Sul finire degli anni 80 sono stato uno dei tanti militanti radicali
impegnati nella raccolta firme sul referendum che portò alla fine
dellesperienza nucleare italiana. Ciò detto, in merito allo
stoccaggio di scorie radioattive a Scanzano non mi soffermerò sulla
questione sicurezza. Il sito probabilmente è sicuro o forse non
lo è, ma la discussione non può e non deve incentrarsi sulla
sicurezza dello stesso, altrimenti qualcuno, e con una qualche ragione,
potrebbe risponderci che quelle scorie da qualche parte andranno pure
stoccate.
Le domande sono altre, dobbiamo gridare a gran voce che stoccare, in quel
bellissimo angolo di Basilicata, 80mila metri cubi di scorie radioattive,
significa dare un colpo mortale alle aspirazioni turistiche e al comparto
agricolo.
E davvero insensato, infatti, investire centinaia di miliardi, anche
o soprattutto di fondi europei, per far decollare e sostenere il comparto
agricolo, per far decollare il settore turistico e poi trasformare quella
stessa zona in una pattumiera per le scorie radioattive Tra laltro,
particolare non trascurabile, il sito individuato, si trova in un giacimento
di salgemma alla foce del fiume Cavone, che è sito dinteresse
comunitario, dunque protetto dallUnione Europea.
Tanto protetto da spingere il 28 agosto del 2003 gli europarlamentari
radicali Turco e Cappato e il sottoscritto a presentare alla Commissaria
Europea per lambiente, Margot Wallstrom, una richiesta di procedura
dinfrazione per gli insediamenti turistici che stanno sorgendo nella
zona.
Insomma, rimane la netta sensazione di trovarsi di fronte ad un colossale
corto circuito.
Non posso che concludere con uno degli slogan che accompagnarono la campagna
antinucleare:
BETTER ACTIVE TODAY THEN RADIACTIVE TOMORROW
MEGLIO ATTIVI OGGI
CHE RADIOATTIVI DOMANI.
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