Il poco pacifico popolo della pace |
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di Maurizio
Bolognetti
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Ho avuto la sventura, nella serata di ieri, di partecipare ad un dibattito organizzato dall'ineffabile Presidente del Consiglio Comunale, Wanda Mazzei, c/o la Camera di Commercio di Matera. Ad onor del vero, più che un dibattito, come ho scoperto a mie spese, la serata è stata e doveva essere una apologia della pace, intrisa di retorica terzomondista, di relativismo kulturale, di pacchiano buonismo. La Presidente, assisa in trono e circondata dalla sua corte, fatta di centri sociali, no-global, ecologisti della domenica, ex, post e vetero-comunisti, galleggiava eterea in un'atmosfera surreale, dove tutti gli intervenuti ci raccontavano la cattiveria degli sporchi occidentali, naturalmente americani in primis, senza spendere una sola parola sulla tragedia vissuta da oltre 2 miliardi di persone che vivono sotto il giogo di dittatori e dittature. In questo idillio, intriso di ipocrisia e di buoni sentimenti a buon mercato, nonostante tutto, ho deciso di prendere la parola per cercare di porre alcune questioni, nel tentativo di aprire un minimo di reale dibattito che potesse rompere il clima apologetico che aleggiava nella sala. Apriti cielo! Le vagonate di buoni sentimenti presenti si sono immediatamente trasformate in insulti, fischi e inviti ad andare via, in: "amico di Berlusconi", "provocatore", ecc.ecc. I pacifici pacifisti, con un'inversione a 180° gradi, si sono trasformati in pasdaran della rivoluzione, in difensori del verbo e di chissà quale verità rivelata; gli sguardi, da beati che erano, hanno iniziato ad esprimere un atavico odio; la serenità del loro stucchevole conformismo anticonformista ha ceduto il posto al desiderio di allungare le loro pacifiche manine sul collo del sottoscritto. Probabilmente, gli amici del social forum avrebbero, molto volentieri, organizzato un linciaggio stile KKK o una rivoltina stile genovese; il clima d'odio si è impadronito della sala e di quelle anime candide. L'ottima Presidente Mazzei, per parte sua, ha assistito impassibile per almeno tre minuti alla fiera dell'insulto e al clima d'odio che montava nella sala, per poi decidersi ad intervenire su mio invito, rivolgendo ai facinorosi astanti un timido e poco convinto appello ad assumere atteggiamenti più consoni alla situazione e, aggiungendo, che tanto, poi, avrebbero potuto replicare. Chissà perché, "quel tanto, poi, potrete replicare" è risuonato nelle mie povere orecchie quasi come una minaccia. E pensare che per scatenare il sopra descritto clima d'odio e il festival dell'insulto è stato sufficiente che fossi presentato come radicale. Intanto, alcuni amici presenti nei corridoi della Camera di Commercio materana, subito dopo, mi hanno riferito, che la consigliera comunale Santochirico, sorella del potentissimo presidente dell' Acquedotto Lucano SPA, al solo sentire che il sottoscritto sarebbe intervenuto, ha commentato a gesti fin troppo eloquenti il suo disappunto. A nulla è valso il tentativo di porre la questione dell'Organizzazione Mondiale delle Democrazie, il parlare di Montagnard o altro. Io, in quella sala, ero il nemico, l'amico di Berlusconi, l'amico di Bush e degli sporchi americani, uno sporco sionista amico di sionisti, uno schifoso simpatizzante dell'internazionale delle multinazionali, ma soprattutto radicale, il che sembrava essere per molti dei presenti l'insulto peggiore. Non c'e che dire, proprio una bella serata, proprio bello questo popolo della pace, proprio sinistra questa sinistra diessina, con il suo corollario di slogan da discount della politica; proprio una bella tavola della pace, pronta a trasformarsi in un robusto pugno da dirigere sulla faccia di qualsiasi opinione eterodossa. |
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7 ottobre 2003 | ||