RU486: LA REGIONE TOSCANA AUTORIZZA L'ABORTO FARMACOLOGICO SENZA NECESSITA'  DI ULTERIORI SPERIMENTAZIONI

Roma, 7 aprile 2003

La Giunta Regionale della Toscana ha deliberato con voti unanimi di autorizzare, in base alla legge 194/78, l'interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico. Si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale perché il provvedimento diventi esecutivo. La Giunta Regionale ha ritenuto "indispensabile una piena applicazione della legge 194/78 al fine di assicurare un servizio sempre più rispettoso delle scelte delle donne, della loro dignità, riservatezza e integrità psico-fisica".
La Giunta ha preso atto che il ricorso alla pillola abortiva rappresenta un metodo meno invasivo rispetto all'intervento chirurgico e che tale metodo è già applicato in quasi tutti i paesi dell'UE, nonché nel Nord America, Australia, Cina e India; inoltre, considerato che l'impiego di Mefipristone assieme al Misoprostolo è già ampiamente sperimentato nel mondo, con precise indicazioni, limitazioni e controlli, ha ritenuto che "ulteriori sperimentazioni non avrebbero nessuna utilità né scientifica né pratica".
 Dato che il Mefipristone non è attualmente commercializzato in Italia, la delibera richiama il D.L. 29.05.1991, n. 178 (art. 25, c. 7), che consente l'importazione di medicinali non registrati in Italia purché destinati ad un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni. Per quanto riguarda il Misoprostolo, che è registrato con altra indicazione terapeutica, il documento richiama la L. 08.04.1998, n. 94, e in particolare l'art. 3, c. 2, relativo all'impiego di medicinali al di fuori delle indicazioni terapeutiche, vie o modalità di somministrazione approvate dal Ministero della Salute. In base a queste considerazioni è possibile far ricorso a farmaci già in uso in altri paesi di cui risulti comprovata l'efficacia e la sicurezza d'impiego. Considerato che il trattamento farmacologico, secondo quanto emerge dalla pratica clinica già in uso all'estero, necessita di una serie di accorgimenti di tipo sanitario che coinvolgono anche aspetti organizzativi da parte delle strutture impegnate nelle varie fasi del trattamento stesso, oltreché degli adempimenti al sistema di procedure e garanzie della legge 194/78, la Giunta ha deliberato che, qualora l'interruzione volontaria di gravidanza venga praticata con il trattamento farmacologico, debbano essere seguite le indicazioni dell'allegato A: "Criteri e modalità da seguire per l'esecuzione dell'aborto medico".

L'Associazione radicale di Siena "Global Democracy" e le associazioni radicali della Toscana hanno deciso di organizzare a Lucca, nei primi giorni di maggio, un convegno per sottolineare l'importanza di questa decisione, che è un piccolo passo, ma nella direzione giusta. Il convegno sarà anche un'occasione per valutare cosa possono fare i radicali per assicurare a tutti i cittadini una piena applicazione della legge e per capire come le altre regioni possano mettere a frutto l'esperienza della regione Toscana.

Dichiarazione di Antonella Dentamaro della direzione di Radicali italiani:
"Le risposte alle nostre diffide inviate a tutti i presidenti di regione per la non applicazione dell'articolo 15 della legge 194 (relativa all'aggiornamento medico sulle nuove tecniche di interruzione della gravidanza e al loro utilizzo) fanno immancabilmente riferimento all'impossibilità di utilizzare la RU486 perché non registrata in Italia.
La decisone della Giunta della Toscana dimostra come il rifiuto di introdurre l'aborto farmacologico come alternativa a quello chirurgico sia fondato su pregiudizi etici più che sulle norme di legge."