Da una parte la manifestazione nazionale convocata a Scanzano, dallaltra
la Manifestazione di Caorso. Da una parte qualcuno invoca la secessione,
dallaltra qualcuno lha invocata in passato.
Da entrambe le parti, la Partito-sindacatocrazia, che mette il cappello
sulle paure, la rabbia, le preoccupazioni degli italiani, su un tema delicato
come il nucleare e lo stoccaggio delle scorie radioattive. I cittadini
Lucani con i loro giusti e giustificati risentimenti, la rabbia e le preoccupazioni
dettate, anche o soprattutto, dalle modalità con cui il decreto
governativo è piovuto sulle loro teste. Preoccupazioni più
che giustificate, nel Paese delle croniche emergenze e delle decisioni
prese sullonda di stati emotivi che spesso diventano confusionali.
I padani, altrettanto preoccupati dalla prospettiva di continuare a tenersi
in casa i rifiuti nucleari.
In mezzo anni e anni di mancanza di dibattito, di conoscenza sulle scelte
energetiche e sulla monnezza nucleare e non. Un Paese in cui lo smaltimento
di certi rifiuti ha riempito campi e anfratti di discariche abusive gestite
dalle ecomafie. Ambientalisti di varie tendenze che giocano con le paure
della gente. Non è un caso che in queste ore, che rischiano di
diventare ore di disperazione anziché di lotta e discussione, nessuno
ponga al centro delle sue riflessioni il tema della conoscenza.
Mi piacerebbe che tutto questo, che questo scontro nord-sud, si trasformasse
in altro; vorrei che tutti assieme ponessimo con forza la questione della
legalità, del conoscere per deliberare.
Poco fa, ho chiesto ad alcuni amici, anche della stampa regionale, di
provare a fare uno sforzo, ad immaginare quale messaggio potrebbe arrivare
da questa Regione se, anziché bloccare le strade, esercitando una
oggettiva violenza nei confronti di altri cittadini, 10mila o 100mila
Lucani decidessero di avviare un Satiagraha, uno sciopero della fame,
di quelli con i tre sbeffeggiati cappuccini(600 calorie), per chiedere
il ripristino della legalità violata, per dire abbiamo sete di
verità e di conoscenza, per dire vogliamo che ci tiriate fuori
dallignoranza, per dire vogliamo un dibattito vero sul nostro futuro
energetico e sulla monnezza, sul riciclaggio e sugli inceneritori, sulleolico
e sul nucleare, sul solare e sullidroelettrico.
Per dire: vogliamo meno Cogne e più discussione su
questioni che riguardano la nostra vita.
E cosa succederebbe, se a questo esercito nonviolento, pronto ad utilizzare
il proprio corpo come arma e strumento di dialogo, si unissero
anche i cittadini di Caorso.
Cosa succederebbe se tutti dicessero no agli abiti stretti di uno scontro
che rischia di diventare etnico e allinterno del quale le ragioni
di tutti e di ciascuno spariranno per dare spazio ad altro.
Ed è proprio per questo, che dalla mezzanotte di oggi, inizierò
uno sciopero della fame, come detto, sciopero di dialogo, auspicando che
in tanti vorranno aggiungersi, in queste ore, per chiedere, lo ripeto,
legalità e conoscenza.
Per intanto, ribadisco linvito al Governo a ritirare un Decreto,
che per tempi e modalità, è stato una scelta, che per usare
un eufemismo, potremmo definire infelice. Chiedo a tutti, ad iniziare
dal Presidente della Regione Filippo Bubbico, allamico Gianfranco
Blasi, di unirsi a me, anche nella richiesta di porre fine ai blocchi.
|