FINANZA ED IMPRESE

 

Carissimo Cesare,

hai perfettamente ragione quando dici che la finanza non è tutto ed è l’economia che dovrebbe essere aiutata, ma credo che stia proprio qui il problema.

Vi sono fattori internazionali che incidono fortemente sull’allocazione di beni e servizi e fattori interni che deprimono ogni possibile sviluppo.

La finanza era al servizio della produzione e con l’indirizzo di energie verso un settore industriale piuttosto che un altro poteva anche tracciare la strada per il conseguimento di progetti condivisi.

Le recenti vicende ci hanno dimostrato che la finanza può facilmente vivere e prosperare senza avere in nessun conto il quadro economico; vi è stata una dicotomia tra finanza ed economia.

Quando la finanza ha smesso di colpire la grande industria nazionale o internazionale ha pensato bene di colpire direttamente al cuore gli Stati aggredendo il loro debito sovrano utilizzando un sacco di strumenti di recente invenzione come i derivati ed i CDS ancora più micidiali dei primi.

Le PMI e quelle un  po’ più cresciutelle soffrono per problemi intrinseci ed estrinseci. Per i primi ci sono problemi relativi al prodotto core business dell’impresa. Non si possono vendere cappelli laddove gli uomini nascono senza testa, vi è quindi  una saturazione del mercato perché molte imprese non si rinnovano o non si adeguano alle mutate condizioni generali. Infine, non si può produrre per il magazzino.

Per i problemi estrinseci vi sono quelli relativi al finanziamento delle attività e quello della pressione fiscale estremamente pesante.

La delocalizzazione nasce non tanto per il costo del lavoro fermo da oltre dieci anni, quanto dalla pressione fiscale. Mi sovviene di una ditta a Bolzano che, tanto tempo fa, affermava che al di qua della barriera del confine pagava oltre il 45 % di tasse e pochi centimetri dopo la barriera le tasse scendevano a meno del 35%.

Mi domando quale padre di famiglia avrebbe avuto qualche titubanza nell’attraversare il confine di Stato con masserizie e suppellettili?

La burocrazia elefantiaca e confusionaria unitamente alla giustizia lenta come non mai uccidono ogni buon progetto prima ancora che questi prenda forma.

Le banche da sempre prestano soldi ai referenti politici ed a chi ne ha a profusione, mentre respingono al mittente le richieste pressanti di coloro che hanno bisogno di superare semplicemente una crisi di liquidità.

Coloro che sopravvivono in queste condizioni dovrebbero essere inseriti nella lista degli eroi moderni ed infatti qualcuno, stanco di fare l’eroe, preferisce togliersi la vita.

La Germania è seria. Ha fatto riforme dolorosissime promettendo il benessere che puntualmente è arrivato. Prodotti perfetti, maestranze ben pagate e debito sovrano finanziato a costo zero o addirittura a costo negativo, sotto zero.

Un titolo tedesco di nominali 100 euro se costa 95 rende il 5%; lo Stato si finanzia al 5%;

se il titolo costa 100 lo Stato si finanzia a 0%;

se il titolo da tutti acquistato, per mettere in salvo il proprio capitale affidandolo quindi alle cure della Bundesbank, costa addirittura 105, la Germania incassa ora 105 per restituirne 100. Mamma perchè non mi hai fatto nascere tedesco?

Come è possibile competere con questo gigante? Credo che belli e brutti, prosperi o miseri, cicale o formiche gli Stati dell’Unione pensino esclusivamente ai propri interessi dimenticando l’illuminato pensiero dei padri fondatori.

Occorre una sterzata imponente; la Germania se vuole fare la prima della classe lo deve fare in tutti i campi assumendo la leadership europea mettendo tutti nella stessa barca perché solo così si possono respingere gli attacchi della speculazione che, come sempre, non guarda in faccia a nessuno e deride i  sempre annunciati provvedimenti mai portati a compimento. L’avversario della speculazione deve essere forte e non imbelle. La mosca non ha mai fatto paura a nessuno!

Buona giornata

Lello