La coltivazione e l'utilizzo della canapa (pianta dalla quale derivano
sostanze quali l'hascisc e la marijuana) ha inizio intorno al 6000 a.c.
ad opera della vecchia civiltà cinese.
Attraverso i millenni fino al giorno d'oggi notevoli sono i documenti
che attestano le proprietà curative di questa pianta. Anche nella
Bibbia viene riportato "Dio fa crescere nei campi erbe con il potere
di guarire, che un uomo saggio deve saper usare" (Ecclesiastico,
38, 4), eppure ai nostri giorni sempre più esiste un atteggiamento
ideologicamente demonizzante nei confronti della canapa che non ha base
né scientifica né semplicemente empirica.
Nei fatti le proprietà della cannabis sono molteplici:
· aiuta a combattere la nausea, il senso di vomito e l'inappetenza
nei malati di cancro sottoposti a chemio e radioterapia;
· riduce sensibilmente la pressione oculare nei malati di glaucoma
e quindi li aiuta a vederci meglio;
· riduce gli spasmi ed i tremori nei malati di sclerosi multipla,
distrofia muscolare e armiotrofica, contribuendo al miglioramento del
coordinamento neuromuscolare di questi pazienti;
· ha inoltre proprietà anticonvulsionanti utili per diminuire
le frequenze degli attacchi epilettici.
In generale la marijuana aiuta a gestire le situazioni di forte malessere
delle persone.
Nonostante questo quadro quasi idilliaco, continua ad esserci un atteggiamento
draconiano nei confronti dell'utilizzo terapeutico dei derivati della
canapa, almeno in Italia.
All'estero diverse sono le esperienze in senso contrario, anche e soprattutto
nei paesi che invece hanno un atteggiamento estremamente proibizionista
nei confronti di un utilizzo ai fini ludici.
In Olanda è già prevista, dietro prescrizione medica, la
vendita della cannabis nelle farmacie, provvedimento adottato dall'attuale
governo di centro destra, Analogo provvedimento si sta prendendo in Gran
Bretagna. Il Canada ha già destinato ampi terreni per la coltivazione
di canapa destinata alla cura dei malati che ne hanno bisogno; in Israele,
Irlanda e Spagna sono partite le sperimentazioni cliniche; in ben otto
stati degli Usa la marijuana terapeutica è legale e lo stesso neo-eletto
governatore della California Arnold Schwarzenegger si è detto favorevole.
In Italia c'è da una parte il ministro Sirchia e la sua christian
coalition che sostiene che la marijuana è una droga e quindi non
ci possono essere utilizzi neanche per fini terapeutici, dall'altra i
radicali e la maggioranza dei cittadini che sostiene che ci sono altre
droghe già utilizzati nella farmacopea mondiale (oppiacei in primis)
e che bisogna discernere fra lo scopo terapeutico e quello prettamente
ricreativo. Infatti anche se i radicali sono sempre più in prima
fila per la legalizzazione di tutte le droghe qualunque ne sia l'utilizzo,
le problematiche e le complessità sono differenti a secondo dello
scopo a cui le sostanze sono destinate.
Per questo motivo, grazie al radicale medico Yasha Reibmann, il consiglio
regionale della Lombardia ha votato una mozione con la quale invitava
il Governo centrale ad adottare i provvedimenti necessari per legalizzare
l'uso terapeutico dei derivati della cannabis e per destinare risorse
finanziarie congrue per continuare la ricerca scientifica su queste sostanze.
Era il 30 aprile 2003. Successivamente all'approvazione di questa mozione,
si è scatenato per qualche settimana un acceso dibattito che ha
portato altre regioni ad approvare la stessa mozione. Il 22 maggio dello
stesso anno è stata approvato lo stesso testo anche dalla Regione
Basilicata grazie al fondamentale apporto militante di Maurizio Bolognetti,
Segretario della Associazione Radicali Lucani. Mozioni analoghe sono state
approvate in seguito dai comuni lucani di Melfi, Latronico, Tramutola
e Moliterno.
La battaglia è appena iniziata, noi radicali siamo in prima fila
e dalla nostra parte ci sono i malati, i loro familiari, gli scienziati
e buona parte dei cittadini. Tu da che parte stai?
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