POTENZA - MERCOLEDI'5 NOVEMBRE, ORE 12.00 SALA "AGRI"CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
"MONTAGNARD, GLI ALLEATI DIMENTICATI"
LA BASILICATA INCONTRA KOK KSOR |
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di Maurizio
Bolognetti
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POTENZA Mercoledì 5 Novembre,alle ore 12.00,presso la sala Agri del Consiglio regionale della Basilicata,si terrà una Conferenza stampa/incontro-dibattito con il leader della Montagnard Foudation Kok Ksor.
Saranno presenti allincontro:
Kok Ksor Presidente della Montagnard Foudation Membro del Consiglio Generale del PRT
Filippo Bubbico Presidente della Giunta Regionale
Ernesto Navazio Sindaco di Melfi
Franco Simone Sindaco di Tramutola
Antonio Pisani Capogruppo SDI alla Regione Basilicata
Rocco Orlando Assessore alla Pubblica istruzione della Provincia di Potenza
Gabriele Di Mauro Direzione regionale Margherita
Donato Paolo Salvatore Assessore regionale allAgricoltura
Angelo Garbellano già assessore alle politiche sociali del Comune di Montescaglioso
Rocco Chiriaco Presidente Movimento Azzurro
Mariolina Camardese Commissione regionale Pari Opportunità
INTRODUCE E MODERA LINCONTRO Maurizio Bolognetti Segretario Radicali Lucani Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
DICHIARAZIONE DI MAURIZIO BOLOGNETTI, SEGRETARIO RADICALI LUCANI, MEMBRO DEL COMITATO NAZIONALE DI RADICALI ITALIANI
Martin Luther King disse: Se un uomo non scopre qualcosa per cui vale la pena di morire, è meglio che non viva. Non so se avrei il coraggio di mettere in gioco la mia vita per le mie idee, come hanno fatto i Rosselli, Altiero Spinelli, Giacomo Matteotti, Ernesto Rossi, i tanti antifascisti italiani che rischiarono la vita per difendere le loro idee; la vita per la libertà, anzi rischiarono la vita per la vita, per una vita altra, consapevoli comerano di non poter vivere altrimenti e che qualsiasi alternativa non sarebbe stata vita. La morte non è solo morte fisica, ma ci può essere anche unaltra morte: la morte civile, decretata dal silenzio o dallo stravolgimento della tua immagine, dal silenziamento delle tue istanze, delle tue ragioni. Far sì che un uomo emetta silenzio, non dandogli la possibilità di far udire le sue ragioni, a ben pensarci, significa ucciderlo. Kok Ksor, che ho avuto lonore di conoscere personalmente qualche giorno fa, è un piccolo grande uomo, che ha messo in gioco la sua vita e i suoi averi per difendere il diritto del suo popolo ad esistere, per difendere e rivendicare libertà politica, religiosa e di espressione in Vietnam. Questuomo, che viene definito dai vietnamiti, insieme al suo popolo, moi e cioè selvaggio, riversa con coraggio e ostinazione tutte le sue forze in una lotta nonviolenta per la libertà e la giustizia, per guadagnare pace alla sua gente. Per il Governo vietnamita non ci sono dubbi: Kok è un pericoloso terrorista, e il Partito Radicale Transnazionale, di cui è membro del Consiglio Generale, è unorganizzazione eversiva. Ed è proprio sulla base di queste argomentazioni, fantasiose e fantastiche, oltre che spudoratamente false, che il regime vietnamita vorrebbe sbattere fuori dallONU il PRT, che è accreditato presso le stesse come organizzazione non governativa con status consultivo. Questa la soluzione immaginata per impedire al leader Montagnard di utilizzare le tribune che il PRT mette a sua disposizione. Certo, possiamo comprendere il terrore che attanaglia il regime di Hanoi, al solo pensiero che il mondo possa conoscere i crimini di cui si è macchiato nei confronti del popolo Montagnard. Ma venderemo cara la pelle, con laiuto di tutti coloro che decideranno di sposare questa causa: non possiamo accettare che la coltre di funebre silenzio, che ha accompagnato in tutti questi anni il genocidio dei Montagnard, torni a calare; non possiamo accettare che la voce dei Degar, la voce di Kok Ksor, sia silenziata comè silenziata in Vietnam; il mondo non può e non deve chiudere gli occhi di fronte a questo vergognoso tentativo. Kok e il PRT, scontano la colpa di voler porre con forza, e senza sconti, allattenzione della comunità internazionale e dello stesso Governo vietnamita la reiterata e ultra-trentennale violazione delle più elementari norme dettate dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Kok e il PRT sono colpevoli di aver sposato la causa del popolo Montagnard. Colpevoli di non voler chiudere gli occhi di fronte al dolore e allorrore di un genocidio fisico e culturale. Vogliamo che il mondo conosca la storia del popolo delle montagne, vogliamo rompere la congiura del silenzio per raccontare la storia di una pulizia etnica che si consuma in una pressoché totale indifferenza. Vogliamo fermare una repressione fatta di arresti, torture, chiese distrutte, di incontri di preghiera negati, stupri. Vogliamo raccontare a tutti che il Governo vietnamita ha un solo obiettivo: distruggere la cultura Montagnard e spazzare via dalla faccia della terra lo stesso ricordo dellesistenza dei Degar. Vogliamo che il mondo sappia che il regime di Hanoi, utilizzando un programma per il controllo delle nascite, finanziato dalla Banca mondiale dellONU, ha costretto alla sterilizzazione 1050 donne Montagnard. Vogliamo che le N.U., lUnione Europea e tutti i governi democratici non continuino ad ignorare questo genocidio, trasformandosi, di fatto, in complici del regime di Hanoi. Vogliamo che lUnione Europea e il nostro Governo denuncino gli accordi di cooperazione economica conclusi con il Vietnam, utilizzando le clausole democratiche in essi contenuti. Vogliamo che questi accordi siano seriamente vincolati al rispetto dei diritti umani. Abbiamo bisogno di raccogliere fondi per questa lotta, iscritti al Comitato e sostegni da parte delle Istituzioni, ad iniziare dalla Regione Basilicata, che è già tra i sostenitori della battaglia abolizionista intrapresa dallAssociazione Nessuno Tocchi Caino, federata al PRT. Abbiamo bisogno di forza, di gambe che ci aiutino a camminare e di braccia che lavorino con il Leader Montagnard e con il PRT. Cerchiamo compagni di strada, nuovi combattenti per la libertà, il diritto, la democrazia; siamo convinti che ciascuno di noi può fare molto. Chiediamo al Consiglio Regionale della Basilicata, alla Giunta regionale, ai comuni e alle province lucane sostegno politico e finanziario. Abbiamo la necessità e lurgenza di rafforzare e proseguire quel bombardamento dinformazione che rompa lisolamento dei Degar. Radio Radicale, infatti, è oggi anche Radio Montagnard, Radio Vietnam libero, quello che per noi era Radio Londra durante la guerra, se volete Voice of America. Ma si può fare di più, si deve fare di più. Come ho già scritto, dobbiamo rafforzare un impegno finalizzato a spartire il pane e il vino della Democrazia con un popolo che non conosce pace e con i cittadini di uno Stato che possono abbeverarsi solo allamara fonte delle notizie adulterate, trasmesse dalle radio e dalla TV del regime di Hanoi. Ecco, su tutto questo chiediamo laiuto e la partecipazione dei cittadini lucani, delle nostre istituzioni, dei nostri rappresentanti in seno alle stesse. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno accettato di incontrare il leader Montagnard nella giornata di mercoledì 5 novembre. Sarà certamente un buon momento per poter ascoltare la sua storia, la sua lotta, le sue istanze. Grazie in particolare al Presidente Bubbico; grazie al Consiglio regionale, che metterà a disposizione la sala in cui si svolgerà la conferenza stampa/incontro-dibattito. Concludo dicendo che mi piacerebbe che un giorno non lontano, in tanti decidano di scendere in piazza per gridare con noi VIETNAM LI-BE-RO!!! Pace, giustizia, democrazia, libertà, diritto e diritti per i vietnamiti e le vietnamite VIETNAM LI-BE-RO!!! Pace, giustizia, democrazia, libertà, diritto e diritti per i Montagnard. |
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4 novembre 2003 | ||