RU486 – POTENZA: SIT-IN DAVANTI AL CONSIGLIO REGIONALE

di Maurizio Bolognetti
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POTENZA - MERCOLEDI’ 5 MARZO, A PARTIRE DALLE ORE 9.00, MAURIZIO BOLOGNETTI, SEGRETARIO DI RADICALI LUCANI, TERRA’ UN SIT-IN DAVANTI ALLA SEDE DELLA GIUNTA REGIONALE UBICATA IN VIA ANZIO, PER SENSIBILIZZARE LA GIUNTA E IL CONSIGLIO SULLA QUESTIONE DELLA RU486.

NEL CORSO DELLA MANIFESTAZIONE SARA’ DISTRIBUITA AI CONSIGLIERI PRESENTI LA “PILLOLA DEL GIORNO DOPO”, MEGLIO NOTA COME NORLEVO E MATERIALE INFORMATIVO SULLA RU486.

La richiesta, avanzata da Radicali Lucani, di sperimentare la pillola abortiva presso l’ospedale San Carlo di Potenza, ha evocato le legioni di Santa Romana Chiesa e tra una conferenza stampa, convocata da Monsignor Superbo e una rappresentazione teatrale, organizzata dal “Movimento per la Vita”, gli Zuavi pontifici, nella giornata di domani, prenderanno d’assalto, non il palazzo d’inverno, ma la sede del Consiglio regionale di Basilicata, che speriamo possa essere finalmente teatro di un autentico confronto, che ci faccia capire quali sono le posizioni e le intenzioni di tutte le forze politiche regionali sul tema.

E già, perché negli ultimi mesi l’unico reale confronto sul tema si è svolto tra Radicali, Curia e Associazioni cattoliche, con alcuni estemporanei, imprecisi e retorici interventi di esponenti politici, che hanno confuso la Ru486 con la “Pillola del Giorno dopo”.
Degli “altri”, quelli che in camera caritatis ci dicevano di essere favorevoli, nessuna notizia, tutti attanagliati da improvvisa e inspiegabile afasia.

Ora, abbiamo una grande opportunità offerta da un ODG che sarà discusso in consiglio nella giornata di domani; mi auguro che esso non sia solo l’occasione per rappresentare uno stanco gioco delle parti, ma che produca delle azioni consequenziali alle dichiarazioni, che spero di poter ascoltare. Ci auguriamo, davvero, che l’occasione offerta al Consiglio, da parte dei Consiglieri Di Gilio e Melfi, sia sfruttata fino in fondo e non sia solo occasione per mere declamazioni ed esercizi di retorica pro e contro la proposta di sperimentazione che abbiamo avanzato.

Certo, il viatico al dibattito non è dei migliori, visto che abbiamo assistito fino ad oggi ad uno stucchevole scarica barile tra Regione, San Carlo, Comitato Etico, con i pochi medici non obiettori che hanno cercato di rendersi invisibili, presumo per evitare le folgori di Monsignor Superbo e i sopra citati intenti a giocare al gioco del cerino o forse a quello delle tre carte.

A tutti coloro che domani saranno protagonisti di questo dibattito, voglio ricordare, che dal settembre del 2001, attendiamo una risposta ad un atto di diffida, inviato dal Segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone, al Presidente Bubbico e che l’articolo 15 della legge 194/78 recita: “Le regioni, d’intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l’aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”.

Da quanto riportato, dunque, risulta evidente la responsabilità e la competenza della Regione rispetto alla questione aborto farmacologico.

Voglio, poi, sottolineare quanto riportato nell’atto di diffida inviato al Presidente: “in questi anni si e' diffusa una pratica non chirurgica per interrompere la gravidanza, una pratica farmacologica, basata sul principio attivo della pillola RU486, e che già mezzo milione di donne ne hanno fatto uso nei Paesi dell'UE (Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Danimarca, Finlandia e Belgio) e in Svizzera e negli Stati Uniti. La letteratura internazionale è ormai concorde nel considerare l’aborto farmacologico una sicura ed efficace alternativa a quello chirurgico, un’opzione decisamente meno invasiva spesso più accettata dalle donne per motivi sociali e psicologici, evidenziando che molte donne preferiscono evitare l’anestesia generale, che altre sono più rassicurate se le modalità dell’aborto simulano quello spontaneo e che anche la riservatezza sembra essere meglio garantita.”

Voglio, ancora, ricordare, in particolare ai presentatori dell’ODG, nel quale si fa riferimento alle parole di Superbo, che, in un Paese che si dichiara al 90 per cento cattolico, nel 1981, gli italiani bocciarono, a larghissima maggioranza, un referendum proposto dal Movimento per la Vita, finalizzato all’abrogazione della 194/78.

A tutti dico, che dobbiamo e possiamo consentire alle donne la possibilità di scegliere tra varie modalità abortive, in un Paese, che, anche grazie ai vari Movimenti per la Vita, ha avuto ed ha una pessima informazione sui metodi contraccettivi.

A tutti ricordo il motto di Cavour “Libera Chiesa in Libero Stato” e dico che non abbiamo di certo bisogno di uno Stato che imponga la morale e l’etica, vera o presunta, di alcuni al mondo universo: la questione che poniamo è una questione di libertà.

Proprio per ribadire quanto affermato, terrò, a partire dalle ore 9 di mercoledì 5 marzo, un Sit-In in via Anzio, davanti alla sede del Consiglio Regionale. Nel corso della manifestazione, distribuirò ai Consiglieri presenti la famosa o famigerata, fate voi, pillola del giorno dopo e materiale informativo sulla Ru486.

P.S.

Naturalmente, mi auguro che nel frattempo l’assessore Straziuso decida di ricevermi e di accettare un confronto chiarificatore su compiti e competenze della Regione. Analoga richiesta, evidentemente, rivolgo al Presidente Filippo Bubbico.

4 marzo 2003
 
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