Naufragio dell'Angelika

La notte tra il 6 ed il 7 febbraio 1906, si compiva la tragedia dell' Angelika, il veliero greco che, proveniente da Marsiglia e di ritorno in patria, naufragava nelle acque di Seccagrande al Corvo.
Otto marinai scomparivano tra i flutti e l' isoletta di Inousses si vestiva di nero, ma non poteva piangere sui loro corpi.
Poi il tempo ha steso un drappo sulla vicenda. Ma dopo novant' anni esatti, Angelika  torna a far parlare di se,  non con toni drammatici, ma come motivo d' incontro fra due comunità, quella greca di Inousses e quella italiana di Ribera, che si conosceranno e si confronteranno in una serie di manifestazioni di gemellaggio previste per il prossimo aprile, culminati nella scopertura di un monumento in memoria dei marinai greci e realizzato con le due stupende ancore del veliero recuperate dai sommozzatori del club Seccagrande.
Rievocare la storia dell' Angelika, non è stato inutile

  

                                         L'Angelika è la prima a sinistra

                                                                                

Il recupero di una delle due ancore

Il  monumento nel giorno dell'inaugurazione

 

La lapide nel cimitero di Ribera dove sono sepolti alcune vittime del naufragio

 

 

Seccagrande: il monumento dell'Angelika