E' DI MODA BERSI IL CERVELLO

 

Vi sono un paio vicende che portano a credere che , in prossimità delle feste di fine anno, qualcuno versi nella coppa destinata allo spumante, buona parte del proprio cervello per berselo in santa pace!

Una prima vicenda riguarda lo scandalo dei politici locali o nazionali,  in Abruzzo ed in Campania, precisamente a Pescara ed a Napoli. Lo scandalo ha fatto riemergere un mondo emblematico di concepire la gestione del bene comune basato su una ragnatela di favori ricambiati e ben pagati. La politica diviene un mezzo per l'ingiusto arricchimento personale, della corrente politica cui i corrotti e corruttori appartengono, degli imprenditori affrancati dalla necessità di competere onestamente con quelli che rappresentano la concorrenza tutti  in danno del fruitore ultimo dei beni e dei servizi prodotti in tal guisa. Cioè di noi cittadini tutti.

Anche coloro che non sono direttamente interessati a queste vicende ne sopportano comunque il peso dal momento che le maggiori spese dovute per questi intrallazzi si tramuteranno presto o tardi in ulteriori tasse e balzelli!

Da una parte c'è quindi la magistratura che interviene per indagare, reprimere e giudicare tali delittuosi comportamenti e dall'altra c'è la politica che, borbottando, difende se stessa.

I magistrati dovrebbero avere prove certe ed incontrovertibili per avviare un processo che prevede come atto iniziale l'avviso di garanzia poi l'arresto ai domiciliari o presso le patrie galere e, soltanto dopo, rendere pubbliche le azioni che si intraprendono. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali si devono fare, non solo per quei reati previsti e puniti con detenzione superiore ai quindici anni ( come vorrebbe Berlusconi ed il suo governo ), ma per reati per i quali valga la spesa sopportata per effettuarle.

La sola cosa che deve essere assolutamente evitata è quella di permettere alla stampa di pubblicare tutta o in parte l'intercettazione divulgandone anche parti di carattere esclusivamente privato che potrebbero coinvolgere altre persone che con il delitto investigato non hanno nulla a che vedere.

Le persone che hanno a che fare con le intercettazioni sono pochissime per cui risulterebbe assai facile trovare il colpevole della fuga di tali notizie a partire dal magistrato che le ordina, al tecnico che le effettua al cancelliere che le trascrive. Nessuno ed in nessuna occasione è stato mai individuato e punito segno è che la fuga di notizie non capita per caso, ma per seguire un percorso di pubblico sputtanamento dei soggetti sottoposti ad intercettazione. Contravvenendo al principio della responsabilità personale di ogni azione si potrebbe fare una eccezione rendendo tutti i soggetti interessati all'indagine solidali tra di loro e licenziati in tronco. Il problema sarebbe risolto!

La politica poi non dovrebbe ritirarsi nel " castello assediato " e difendersi dagli attacchi della magistratura, ma pretendere dalle persone coinvolte le loro immediate dimissioni da ogni incarico sia per permetter loro di difendersi nel migliore di modi sia per dare un segnale di rigore assoluto. Il contrappeso a questo comportamento deve essere ricercato nella severa punizione del magistrato che temerariamente aveva imbastito un processo senza alcuna prova convincente e resistente in giudizio. Non si può gettar fango impunemente su persone  forse appena sfiorate da qualche labile dubbio.

 

ELUANA ANGLARO

 

Forse sta per concludersi il calvario di questa sventurata creatura la cui fine sarà affidata ad una ipocrita regia. Sembra vivere il finale di un film la cui visione è riservata a tutti, mentre andrebbe permessa soltanto ad un ristrettissimo numero di persone.

Mi pare di vedere Eluana uscire dalla  clinica Beato Luigi Talamoni di Lecco, sottratta alle cure delle Suore Misericordine, in una ambulanza di ultima generazione, scortata dai motociclisti della stradale per essere condotta nella  cella della morte presso la Clinica Città di Udine dove ( dolcissimo eufemismo ) sarà "avviata alla conclusione della sua esistenza". ( non vedo perchè non chiamarla semplicemente " morte ")!

Una volta giunta ad Udine ci saranno ben 24 volontari che si alterneranno 24 ore su 24 per assistere la povera Eluana. Assistere per che cosa? Non parla, non sente, non vede, non ha coscienza di nulla non vedo quindi a cosa serve un tale spiegamento di volontari.

Probabilmente metteranno la povera Eluana sul lettino a sua volta posto su una bilancia che minuto per minuto segnala la perdita costante di peso. Applicherebbero qualche sonda che segnali l'incipiente e poi definitivo blocco renale ed epatico e tutti assieme resterebbero in attesa dell'esalazione dell'ultimo respiro. Dopo di che arriveranno i medici anatomopatologi per raccogliere le poche ossa ( difficile parlare di altri tessuti ) per effettuarne l'autopsia che dovrebbe accertare che la morte sia stata del tutto naturale e che nessuno ha posto in atto l'eutanasia !

In tutta la mia vita non ho mai visto tanta ipocrisia! Sospendere l'alimentazione e l'idratazione non è forse una condanna a morte certa? Qui non si tratta di sospendere una terapia sia pure accanita sperando  o nella reazione positiva del paziente che in barba ad ogni teoria riprenda gradatamente un percorso di recupero oppure  nella sua inevitabile fine; qui si tratta di scegliere l'arma con la quale uccidere una persona sia pur in stato vegetativo permanente.

A questo punto basterebbe portare Eluana ad Udine, metterla in una cameretta, chiudere la porta e ripassare dopo una quindicina di giorni per ritirarne il cadavere, senza tanti inutili volontari!

Per non generare equivoci devo dire che sono d'accordo nel ritenere inutile il proseguimento della pseudo vita della povera Eluana; non sono d'accordo circa il modo di pervenire a questo risultato.