A  PROPOSITO  DI  ELUANA

 

 

La vicenda di Eluana Englaro sta per volgere al termine e vorrei fare alcune considerazioni relative alla povera Eluana, a suo padre Peppino, alle suore Misericordine  della clinica Beato Luigi Talamoni di Lecco, alla magistratura italiana.

Eluana da quasi diciassette anni vive in uno stato vegetativo permanente che l'ha messa in un limbo in cui non può essere considerata viva dal momento che non ha alcuna relazione con il mondo esterno ed è priva di ogni percezione, non può essere considerata morta dal momento che dorme, si sveglia, respira autonomamente, conserva l'efficienza degli sfinteri, si nutre anche se attraverso un sondino.

Il padre Peppino non riesce ad elaborare la disgrazia che ha colpito la figlia e di conseguenza sè stesso e la sua famiglia. Non  riesce ad elaborare un lutto che non c'è, non riesce ad avere una normale relazione di sentimenti con una figlia che tace immobile e silente da ben diciassette anni. Ho letto tuttavia qualche tempo fa che papà Peppino non visita la figlia costantemente ed abitualmente lasciando così alle suorine tutte le incombenze per tenere in vita ( se vita può chiamarsi ancora ) la povera Eluana.

La richiesta fatta alla magistratura italiana da papà Peppino, anche se comprensibile dal punto di vista umano e laico, a me pare un tantinello esasperata. Eluana non è assistita in casa come Piergiorgio Welby che era attaccato ad una serie sconvolgente di macchinari ( e che ha più volte chiesto a tutti, anche al Capo dello Stato di essere lasciato morire in pace e senza sofferenze ),essa giace in un lettino delle clinica di Lecco assistita e curata amorevolmente dalle suore Misericordine. Avere una figlia giacente in un lettino, insensibile a tutto, o averla giacente in una tomba credo faccia poca differenza se non per l'aspetto elaborativo sopra citato.

La magistratura credo abbia fatto una gran confusione tra il fermare ogni accanimento terapeutico ed il togliere l'abituale alimentazione che da diciassette anni tiene in vita la povera  Eluana.

Quando ogni cura ( quindi medicine, assistenze alla respirazione, alla funzionalità renale, alla stabilizzazione della pressione arteriosa e venosa ecc ) risulta inefficace per la guarigione di un ammalato oramai condannato è giusto, anzi doveroso sospendere ogni inutile tortura.  L'alimentazione e l'idratazione della pelle e delle mucose non rientrano in un inutile accanimento terapeutico da sospendere.

Alla luce della citata considerazione mi è parsa una forzatura interpretativa della Cassazione che, oltre a rigettare il ricorso della Procura di Milano, ha anche indicato le modalità dell'esecuzione capitale della povera Eluana.

I medici dicono che Eluana non è per nulla cosciente, che non soffre e non soffrirà allorquando, trasportata in una struttura in Friuli, verrà affamata ed assetata fino alla sua morte. Se i medici sono così sicuri della totale assenza di ogni sofferenza e cognizione percettiva da parte della povera Eluana, vorrebbero cortesemente spiegare perchè sarà sospesa ogni alimentazione mantenendo solo l'idratazione della pelle e delle mucose? Forse hanno anche loro dei dubbi!

Si è deciso quindi di mandare al Creatore Eluana in una modalità assai discutibile, non sarebbe stato meglio somministrarle in sequenza le tre dosi mortali che si usano per i condannati a morte negli Stati Uniti d'America? Tale esecuzione consiste nella somministrazione di  tre veleni iniettati per via endovenosa nel seguente ordine: Tiopental sodico (Pentothal Sodium®), un sedativo somministrato in dose letale; Pancuronio bromuro (Pavulon®), un rilassante muscolare atto a paralizzare il diaframma e far cessare l'attività polmonare; Cloruro di potassio, per bloccare il battito cardiaco. Il condannato è dichiarato morto di solito dopo 7 minuti.

La domanda che pongo è questa: una volta stabilita la sorte della povera Eluana, è meglio vederla morire in una decina di giorni oppure saperla passata a miglior vita in sette minuti?

Ovviamente queste ultime considerazioni rappresentano un paradosso giusto per mettere in risalto quanto sia difficile e complesso ogni giudizio su questa drammatica vicenda.

Che Iddio assista ed accolga nella sua infinita misericordia la povera Eluana Englaro e che dia anche pace a papà Peppino ad a tutta la sua famiglia!

Amen