PAPY ED IL MOSCONE DI OBAMA

 

 

Il Berlusca è  stato attaccato su diversi fronti ed ora tiene banco quello personale scaturito dalla vicenda Noemi, seguita a ruota dalle dichiarazioni di Veronica a Repubblica,( parzialmente corretta con lettera al Corriere della Sera )dalla faccenda dei voli di Stato utilizzati per far giungere a Villa Certosa ospiti più o meno illustri e ragazze dalle belle poppe bianche ( di Brancaleone memoria ), ed infine dalla notizia criminis venuta fuori da alcune intercettazioni baresi su un ennesimo scandalo nel servizio sanitario nazionale.

Leggevo qualche giorno fa sulla stampa ( non sulla Repubblica ) che Noemi e la sua mamma sarebbero state grate al Berlusca per una sua vicinanza in un momento triste della loro famiglia. Si sa che il presidente è una persona generosa e che quando viene a contatto con casi tristi e disperati non fa mancare il suo appoggio morale e materiale – e fin qui non si ravvisa nulla di anormale – ma il problema nasce allorquando alle condoglianze iniziali fanno seguito inviti a palazzo Grazioli per intrattenersi in platonici incontri giustappunto per manifestarsi sentimenti di apprezzamento reciproco. Il Berlusca parla e Noemi ascolta incantata e dopo un certo lasso di tempo la seduta si scioglie e l'incantata torna a casa con qualche presente a ricordo della chiacchierata. Che c'è di male? Nulla se non fosse altro che la bimba, bella e procace non avesse meno dei diciotto anni previsti dalla legge per determinarne la maggiore età e sollevare l'interlocutore da ogni e qualsiasi responsabilità.

Veronica, Penelope sconsolata, rompe gli indugi e anziché prendere la cornetta e fare al suo Silvio una bella lavata di capo fa la bella pensata di chiamare Ezio Mauro di Repubblica ed aprirgli i segreti del suo cuore spezzato, confidando che il suo Silvio,tanto amato, ha il vizietto di frequentare minorenni per risvegliare i mai assopiti ardori. Apriti cielo!

Noemi che alla sua festa dei diciotto anni chiama “papy “ il suo pigmalione,la  Veronica che attribuisce a Silvio una predilezione per le poppe dure e bianche inducono i Democratici ad imbastire una campagna elettorale su questi argomenti tutti efficaci nel distruggere l'immagine morale del Grande Comunicatore. Devo riconoscere che qualche scalfittura si è già vista. Grazie al provvidenziale intervento di papy, di Noemi, di Veronica e dei voli di Stato non ci è stato detto nulla di ciò che si vuol fare in Europa, se non scaldare ben pagati la cadrega europea, di ciò che si vuol modificare nella politica delle amministrazioni locali e via dicendo. Torniamo al Berlusca! Alla fine degli anni 50 mi trovavo a Foggia ed ero onorato dell'amicizia di un vero Presidente di Tribunale, di un magistrato con la “M” maiuscola , unico depositario di tanta scienza spicciola e ricordo che in tema di vizi e virtù degli “ attempati “ soleva dirmi: “ col passar degli anni aumentano i VOLERI e diminuiscono i POTERI “ ed aveva perfettamente ragione.

Dal 1960 ad oggi la medicina e la chirurgia plastica hanno fatto passi da gigante e dopo una stiratina qui, un'altra la, un accorciamento qui ed un altro la, dopo una trapianto qui ed un altro....un po' più in giù, gli o le attempate hanno modificato la struttura fisica e conseguentemente quella mentale. Alcuni medicamenti specifici hanno assicurato la postura eretta di qualche importante muscolatura e la festa è pronta per cominciare !

Io non sono convinto della totale esattezza delle maldicevoli e piacevolissime magagne che si vogliono attribuire al Berlusca, ma credo che sotto sotto qualcosa ci sia e mentre da sinistra si vuol colpire la moralità presidenziale da destra vi è una buona dose di invidia. Ovviamente c'è anche una bella fetta di anime buone che stigmatizza il presidenziale comportamento.

Quando un mortale sa di essere potente ed enormemente ricco comincia a desiderare la svanita gioventù e compensa l'inefficienza con generosi regali e belle...chiacchierate. E' umano, ma non presidenziale!

E' dell'altro ieri il vaticinio dalemiano che dal capoluogo pugliese metteva in guardia i suoi sudditi di un imminente scossone al governo invitando il Partito Democratico a tenersi pronto ad ogni evenienza dal momento che il Berlusca sarebbe stato presto in difficoltà “anche perchè l'uomo non accetta il suo declino politico ed umano”.( Ma che, D’Alema è diventato anche medico?) Da li a poche ore scoppia il bubbone.  Proprio da Bari, da alcune intercettazioni in mano alla Procura di Bari, emergerebbe che visitatrici a pagamento, sia pure accompagnate da aventi diritto,  avrebbero raggiunto in varie occasioni le residenze berlusconiane di Palazzo Grazioni e Villa Certosa.

Ed il Corriere della Sera, bene informato,passava la notizia al popolo trepidante!

Se qualcuno non ravvisasse nulla di strano tra il vaticinio e quello che sarebbe stato reso pubblico poco dopo dovrebbe ricevere il premio rilasciato al miglior ingenuo del pianeta! Il baffino non dice nulla e non fa nulla a caso e se agisce in un certa maniera sa bene cosa fa e sa anche bene cose deve dire a sua difesa allorquando gli si chiede una spiegazione. Dalema è uno dei pochi grandi politici italiani, non è certo un parvenu!

Nel frattempo la magistratura ha prosciolto il Cavaliere dall'aver utilizzato impropriamente aerei di Stato per le sue serate sarde dal momento che su questi voli vi era sempre qualcuno titolato a farlo, e quindi il codazzo di nani e ballerine era ininfluente per le casse dello Stato.

La Procura di Bari ha aperto un indagine sul reato di favoreggiamento della prostituzione a carico di  non so chi, spero proprio che non sia a carico del presidente. Chissà quante belle poppe bianche e dure vorrebbero uscire dall'anonimato e raggiungere la notorietà della bella Noemi, se mai propendendo poi per una ritrattazione generosamente indotta. Ma queste sono solo illazioni.

Sono convinto che quando si assurge ad un posto di grande responsabilità e prestigio nazionale ed internazionale ci si dovrebbe dimenticare di aver sempre diciotto anni e di essere immortali.

Certo è che Berlusconi è al centro di due fazioni: chi lo apprezza e chi lo denigra. Io credo che la verità, come sempre, sia nel mezzo.

Ieri sera ho visto la performance di Barak Obama che, durante una intervista televisiva, infastidito da un moscone, ha interrotto momentaneamente la conversazione e, dopo aver preso la mira, con mossa fulminea e decisa stecchiva il piccolo dittero.

Il gesto è stato apprezzato dai presenti e dallo stesso presidente che,come a voler  esibire il suo trofeo di caccia, ha pregato il cameraman di inquadrarne i poveri resti.

 

Se fosse capitato al nostro Silvio cosa sarebbe successo? E' facile immaginarlo:

1)   gesto volgare, sconsiderato ed anti igienico specialmente se esibito durante una ripresa televisiva;

2)   intervento dell'associazione protezione animali che avrebbe preferito la cattura indolore dell'insetto invitandolo poi a lasciare la sala;

3)   vilipendio di cadavere;

4)   il solito insofferente per chi volente o nolente gli si mette di traverso;

5)   ennesima brutta figura dell'Italia all'estero con conseguente perdita di credibilità;

6)   probabile ricaduta negativa sull'imminente vertice dei G8 all'Aquila;

7)   attribuzione meritata del titolo di “acchiappamosche planetario”;

8)   inserimento in prima pagina di Repubblica della fotografia del piccolo dittero con le zampette all’aria e con il faccino triste;

9)   varie ed eventuali !

 

Fantasie? Forse non proprio.

Il mio sogno? E' che da destra e  da sinistra si discuta di programmi seri e chiari; chi vince e governa rispetti le promesse integralmente ed il popolo cosiddetto sovrano possa scegliere il partito a seconda delle proprie necessità materiali e morali e che si finisca di attaccare i politici sul piano personale e che questi non facciano di tutto per dar adito ad  attacchi diversi da quelli politici e programmatici.

Credo che morirò prima che possa vedere realizzato il mio sogno e vi assicuro che non ho assolutamente intenzione di morire nel prossimo futuro!

Un caro saluto a tutti

         Lello

 

        

DAL CORRIERE DELLA SERA

 

L’amico del Cavaliere: molti altri fanno le cose imputate a Berlusconi

«Un complotto, Silvio reagisca

È come la vicenda Montesi»

Angelo Rizzoli: alle feste romane anche leader di sinistra con ragazze di poca virtù

ROMA — «Questa storia me ne ricorda un’altra, di cui mi sono occupato molto tempo fa, quand’ero ragazzo. Facevo uno stage alla McGraw-Hill, la grande casa editrice america­na, e mi affidarono l’editing del libro dell’ex ambasciatore inglese a Roma, in cui si ricostru­iva il caso Montesi. Una vicenda di cui serbavo memoria personale: anche se avevo solo dieci anni, ricordo bene i memoriali che i rotocalchi, compresi quelli di mio padre come Oggi, pub­blicavano pagando profumatamente ragazze sconosciute: Anna Maria Caglio detta il cigno nero, Adriana Bisaccia... Tempo dopo, ebbi mo­do di conoscere i protagonisti della vicenda, Piero Piccioni e Alida Valli, che me ne raccontò i dettagli quando la incontrai in America. Le analogie sono impressionanti».

 

Angelo Rizzoli ne è convinto: «Sotto certi aspetti, la vicenda di Palazzo Grazioli è la foto­copia del caso Montesi. Non c’è un cadavere, per fortuna. Ma ci sono i festini. Ci sono le ra­gazze che raccontano. C’è un leader politico da colpire: ieri Attilio Piccioni, oggi Berlusconi. E c’è un disegno, diciamo pure un complotto. Lei ricorda il caso Montesi? Wilma Montesi, la ragazza trovata morta sulla spiaggia di Torvaia­nica. Le indagini sono nelle mani della polizia, quindi del ministero dell’Interno, quindi di Amintore Fanfani, il grande rivale di Piccioni. Al resto provvede l’ufficio affari riservati del Vi­minale. Nascono leggende secondo cui la Mon­tesi ha partecipato a un festino, allora si diceva a un’orgia, ed è morta per overdose, il corpo gettato in mare. Il festino sarebbe stato organiz­zato nella villa del sedicente marchese Monta­gna, e vi avrebbe partecipato Piero Piccioni, fi­glio di Attilio. Che in realtà era a Positano con Alida Valli; ma, da galantuomo, tacque per non inguaiare la donna che amava. Un errore imper­donabile, in un Paese dove i gentiluomini non sono apprezzati. Anni dopo, ottenuto il divor­zio, la Valli ristabilì la verità. Il processo di Ve­nezia smontò tutto. Ma ormai Attilio Piccioni si era dimesso e aveva lasciato la politica».

 

Accadrà anche a Berlusconi? «Dipende da lui. Se avrà uno scatto, se saprà reagire come ad esempio nella campagna elettorale del 2006, ne uscirà. Silvio deve dare risposte. Ma non sulla vicenda D’Addario. Di questa storia meno parla, meglio è. È stato imprudente a esporsi in prima persona: un presidente del Consiglio non si occupa della spazzatura, del fango. È inutile che precisi di non aver mai pa­gato una donna: chi può immaginare Berlusco­ni con un mazzo di euro in mano che retribui­sce la D’Addario? Il presidente del Consiglio ha dei portavoce: affidi a loro il compito di dire poche, scarne e definitive parole che chiudano il caso. Sia più attento in futuro a chi invita a casa sua. E dia le risposte che il Paese attende davvero. Sulla crisi economica, e non solo: l’Ita­lia è vecchia, lenta, burocratica, incartapecori­ta. Il peggio verrà in autunno; ma Berlusconi può ancora rimetterla in moto. Può essere che mi faccia velo l’amicizia, però ne sono convin­to ». L’amicizia tra Angelo Rizzoli e Silvio Berlu­sconi nacque nel 1974. «Arrivò in via Solferino con le carte e i piani per Milano2, a protestare per un articolo del Corriere di Informazione se­condo cui su quell’area doveva sorgere un cimi­tero. 'Meglio pensare ai vivi che ai morti, no?', mi disse. Aveva ragione lui. Fu Berlusconi a riavvicinarmi a Montanelli. Indro era venuto da mio padre e da me a chiedere aiuto per il suo Giornale; ma noi avevamo appena preso il Corriere. Tempo dopo, Silvio mi invitò a pran­zo con Montanelli in via Rovani. Alla fine In­dro disse: 'Ti perdono, ma non potrò mai per­donare tuo padre'». Erano gli anni della P2. «Per me la P2 è una lista di nomi fatti trovare da Gelli a Castiglion Fibocchi — risponde Riz­zoli —. Cosa fosse davvero, io non l’ho mai sa­puto. Non ho mai partecipato a una riunione, al processo non sono stato chiamato neppure come teste. Ho avuto sei processi per altri moti­vi, e sono stato sempre assolto. E mentre ero ingiustamente in carcere, in isolamento, tre so­le persone mi hanno scritto: Montanelli, Lina Sotis, e Berlusconi, che offriva di far interveni­re Craxi per rendere il mio regime carcerario meno duro. Quando uscii, a Milano tutti face­vano finta di non conoscermi. Mi diedero pure lo sfratto. Berlusconi mi chiamò e mi disse: se tu produci dei film, io te li compro. Fu di paro­la ». Ma chi è oggi a tramare contro di lui? «Non lo so. Certo in Italia si era creata un’anomalia: nessun uomo ha avuto tanto potere come Ber­lusconi tra il 2008 e il 2009. Agnelli aveva pote­re economico, non politico. Craxi aveva una forte personalità ma era minoritario nel Paese. Prodi, Ciampi, Amato erano grands commis senza partito. Berlusconi sommava in sé finan­za, politica e un consenso altissimo. Ora che è stato trovato il suo tallone d’Achille nella vita privata, Silvio paga il fatto di aver infranto un equilibrio consolidato». Davvero lei crede che qualcuno possa aver pagato la D’Addario? «Non occorrono soldi; ci sono altre gratificazio­ni. Per una donna di 42 anni, che ha provato in ogni modo a sfondare senza riuscirci, che nella logica dell’industria dello spettacolo è quasi una vecchia signora, le copertine sono un ri­chiamo irresistibile».

 

E Veronica? «Veronica vi­ve in un castello dorato, si sposta con aerei pri­vati, non frequenta nessuno tranne quattro amiche milanesi che vanno bene giusto per lo shopping ma se chiedi chi è Obama non lo san­no. Veronica è condizionabile; e probabilmen­te è stata condizionata. Dicendo che il marito non sta bene ed è inaffidabile, non si è accorta di far male ai suoi figli, di destabilizzarli. So­prattutto il più piccolo, Luigi, che andrebbe in­vece sostenuto: a volte ci si ritira nella religio­ne come fuga dal mondo». Berlusconi non ha proprio nulla da rimproverarsi? «Ha avuto uno stile di vita imprudente. Del resto lui è come mio nonno, che adorava le donne, e in età ma­tura amava circondarsi di ragazze giovani: l’ul­timo soffio prima del tempo in cui, come dice­va Turgeniev, i ricordi diventano rimpianti, e le speranze illusioni. Ma Berlusconi non deve giustificarsi di nulla. Mia moglie Melania e io riceviamo spesso, qui in casa. E spesso gli ospi­ti portano qualcuno. Mica possiamo chiedergli i documenti?». «Roma — racconta Rizzoli — non cambia con il cambiare dei regimi. La più grande indu­stria, con l’edilizia, è lo spettacolo. A Roma arri­vano migliaia di ragazze e anche di ragazzi di­sponibili a ogni genere di esperienza. E arriva­no politici, imprenditori, finanzieri, che lonta­no dalle famiglie si sentono come in vacanza, e la sera vogliono divertirsi. Le cose imputate a Berlusconi sono state fatte da molti altri. Ne ho visti tanti, di ministri e anche di presidenti del Consiglio, girare con ragazze di poche virtù. Ho visto anche leader di sinistra fare lo stesso. Ho ricevuto telefonate di un ex magistrato che raccomandava una bionda conduttrice televisi­va. Su due sole persone a Roma non ho mai sentito un pettegolezzo: Gianni Letta e suo ni­pote Enrico. Per questo nessuno dovrebbe at­teggiarsi a moralista. Chi può permettersi di fis­sare, e a qualche altezza, l’asticella della morali­tà? ». Aldo Cazzullo

 

 

25 giugno 2009