BASILICATA - UNA POLTRONA PER DUE

Lettera aperta a Gabriele Di Mauro

di Maurizio Bolognetti
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Nutro da sempre una sincera stima nei confronti di Gabriele Di Mauro, compagno ed amico di numerose battaglie.

Ma proprio per la grande stima e per l’amicizia di cui Gabriele mi onora ritengo doveroso porgli alcune domande, forse ingenue, sulla mancata elezione di Casaletto alla presidenza dell’ARDSU.

Di Mauro parla di “imboscata, credibilità, del duro colpo inferto al progetto della Margherita, di sfregio al principio di convivenza, di spirale degenerativa.”

Parole dure, anzi durissime, dietro le quali, però, si intravede un’assoluta e desolante mancanza di contenuto politico.

Se la credibilità di una coalizione, la forza e le prospettive di un progetto politico e la “serena convivenza” delle varie anime della Margherita rischia di andare in frantumi sullo scoglio della mancata elezione di Pasquale Casaletto, allora la Margherita di Basilicata è un malato in stato pre – comatoso, con scarse possibilità di guarigione.

Caro Gabriele, il caso Casaletto – Mongiello, molto più semplicemente, rappresenta l’ennesimo episodio di una faida partitocratica, condotta senza esclusione di colpi e che vede e vedrà sempre di più, con l’approssimarsi delle importanti scandenze elettorali del 2004, tutti conto tutti.

Caro Gabriele, si sono aperte le danze e tu che sei uno dei migliori ballerini regionali e che da sempre ti esibisci in virtuosismi degni del miglior Nureev, dovresti saperlo bene.

Francamente, caro Gabriele, mi sfugge totalmente il significato politico della mancata nomina di Casaletto. Certo, uno dei tuoi luogotenenti, almeno per ora, non potrà riscaldare la poltrona di uno degli innumerevoli enti regionali, ma si sa, nella nostra bella e generosa Basilicata, la Presidenza di un ente non si nega a nessuno, soprattutto in vista di appuntamenti elettorali.

Piuttosto, sarebbe interessante capire quanto la moltiplicazione di enti, presidenze e quant’altro, vada ad incidere sulle tasche dei contribuenti lucani.

Piuttosto, dovremmo chiederci quanto costa alla collettività la necessità di partiti e partitini di occupare, in maniera pervasiva, oserei dire quasi militare, il territorio.

Caro Gabriele, la politica lasciala stare; sai meglio di me, che “l’affaire Casaletto” con la politica, quella vera, quella dove si governa per fare gli interessi della collettività e non quelli dei propri amici e famigli, c’entra come il cavolo a merenda.

Mi sarei aspettato che la Margherita andasse in frantumi o in crisi su ben altre questioni: ad esempio sullo statuto regionale, sulla legge elettorale e invece no, lì siete tutti daccordo, magari per aumentare il numero dei consiglieri regionali e per peggiorare, ulteriormente, l’attuale indecente legge elettorale.

Perché no? 30 Consiglieri sono davvero pochi, meglio 40 o 50, così la prossima volta riusciremo a sistemare qualche Casaletto in più e non dovrete litigare per una presidenza o investirvi di poteri divini per la necessità di moltiplicare enti e poltrone in modo da soddisfare le fameliche truppe del vostro seguito.

No! La politica in questa storia è davvero innocente, è davvero assente e la sua assenza mette in risalto le povere e misere beghe di partito che affollano le cronache regionali.

Con rinnovato affetto.


25 luglio 2003
 
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