Personaggi di Ribera

 

Domenico Macaluso: biografia
 
Attività professionale, culturale e subacquea




Domenico Macaluso è nato a Ribera il 7 agosto 1957.  
Si è laureato in Medicina e Chirurgia e si è specializzato in Urologia. E' attualmente nell'organico dell'AUSL n°1 di Agrigento, con la qualifica di Dirigente Medico nella Divisione di Chirurgia del Presidio Ospedaliero di Ribera. E' componente del Dipartimento d'Urgenza. E' stato docente alla scuola per Infermieri Professionali dell'Azienda Ospedaliera di Sciacca.E' formatore nei corsi di Primo Soccorso dell'Ufficio Educazione alla Salute dell'AUSL 1  P.O. di Ribera.
Dal 4/11/99 è responsabile dell'Unità Operativa di Endoscopia Digestiva della Divisione di Chirurgia del Presidio Ospedaliero di Ribera.
Attratto sin da giovane dall'ambiente marino e dalla Storia, nel corso degli anni ha gradualmente trasformato quella che era una semplice passione, in un vero impegno, costante, meticoloso e proficuo, intuendo che il mare, geloso custode di testimonianze storiche accumulate nell'arco dei secoli, offre un'enorme potenzialità di scoperte.  A partire dal 1987, ha intrapreso  una sistematica ricerca dei fondali dell'agrigentino, ma soprattutto si è attivato in una serie di iniziative volte alla salvaguardia del patrimonio culturale sommerso. Avendo cura di divulgare le importanti scoperte che effettuava, non ha tralasciato di avvicinare li giovani, al patrimonio culturale della Sicilia.
Per questi meriti, con Decreto Assessoriale n° 5948 del 22/4/97, è stato nominato Ispettore Onorario dell'Assessorato Regionale ai Beni Culturali.
Tra le scoperte che gli hanno consentito di far luce su eventi storici sconosciuti o dimenticati, vi è il ritrovamento di un aereo da caccia italiano della Seconda Guerra Mondiale, un Aermacchi C 202, inabissatosi durante la battaglia di Malta nel 1942 mentre tentava il rientro al Campo d'aviazione di Sciacca e danneggiato dopo un'azione di scorta a bombardieri. In collaborazione con lo Stato Maggiore dell'Aeronautica (Ufficio Storico), con il Museo Storico dell'Aeronautica, con il Museo della Piazzaforte di Augusta e persino con la collaborazione di ex piloti di caccia, è riuscito a ricostruire la storia dell'aereo (nella foto, con Walter Omiccioli, asso della II Guerra Mondiale: il pilota stringe trale mani la barra di comando del Macchi 202 trovato da Macaluso e uguale a quello che pilotava Omiccioli).

 

 


E' stato inoltre incaricato dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica, di curare le operazioni subacquee di recupero del relitto.
Evitando che venisse trafugata, ha recuperato l'elica del velivolo e dopo averne curato il restauro, ha collaborato alla realizzazione con essa, di un monumento ai piloti scomparsi durante la Seconda Guerra Mondiale.
La vicenda più ricca di risvolti socio-culturali, è stata la scoperta del relitto di un veliero greco, naufragato presso le coste siciliane, all'inizio del secolo.
Riuscito a trovare i finanziamenti per il recupero delle due splendide ancore della nave, progettava la realizzazione con queste, di un monumento ai caduti del mare. Intanto, con una meticolosa ricerca d'archivio, riusciva a risalire alla storia del veliero, I'Angelika, naufragato la notte fra il 6 / 7 febbraio 1906 mentre da Marsiglia, era diretto a Costantinopoli. Nel naufragio, erano morti tutti i marinai. Intanto, con i sub del Club Seccagrande, associazione di sommozzatori sportivi che presiede, recuperava le ancore, pesanti ciascuna circa 1800 Kg ed alte 3 m, dopo circa 100 ore di lavoro subacqueo invernale.

 

 

Scoperta la storia del veliero, contattava il Sindaco dell'isola greca da dove proveniva l'equipaggio, Inousses, per un gemellaggio con la comunità scolastica e amministrativa con Ribera, organizzato anche con la sezione agrigentina della Lega Navale e patrocinato dall'Unione Europea e dalla Regione Sicilia. Con quest'iniziativa, che ha avuto ampio risalto nella stampa italiana e greca, ha anche voluto coinvolgere i giovani, per avvicinarli e sensibilizzarli verso il mare ed il suo ambiente, secondo gli orientamenti della Lega Navale di cui è membro del direttivo e delegato per le attività subacquee della sezione di Sciacca.
A proposito di ambiente, tra le attività del suo Club, vi è la vigilanza sullo stato di salute dei fondali (inquinamento, mucillagine, proliferazione di Taxifolia, depauperamento dei banchi di Posidonia).
Spettacolare è stato il salvataggio di uno splendido esemplare di tartaruga marina del genere Caretta-Caretta che aveva ingerito della plastica.

 

 



Occupandosi di Protezione Civile, ha segnalato la presenza di due mine della seconda G. M., una "P200" con 200 Kg. di esplosivo ancora efficiente, una incagliata fra gli scogli di una spiaggia frequentata da bagnanti e l'altra prospiciente un importantissimo sito archeologico: ha partecipato alla loro neutralizzazione assieme agli operatori del Nucleo SDAI della Marina Militare; con gli artificieri ha nuovamente collaborato alla neutralizzazione di altri ordigni, due bombe d'aereo da 500 libbre, da lui rinvenute (nella foto, la mina italiana P-200).

 

 


Collabora attivamente anche con la Soprintendenza ai BB. culturali ed AA. di Agrigento ed ha effettuato numerose segnalazioni di siti archeologici.
Tra i più importanti rinvenimenti e oggetto d'interesse da parte della Soprintendenza, la scoperta di strutture sommerse e su terraferma, riferibili probabilmente ad una cittadina romana, Allavam, segnalata nell'Itinerario Antoniniano e mai localizzata. Questa scoperta è stata oggetto di una sua relazione al Convegno Nazionale di Archeologia Marina del Mediterraneo (Sciacca, febbraio 1995).
Inoltre, durante l'esplorazione subacquea di un lago sotterraneo all'interno di una grotta, ha rinvenuto vasellame neolitico, ma questa esplorazione speleologica è stata proficua anche sotto l'aspetto paleontologico, avendo rinvenuto tra il sedimento del lago, ossa di animali estinti (materiale tuttora oggetto di studio).
 

 

Recentemente ha segnalato la presenza di strutture sommerse prospicienti il sito archeologico di Eraclea Minoa, probabilmente riferibili a strutture portuali dell'antica città: la segnalazione è di estrema importanza ed è stata inserita nel progetto finanziato dalla Comunità Europea EIS (Ricerca di porti ed approdi dall'antichità al medioevo).
Nei pressi di una torre costiera non inserita nel sistema delle torri di avvistamento di Spannocchi-Camilliani, ha condotto l'esplorazione sotterranea di un sistema artificiale di convogliamento delle acque, scoprendo che serviva ad alimentare un antico Trappeto di canna da zucchero, chiarendo il ruolo di quella torre, posta cioè a protezione di un villaggio, i cui antichi abitanti lavoravano alla produzione della preziosa melassa.
Credendo fermamente nel potere educativo della storia e nell'importanza del coinvolgimento della comunità in cui opera, è stato socio fondatore della sezione riberese dell'Archeoclub d'Italia.
Altra sua importante segnalazione dopo un'accurata ricerca storica, è stata la scoperta di un affresco nella cappella di un casale dei Padri Gesuiti, che presenta impressionanti similitudini con l'opera del pittore Guglielmo Borremans.
L'interesse per la storia e l'impegno nella sua divulgazione, non sono limitati comunque al periodo preistorico o arcaico, ma abbracciano anche la storia contemporanea. A proposito di questo, è stato artefice di una importante scoperta di storia aeronautica e per tale motivo è stato protagonista di un servizio trasmesso da Rai 2 - Mixer, il 22 febbraio 1996 (nella foto, la troupe di Mixer diretta da Celestino Elia).
 

 


Inoltre ha curato l'organizzazione di un Convegno di Storia Contemporanea che ha avuto per tema “Lo sbarco degli Alleati in Sicilia” (nella foto, col sen. Salvatore Di Benedetto, presidente dell'Assoc. Nazion. Partigiani d'Italia).

 

 


Nel corso delle manifestazioni è stato scoperto un monumento realizzato nell'atrio del Municipio di Ribera, con l'elica di un velivolo della II G.M. da lui rinvenuto.
Nei primi mesi del `97, si è distinto per una importantissima segnalazione di archeologia subacquea, avendo ritrovato una considerevole quantità di materiale fittile, riconducibile probabilmente ad un naufragio, avvenuto nel IV secolo d.C. presso le coste agrigentine. L'aspetto notevole di quest'ultima scoperta è dato in particolare dal rinvenimento di un frammento di piatto (ceramica sigillata nord-africana) dove è raffigurato il dio pagano Bacco, ma soprattutto da uno splendido piatto di 58 cm. di diametro, raffigurante probabilmentel'imperatore Costantino ed i suoi discendenti Valentiniano II ed Onoria Gratia. Questa scoperta consente di far luce sulla diffusione del cristianesimo in Sicilia, nel IV secolo, un periodo storico ancora poco chiaro, caratterizzato da numerose successioni dinastiche.
 

 


L'attività più intensa e proficua da lui svolta, è stata in favore della tutela dei beni archeologici che giacciono nel Mediterraneo, beni che oggi vengono aggrediti con l'ausilio di strumenti sofisticatissimi, che oltre a sottrarre tale patrimonio, determinano danni irreversibili ai siti sommersi.
Questa attività, lo ha portato nel luglio '97, a denunciare alle Autorità Regionali, al Parlamento Italiano e al Tribunale Internazionale del Mare, un'azione di sottrazione di beni archeologici giacenti nei fondali del Mediterraneo, ad opera del geologo americano Robert Ballard, recupero effettuato con tecnologia sofisticatissima e grazie all'ausilio di un sommergibile nucleare. Una missione annunciata come semplice mappatura di relitti nel Canale di Sicilia, era realtà il saccheggio di importanti siti archeologici. Conscio che il Mediterraneo è custode di innumerevoli testimonianze e prezioso giacimento di vestigia che possono aiutare a fare Storia, si attivava in una serie di iniziative, quali la segnalazione della probabile sottrazione di beni culturali indirizzata all'Assessore Regionale della Sicilia ai Beni Culturali (che con una nota al Parlamento Europeo, chiedeva misure contro il saccheggio dei beni subacquei), con una comunicazione ad un Deputato nazionale (che formulava un'interrogazione parlamentare) e con una intervista rilasciata al quotidiano “la Repubblica” (2 agosto '97): alla sua intervista, seguiva la presa di posizione da parte di archeologi, di soprintendenti e di politici italiani, che confermavano la gravità dell'azione denunciata dal dr. Macaluso.
La procura delle Repubblica di Sciacca, apriva un'inchiesta per presunta violazione delle acque territoriali italiane.
In un articolo pubblicato sul "The Times" il 2 agosto 1997, i responsabili della missione statunitense, erano costretti a giustificare la loro azione ed a scusarsi con le autorità siciliane.
Al XV Convegno Internazionale "Mare e Territorio", relazionava sul tema "Uomo ed ambiente sottomarino", sottolineando l'esigenza di rispettare il delicato equilibrio del mondo subacqueo e di salvaguardarne il patrimonio archeologico.
L'11 ottobre 1997, a Giardini di Naxos, interveniva alla XII Rassegna di Archeologia Subacquea, dove suggeriva gli strumenti utili a proteggere il patrimonio archeologico giacente nel Mediterraneo e dove sottolineava l'inadeguatezza delle convenzioni internazionali sul diritto di recupero dei beni sommersi.
 

 


Il 12/14 novembre1997, partecipava al IV Forum sull'Eredità Culturale del Mediterraneo, svoltosi a Malta, quale rappresentante della Regione Siciliana. Durante il Convegno, rivolgeva un appello ai rappresentanti scientifici dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, esortandoli ad una politica comunitaria di ricerca e salvaguardia dei beni storici giacenti nel Mediterraneo: il suo appello era accolto favorevolmente e veniva stilata una risoluzione firmata da tutti gli scienziati, compresi i rappresentanti di Gran Bretagna, Tunisia, Slovenia e Croazia.
 

 


Analogo appello, lo rivolgeva, durante i lavori del Congresso Internazionale "Il Canada, l'Italia ed il Mare", agli scienziati nordamericani (Palermo, 6/7 dicembre 1997), dopo una relazione sui traffici commerciali nell'antichità.
Nel mese di novembre 1997, curava l'organizzazione del Seminario di Archeologia Subacquea, svoltosi nella sala convegni del Museo Archeologico Regionale di Agrigento, che vedeva tra i relatori, insigni esperti di Archeologia e di Diritto, sia nazionali che internazionali (nella foto, con la dr.ssa Fiorentini, Soprint. ai BB.CC. della prov. di Agrigento).

 

 


Nel maggio '98, una troupe della RAI, sulla scia del ritrovamento della statua bronzea di un satiro nel Canale di Sicilia, realizzava un servizio per la trasmissione "Mixer" sulla situazione dell'archeologica subacquea nell'Isola, seguendo il dr. Macaluso in immersione, in un sito archeologico sottomarino.
Analoga intervista, veniva realizzata per la trasmissione televisiva "Linea Blu", andata in onda su RAI - Uno il 22 agosto 1998 (nella foto, l'imtervista con Donatella Bianchi)
 

 



Ha partecipato quale relatore, al Palazzo dei Congressi dell'EUR di Roma, al seminario "Prospettive di Sviluppo del Mediterraneo" (25/6/1998), volto ad individuare principi etici e modalità operative, finalizzati a perseguire il recupero culturale, ecologico e socioeconomico del sistema Mediterraneo-Mar Nero. I lavori del simposio, sono stati  trasmessi via satellite all'Esposizione Universale di Lisbona. In quella sede, ha discusso sulla delicata  questione del diritto di recupero e della proprietà dei beni archeologici sommersi, apertasi dopo la missione dell'oceanografo Robert Ballard nel Canale di Sicilia; ha quindi affrontato il problema del Diritto internazionale del Mare nel settore dell'Archeologia Subacquea ed ha  sottolineato che i beni culturali che giacciono nei nostri mari, sono patrimonio ed eredità culturale non solo dei Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo. Ha anche rimarcato la grande potenzialità che questo patrimonio può offrire, se correttamente valorizzato, proponendo una nuova forma di turismo, che utilizzi proprio i mezzi tecnologici usati sinora per razziare i siti sommersi, per effettuare invece visite virtuali o fisiche di tali siti, che in tal modo non verrebbero danneggiati. Ha infine ottenuto, che nella mozione finale, venisse inserita la richiesta di concreti provvedimenti legali, volti alla salvaguardia di questo delicato e prezioso patrimonio". Una sua intervista, veniva trasmessa  su Radio-Rai Uno. In un incontro avuto con il Ministro degli Esteri Lamberto Dini nel maggio del 1998, manifestava la sua preoccupazione per il destino del patrimonio culturale sommerso e gli consegnava una relazione dettagliata sulla questione, sollecitando una serie di incontri tra i Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, per concordare una serie di misure comuni, volte ad evitare ulteriori aggressioni a tale patrimonio.

 

 


La segreteria del Ministro, lo informava di seguito, delle iniziative intraprese dal Ministro. Ritenendo indispensabile, dopo i casi di sottrazione di reperti archeologici dal canale di Sicilia da parte di Stati extramediterranei, di estendere il potere territoriale italiano costiero da 12 a 24 miglia, con la dichiarazione da parte del Governo Italiano della "Zona Contigua Marittima", si attivava assieme ad esperti di Diritto Internazionale, nel richiedere questo importante strumento legale; esaminata la questione, il deputato Antonino Mangiacavallo, il 14 luglio 1998, presentava al Parlamento Italiano, la proposta di legge della istituzione di una zona contigua al mare territoriale.
Il 12 dicembre 1998, è stato relatore alla conferenza "Nautica da diporto sul litorale agrigentino" dove ha sottolineato come un incremento degli approdi turistici e la corretta valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, determinerebbe un notevole aumento del flusso turistico sulla nostra Isola.
Consulente in una serie di trasmissioni televisive prodotte dalla RAI (Geo & Geo, Mediterraneo e Linea Blu), che divulgano la ricchezza del patrimonio paesaggistico e culturale della Sicilia.
Ha recentemente pubblicato con il dr. Gaetano Allotta, il libro "Archeologia Marina e Diritto del Mare".
Il 29 maggio 2000, su invito del direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, ha tenuto una conferenza sul tema “archeologia subacquea e Diritto internazionale” presso l'Ambasciata Italiana di Bruxelles (nella foto con il direttore dell'Ist. Ital. di Cultur, dr. Xausa).

 

 




Il 22 ottobre 2000, alla VII Biennale Internazionale del Mare, è stato relatore con il tema “Nascita dell'isola Ferdinandea nel 1831: problemi di Diritto Internazionali tuttora irrisolti”.
Il 23 giugno 2001, è stato relatore al 2° Convegno Internazionale sulle Coste del Mediterraneo, organizzato dal CNR di Napoli, col tema “Erosione marina ed aggressione al patrimonio culturale costiero” (Napoli, villa Campolieto; nella foto a sn, con i rappresentati della Palestina, dell'Israele e con il ministro dell'ecologia della Tunisia).



 

 



Nel 1999, ha coordinato per la sezione agrigentina della Lega Navale Italiana e l'Ordine dei Geologi della Sicilia, una serie di missioni scientifiche sui resti del vulcano sommerso nel Canale di Sicilia, chiamato Banco di Graham, vulcano che per soli cinque mesi nel 1831, era stata l'effimera isola, chiamata oltre che Graham, Ferdinandea, Giulia, Nerita e persino Sciacca, oggetto di contenzioso tra Gran Bretagna, Regno delle Due Sicilie e Francia. In seguito alle missioni dall'alto contenuto scientifico, dal punto di vista della vulcanologia e sul rischio sismico, seguite dalla stampa e dalle televisioni non solo italiane, si è nuovamente tornato a parlare di sovranità in caso di riemersione della Ferdinandea, per cui il dr. Macaluso, si è fatto promotore, col presidente della sezione di Sciacca della Lega Navale Italiana, avv. Gaspare Falautano, di un'iniziativa singolare, la posa di una lapide sui resti sommersi del vulcano, dove è riportata la rivendicazione non territoriale, ma culturale, del popolo siciliano; alla cerimonia di deposizione della lapide, ha invitato per questo motivo, il discendente diretto del re Ferdinando II di Borbone, il principe Carlo, che simbolicamente ha affidato la lapide ai sommozzatori (nella foto con il pr.pe Carlo di Borbone, Puccio Corona ed il pres. della Lega Navale di Sciacca, Gaspare Falautano).
 

 


Sui potenziali rischi per la costa sud-occidentale della Sicilia, legati all'attività del vulcano sottomarino, nel mese di novembre 2000, ha collaborato all'organizzazione di un convegno scientifico a Sciacca.
Al Convegno Nazionale dell'Ordine dei Geologi di Sicilia (settembre 2001), ha presentato un documentario con le immagini esclusive del vulcano sommerso nel Canale di Sicilia, mentre lo Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, nel suo organo di stampa Rivista Marittima, affrontava le questioni di Diritto Internazionale, relativamente alla nascita di nuove terre, facendo riferimento alle missioni subacquee del dr.Macaluso.
Dal marzo 2001, con tessera n° 791, è membro della “Federation des Journalistes et Ecrivains du Tourisme” ed ha pubblicato aticoli per Archeologia Viva, Storia Militare, il Subacqueo e Mondo Sommerso.
Relatore alla XV Rassegna Internazionale di Archeologia Subacquea (ottobre 2001), a Giardini di Naxos, con le scoperte archeologiche effettuate nella costa occidentale della Sicilia.
Recensioni sulla sua attività, sono state riportate sui maggiori giornali italiani (l'Espresso, Focus, Corriere della Sera, la Repubblica) ma anche sul Sunday Times, su l'Independent e su giornali argentini (Ambito Nacional) e cileni (la Tercera).
Quale riconoscimento a questo continuo e costante impegno, in una manifestazione promossa dal CONI e da "Mare Vivo", gli è stato conferito il premio "Delfini d'Oro" per il 1996, gli è stato assegnato il premio Castore e Polluce "Uomo del Mare 1997", dalla Lega Navale Italiana e nel mese di giugno 2000, gli è stato conferito il premio Franco Papò per l'archeologia subacquea (nella foto, Carla Papò gli consegna il premio).

 

 



Per aver contribuito con il suo impegno a tenere alta l'immagine della Sicilia, il 6 luglio 2001, il principe Carlo di Borbone, gli ha consegnato il premio “la Fenice”.
Dietro richiesta del papas della Cattedrale di Inousses, si interessava e riusciva ad ottenere dal Vaticano, una reliquia di S.Nicola, che consegnava il 1 dicembre al sindaco di Inousses (nella foto, la consegna della S.Reliquia a bordo della fregata greca Spetse).
 

 


Per questo motivo, per avere ritrovato il relitto e la memoria del veliero Angelika e per avere creato dei legami di amicizia tra la Sicilia e la Grecia,
il 17 dicembre 2001, gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Inousses, Grecia (nella foto, con il sindaco di Inousses, Evangelos Angelakos e con papas Karavas, durante la cerimonia).