I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO

 

Gli aiuti alle famiglie per………rimettere in moto la nostra economia!

 

Un paio di giorni fa il governo presieduto dal Cavaliere ha emanato alcuni provvedimenti per rilanciare l’economia nostrana in fase di recessione che, probabilmente precederà – Dio non voglia – una fase ancor peggiore: quella della depressione. In tale occasione, durante la conferenza stampa, il nostro premier ha comunicato all’italica gente che si uscirà dalla crisi solo con il nostro comportamento che deve essere improntato ad un convinto ottimismo ed al rifiuto di ogni piagnisteo. Un tempo avevamo la lira da spendere, poi è arrivato l’euro ( col quale si è speso molto meno ) ed infine è giunta una nuova moneta, quella dell’ottimismo. Mi piacerebbe andare dal salumiere  e chiedergli due etti di parmacotto da pagare con una bella dose di ottimismo!

Dalle nostre disastrate finanze non si poteva chiedere di più in questa prima fase, dal momento che ragionevolmente si devono conservare le cartucce nel caso arrivasse una fase ancor peggiore, ma affermare che i provvedimenti presi contribuiranno a mettere in moto una sonnolente economia mi pare fuori della grazia di Dio. Ve lo immaginate voi il poveretto che vive con un reddito lordo famigliare di 6.000 oppure di 8.000 euro l’anno quale contributo possa fornire per la ripresa del nostro sistema economico con i 40 euro mensili che il governo ha messo a sua disposizione ? Poi ci sono quelli che dispongono di un reddito famigliare di 22.000 euro lordi l’anno, la quasi totalità del quale è stata già utilizzata per la serie sconvolgente di bollette e spese ricorrenti e che risulta  insufficiente per  arrivare indenni alla quarta settimana. Quale contributo al risanamento economico possano dare questi connazionali con l’una tantum di 300 max 1.000 euro?

Se il governo avesse detto: cari confratelli, grattando grattando il fondo del barile abbiamo trovato una certa disponibilità. La elargiremo alle famiglie meno abbienti sperando che dai loro cuori si innalzi una preghiera a Dio per impetrare salute e lunga vita ai munifici governanti, avrebbe detto il vero ed il giusto. E noi saremmo stati d’accordo in tutto e per tutto!

Oggi i meno abbienti sono chiamati “ incapienti”. Nei dizionari della lingua italiana non vi è un sostantivo simile, ma il dizionario Hoepli riporta solo un aggettivo riferito a cose e non a persone - agg. (pl. -ti) DIR Di somma o bene non sufficiente a saldare dei debiti )

La nostra traballante economia è stata colpita a poppa ed a prua e dalla crisi americana terribile ed in certo senso prevedibile e dalla gravissima crisi della nostra competitività per cui ( siamo al quarantesimo posto  dietro Lettonia e Thainlandia ) occorre aumentare la voglia e la disponibilità di spesa del ceto medio-alto. Sembra puro cinismo, ma è la mera realtà.

Coloro che pagano ad esempio 34.000 euro di tasse, se avessero una riduzione del 15% sulle stesse, avrebbero a disposizione 5.100 euro annuali da investire non in etti di mortadella, ma,verosimilmente in beni che potrebbero aiutare l’economia asfittica. Ça va sans dire che il minor incasso dell’IRPEF sarebbe ristorato dall’aumento del gettito IVA e dalle maggiori entrate fiscali da parte delle imprese che hanno incrementato le vendite dei prodotti acquistati dal cosiddetto ceto medio-alto. La vecchia rottamazione delle auto per la quale lo Stato stabilì un contributo procurò alle italiche finanze addirittura un aumento dei flussi fiscali.