale d'altare per molte chiese di Napoli.Nella Chiesa dell'Annunziata di Aversa ,Giuseppe Simonelli col fratello Gennaro dipinse per 1000 ducati i 38 quadri laterali di queste cappelle. Tra questi "La strage degli innocenti " resta il suo capolavoro . Andrea Costa ,autore del libro "Rammemorazione istorica dell'Effigie di S.Maria di Casaluce " Napoli 1710 , parla di Giuseppe Simonelli quale celebre pittore aversano e fa menzione di suoi dipinti nella chiesa di S.Lorenzo ad Aversa che "muovono la lingua di tutti a lodare coll'opra ,anco la mano di chi con maestria li dipinse "

di lauretus39

 

 


Torna in alto

 

T e v e r o l a … sulla Via Consolare Campana

Roma , secondo l' itinerarium Antonini , aveva 52 strade consolari nei soli confini d'Italia . Di esse attraversavano la Terra di Lavoro due delle più famose : l'Appia , la regina viarum , congiungeva Roma con Capua e terminava a Brindisi passando per Benevento ; la Latina che partiva dall'Urbe e raggiungeva Capua passando per Aquino , Cassino, Teano e Cales . Nel tempo più florido di Roma ,Capua era la maggiore città della Campania e col suo milione di abitanti ( Mazzocchi) era paragonata a Cartagine e a Corinto . La città aveva sette grandi porte dalle quali si dipartivano altrettante vie che la collegavano a tutto il territorio campano. Il suo più grande e fastoso edificio pubblico , l'Anfiteatro , era secondo solo a quello di Roma e al par di questo aveva tre ordini di arcate .
Dai pressi dell' Anfiteatro Capuano si dipartivano due diramazioni della Via Appia : la Atellana che portava ad Atella e quindi a Napoli e la Consolare Campana che si dirigeva verso il Clanio attraversandolo sul Ponte a Selice e quindi per Pirum , Teberola - villaggi sorti posteriormente - piegava un po' ad occidente , sfiorava il territorio che poi fu Sanctum Paulum ad Averze nel punto chiamato ad Septimum ( per essere lontano sette miglia da Capua , e dove , nel Medioevo , fiorì la famosa Abbazia di S.Lorenzo ). Quindi volgeva per Ducenta ,Luxanum , S.Petrus ad Parata ( Parete ) , Arbustulum , Casacellere , Vicus Iulianus , Quartu Majore ed arrivava a Pozzuoli e Cuma . Estrema importanza negli antichi tempi ebbe la Consolare Campana ,sia perché congiungeva la grande Capua con Pozzuoli e Cuma , zone dagli incantevoli paesaggi e sede di terme ricercate dalla mondanità romana ( a Baia avevano ville sontuose Crasso , Cesare , Pompeo , Cicerone , Ortensio e tutti gli imperatori da Augusto a Nerone ) sia perché essa , essendo un ramo della Via Appia , metteva direttamente in contatto Roma con Miseno , sede di una scuola militare e porto militare di Roma da cui partivano le navi per la Sicilia , per la Spagna , per l'Africa e l'Asia . Era questa la strada che vedeva passare le vittoriose legioni romane che sottomisero a Roma tanti popoli , che vide gli Apostoli Pietro e Paolo dirigersi verso Roma e la salma dell'imperatore Tiberio , morto a Miseno nel 37 d.C. . Avanzi di monumenti , frammenti di colonne miliari in tutti i tempi sono stati rinvenuti lungo il suo percorso e soprattutto nel territorio di Giugliano e Pozzuoli e nella cosiddetta Via Campanello a Teverola .
Purtroppo il tracciato di questa importante arteria dell'antichità è andato sempre più a smarrirsi in quanto nel Medioevo si rese necessaria la costruzione di una nuova strada più comoda e breve che collegasse Napoli con Capua e Roma , stante il variare dei traffici e degli interessi politici e commerciali . Avere contatti rapidi e sicuri con Roma era vitale anche per i sovrani angioini così come con Firenze verso cui si erano sviluppati rapporti commerciali intensissimi . La Via Campana , almeno nel tratto Capua- Aversa , dopo aver per millenni resistito all'intenso traffico della frequentatissima regione , era diventata impraticabile.
La fascia costiera non era più servita dalla "direttissima" Domiziana in quanto con la distruzione di Cuma (1207) gran parte di essa aveva subito la implacabile invasione della palude e della boscaglia .
Era dunque necessario che si provvedesse almeno a migliorare la via tra Napoli , Aversa e Capua .
Ciò fu fatto con la costruzione di una strada più organica sotto i primi sovrani angioini e in particolare sotto Carlo lo Zoppo che promosse (1303-04) la sistemazione del primo tratto Capua-Napoli ordinando che si ampliasse la via pubblica che da Capua menava ad Aversa per il Ponte a Selice . Volle il sovrano che la strada venisse rettificata nel territorio aversano in modo che tutto il traffico passasse per il centro, abbandonando il tratto esterno ( S.Lorenzo , ad Septimum ) fino ad allora in uso .
La nuova via , fino al villaggio di Teverola ,seguì l'itinerario dell'antica Consolare Campana staccandosene con una curva obliqua ad est che tirava diritta per Aversa attraversandola da Nord a Sud .
Il punto di questa diramazione ,senza ombra di smentita , va fissato lì dove oggi sorge il palazzo Colella ,una costruzione che risale ai primi anni '70 e che prese il posto di un palazzotto ottocentesco in cui era allogata una Antica Taverna . Dall'altro lato della strada vi era un lavatoio e un pozzo a fronte strada per abbeverare i cavalli e i carrettieri , la bottega di un maniscalco , Mastro Nicola , la chiesetta di Sant'Antuono . Chi oggi si pone sul marciapiedi avendo alle spalle il palazzo Colella può constatare che la strada proveniente da S.Maria C.V. è in perfetta dirittura con la cosiddetta Via Campanello ; è la prova della esatta corrispondenza ai canoni e alla tipologia viaria della romanità .

I ragazzi di Teverola che prima e dopo degli anni '40
per raggiungere la Scuola Professionale S.Lorenzo nel Borgo di Aversa preferivano inerpicarsi per il sentiero campestre " pe' campaniello " o "'addereto campaniello" , appresero non dai libri di scuola quanto antica e gloriosa fosse la terra in cui erano nati .
Lo appresero quel giorno in cui s'accorsero che sotto i loro piedi , tra le erbe e i papaveri , spuntavano delle selci millenarie: era l'antico percorso della Via Consolare Campana .

Teverola …. sulla Via Consolare Campana .
Diamo lustro e decoro al nostro paese se è vero che gli spetta .
Noi sommessamente ci permettiamo di sollecitare chi di competenza a modificare con Via Campana o Via Consolare Campana .
Cancelliamo la ridicola incultura di V i a C a m p a n i e l l o o V i a
C a m p a n e l l o . Questa non è stata una viottola per pecore e armenti s-campanellanti ma fu la strada delle legioni romane che salpavano da Miseno per raggiungere l'Asia o l'Africa , di Pietro e Paolo giunti a Pozzuoli dall'Oriente e diretti a Roma , dell'ultimo viaggio dell'imperatore Tiberio . Non priviamo il nostro paese di questa importante memoria.
lauretus39 @libero.it

********

Sterpos -Comunicazioni stradali attraverso i tempi.Capua Napoli.De Agostini,1959
F.M.Pratilli -Della Via Appia -Napoli,1745
G.Corrado -Le Vie Romane -Tip.Nappa,1927

Torna in alto

I due articoli che seguono riguardano Martella, Luciella e Rusinella ,l'uno è
scritto da don Vincenzo Caserta che per tanti anni fece da cappellano al
Monastero "ncoppo 'o ponte" , l'altro di una suora di Nostra Signora.
I due articoli apparvero in un elenco telefonico che fu pubblicato nel 1992 in
occasione del centenario dell'Istituto delle Suore.

 

Torna in alto

Il porcello di Martella


Marta Graziano , che tutti familiarmente chiamavano Martella ,allevava ogni anno per la sua comunità,un porcellino che lei

stessa menava in giro per le vie di Teverola perchè le famiglie gli dessero qualche avanzo di mensa .

Quando gli anni non permisero più a Martella di allontanarsi dal monastero ,all'animale fu insegnato di andare in giro da solo

con una larga benda annodata al dorso su cui era segnata una croce . Veniva chiamato "il maialetto della Santa Croce ".

La benda serviva per farlo riconoscere e anche per trattenere un pezzo di cacio o un frutto che le buone famiglie volessero

mandare alla piccola Comunità che viveva soprattutto di elemosine.

Ancora oggi a Teverola si sente ripetere l'espressione "o purciello 'e Martella " per indicare argutamente qualcuno che si

accomoda spesso e volentieri alla mensa altrui.

Torna in alto


 


home dove ieri documenti storie oggi in cifre in rete ricette incontri foto eventi