IL CONSIGLIERE DI SANZA(F.I.) E LE STRUMENTALIZZAZIONI

di Maurizio Bolognetti
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Leggere del Consigliere Di Sanza che accusa l’attore Ulderico Pesce di “strumentalizzazioni politiche”, è qualcosa che lascia decisamente perplessi.

In politica, e non solo, come ben sa il navigato avvocato Di Sanza, tutto può essere strumentalizzato e ciascuno di noi può farsi strumento.

Ho ancora viva l’ immagine di un Di Sanza che, nei giorni di Scanzano, non ha esitato a trasformarsi in capopopolo, in un autentico Masaniello, pronto a bloccare autostrade e ferrovie; dedito ad interventi che, per usare un eufemismo, potremmo definire incendiari.

Un camaleonte, che nel disperato tentativo di cavalcare la tigre del malcontento, non ha esitato ad assumere atteggiamenti irresponsabili, non consoni al ruolo istituzionale che tuttora ricopre.

Consigliere Di Sanza, mi consenta, visti i precedenti farebbe bene ad evitare il tema “strumentalizzazioni”, anche perché in materia lei sembra essere un autentico campione.

Se penso ai manifesti con cui avete tappezzato l’intera Basilicata, nel tentativo di accreditarvi di una fantomatica vittoria, non so se ridere o piangere.

Insomma, consigliere, sentirle dare dello strumentalizzatore al signor Pesce, è un po’ come sentire il bue che chiama cornuto l’asino.

Forse farebbe bene a rispondere nel merito, senza incamminarsi lungo sentieri sui quali potrebbe perdersi.

E se proprio non le dispiace, cerchi anche di recuperare quel minimo di onestà intellettuale che le consenta di comprendere che le “strumentalizzazioni” a colpi di manifesti non pagano, soprattutto se riguardano una questione che non ci fa intravedere né vincitori né vinti.

Anzi, a ben pensarci, per come sono andate e per come stanno andando le cose, forse abbiamo perso e continuiamo a perdere un po’ tutti.

22 gennaio 2004
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