INCHIESTA VIP E POLITICI – “CARO SENATORE SU CON LA VITA”

di Maurizio Bolognetti
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Vorrei esprimere, da antiproibizionista convinto, la mia solidarietà al Senatore Emilio Colombo. La gogna mediatica, a cui rischia di essere sottoposto, è davvero un insulto troppo grande per un uomo che ha fatto, nel bene e nel male, la storia di questo Paese e sicuramente la storia della nostra Regione. “Nei Guai Emilio Colombo e il sottosegretario Galati”, recita il lancio Ansa.

Nei guai, in realtà, c’erano e ci saranno sempre di più milioni di persone, che grazie al nuovo capitolo della lunga e fallimentare crociata proibizionista rischiano di affollare le patrie galere. Non so se il senatore Colombo abbia mai fatto uso di cocaina e, francamente, nemmeno mi interessa, fatti suoi o almeno così dovrebbe essere.

I vizi veri o presunti di chiunque, senatore o metalmeccanico, non dovrebbero essere perseguiti, ne essere oggetto d’indagine e cure coatte. Ma, ahimè, lo Stato della droga libera, ma proibita ha indossato i panni del papà e con severo cipiglio “bacchetta” i suoi cittadini.

Al presunto “peccatore” Emilio Colombo, da cui sono lontano anni luce per formazione politica e per cultura, auguro di uscire presto fuori da una vicenda che potrebbe trasformarsi in un incubo.

Lo stesso incubo calato sulla testa di milioni di consumatori di droghe leggere o meglio non-droghe, potenziali vittime del furore salutista che ha animato il recente decreto legge sulle droghe, fortemente voluto dal vice-premier Gianfranco Fini. Ma se di furore salutista si tratta, allora perché non imporre anche diete e ginnastica di Stato con il nobile scopo di salvaguardare le nostre coronarie.

La purificazione del corpo e delle menti, stabilita tramite decreto è davvero qualcosa di agghiacciante.

Le chiacchiere stanno a zero, e la dose media di stronzate, rischia di mandare in overdose la mie scarse riserve di pazienza.

Caro senatore, spero che tutta questa vicenda la induca a riflettere sull’inutilità e la pericolosità delle war on drugs.

Caro Senatore, in me troverà sicuramente un uomo pronto a difendere il suo sacrosanto diritto a gestire la sua vita e il suo corpo come meglio le aggrada.
Ci pensi senatore e come si dice… su con la vita.


Con sincero affetto

20 novembre 2003
 
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