UNO SGUARDO DALLA FINESTRA
Ciao a tutti,
oramai parlare di uscita dall’euro da parte della Grecia e non solo di questo Stato, culla della civiltà, non è più un tabù. Forse se ne parla per esorcizzare questo evento da tutti reputato dannoso. Nessuno affronta l’argomento “ conseguenze “, probabilmente per non allarmare, ma ciò facendo non si presta un particolare servizio ai cittadini che, in ogni caso, dovrebbero essere aiutati a….salvare il salvabile.
Grazie ad una mediocre, cinica e miope classe politica si è accumulato nel tempo, uno spaventoso debito pubblico, terzo al mondo , giustappunto per assicurare a se stessa il potere e…l’esercizio di ogni forma di corruzione. In ogni cellula organizzata allorquando si contrae un debito ci si chiede da chi e come sarà saldato, da noi invece si è scelto di farlo pagare alle generazioni future sic et sempliciter. Solo per questo fatto i responsabili dovrebbero essere associati alle patrie galere, mentre sono ancora in pista a pontificare dimenticando di essere stati per lo meno complici del misfatto.
La crisi è prima di tutto mondiale, poi europea ed infine italiana.
La finanza occulta – derivati - di dimensioni quattordici volte il pil mondiale uccide l’economia ed i debiti sovrani mentre i capi dei G8, G20,G28 ecc ecc. discutono su cosa si dovrebbe fare senza far nulla, assolutamente nulla!
Basterebbe mettere una tassa del 50% sulle transazioni dei " derivati " e non sugli utili, che per altro e per molti si traducono in sonorissime perdite!
In questo preoccupante scenario vorrei spiegare a me stesso cosa accadrebbe se l’Italia uscisse dall’euro.
Se sbalio mi corrigerete! ( absit iniura verbis )
Si può anche immaginare una ipotesi di scuola: la Germania se ne va e lascia tutti in braghe di tela. Questa evenienza mi sento di escluderla perché i tedeschi fuori dall’euro dovrebbero rivalutare il marco e rendere quindi i loro eccelsi prodotti industriali molto costosi, quasi invendibili negli altri paesi europei ora denominati “pigs” ( io aggiungerei purtroppo anche una I in coda, PGGSI – Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna ed Italia ). Alla Germania fa invece molto piacere avere un euro debole e sic rebus stantibus finanziare il suo ragguardevole debito pubblico a costo ZERO. Lei virtuosissima diventerebbe sempre più ricca e sedicente prima della classe e gli altri sempre più poveri, bacchettati e messi dietro alla lavagna! Quando però la Germania studiava gli altri cantavano e bisbocciavano !
La Germania quindi farà di tutto per restare nell’euro se mai spingendo fuori la Grecia affermando ipocritamente che la vuol tenere dentro l’euro ad ogni costo!
Il cittadino presumibilmente possiede una proprietà immobiliare, qualche obbligazione; percepisce uno stipendio o una pensione ;ha contratto un mutuo - purtroppo non a sua insaputa -; ha un saldo attivo sul suo conto corrente in banca.
A mercati e banche chiuse arriverebbe l’ordine di convertire ogni euro in 1.926,37 lire italiane. Qualcuno avvertito dall’amico influente potrebbe prelevare ogni euro disponibile pochi istanti prima della conversione obbligata salvando così il suo capitale; altri, invece, senza amici, presagendo la tempesta perfetta, corrono al bancomat e lo trovano presidiato dalle forze dell’ordine. Non si preleva, ma se proprio si vuole qualcosa si potrebbero concedere 50 o 100 euro per il latte e per il pane!
L’euro non è cancellato dalla faccia della terra perché in altri paese virtuosi e fortunati dell’Europa continua ad esistere, ma a parte questo se si vorranno pagare i debiti denominati in euro occorrerà riacquistarli, ma ad un prezzo stimato in un 20% - 30% in più rispetto al tasso di conversione appena applicato. In poche parole i debiti comunque assunti costerebbero un 20% - 30% in più, se tutto va bene!
Già in passato – 1992 – la lira venne svalutata del 25% allorquando dovette uscire dallo SME completamente dissanguata grazie all’accoppiata CIAMPI- AMATO che svalutarono quando nelle casse dello Stato non vi era neppure un marco tedesco, anzi vi era un debito nei confronti della Germania che, in un primo momento, ci aveva prestato i suoi marchi per difendere la nostra lira.
Devo dire che non ricordo che i prezzi del pane, della pasta o della carne aumentarono del 25%. Potrei sbagliarmi, ma non credo!
Pensioni e stipendi pagati nuovamente in lire potrebbero essere insufficienti per comperare le stesse cose che si acquistavano prima in euro, ma ci farebbero capire che prima e dopo la mazzata un chilo di pane continuerebbe a costare sette o otto mila lire al chilo. Oggi non si avverte questa assurdità perché il pane costa 3 euro più o meno.
Ma volete mettere il suono onomatopeico: tre euro contro otto mila lire?
Il ritorno alla lira e la sua conseguente svalutazione renderebbero i prodotti made in italy assolutamente competitivi ed alle frontiere ci sarebbe la fila per acquistare gli italian souvenir!
Gli affari vanno bene e lo Stato incassa quanto di sua spettanza se mai inasprendo controlli e sanzioni per i furbetti del quartiere.
Ci sarebbe poi la questione del finanziamento del nostro mostruoso debito pubblico che potrebbe in ogni caso essere rinegoziato aumentando il costo del servizio e dilazionando le scadenze. Se i creditori vogliono incassare devono concordare con il debitore!
I possessori dei BOT ridenominati in lire potrebbero avere una remunerazione del 15 – 18% che rappresenta un piccolo ristoro per la svalutazione del capitale.
Si potrebbe ricorrere alle energie rinnovabili, eoliche e solari, in modo da ridurre l’importazione del petrolio che risulterebbe molto più cara.
Gli italiani, secondo la statistica ( se io mangio due polli e tu nessuno, per la statistica ne abbiamo mangiato uno per uno!) posseggono abitazioni per l’85% e questi beni verrebbero rivalutati per via dell’inflazione. Poco dopo l’ultima guerra, un appartamento valeva cinque o sei mila lire e dopo trenta anni il suo valore schizzò verso i 30 milioni ed ora lo stesso appartamento raggiunge valori altissimi.
Gli investimenti in mattoni, oro, materie prime e quant’altro hanno messo al riparo da ogni tipo di svalutazione.
Resta da considerare il mutuo contratto in euro e da pagare, a meno che non passi dalla banca l’amico di Scajola per regolare la cosa, a nostra insaputa!
Il costo del mutuo aumenterebbe del tasso di svalutazione della lira e quindi sarebbe del tutto verosimile che un mutuo fatto al 5% passerebbe al 25% cosa che provocherebbe l’insolvenza dei mutuatari la rovina delle banche e la caduta del valore degli immobili.
Questo scenario apocalittico altrettanto verosimilmente potrebbe essere contenuto con interventi governativi mirati alla dilazione delle scadenze ed a sgravi fiscali.
Non dimentichiamo infine che lo Stato italiano riappropriatosi della peculiarità di una banca centrale prestatrice di ultima istanza possa immettere nuova moneta allo scopo di sollecitare nuove iniziative imprenditoriali tali da scongiurare la recessione.( ora certissima )
Finalmente il debito pubblico potrà essere aggredito dismettendo l’enorme patrimonio immobiliare dello Stato, il costo del servizio si attenuerà per via della ridotta richiesta di capitali e le condizioni generali saranno migliorate consentendo anche una lenta, ma costante rivalutazione della nostra moneta.
Per oggi mi sono impegnato abbastanza, sono convinto che non può esserci più buio della mezzanotte e….io speriamo che me la cavo!
Alla prossima e buona fortuna
Lello