LEGABIENTE-FRI-EL, UNA LOBBY NON PROPRIO ALLA LUCE DEL SOLE. |
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di Maurizio
Bolognetti
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Sulle energie rinnovabili è scontro aperto tra il segretario dei Radicali, Maurizio Bolognetti, e lex responsabile regionale di Legambiente Gianfranco De Leo. Il primo con una nota ha evidenziato strani rapporti tra la Fri-el(società che sta installando diversi parchi eolici in Basilicata) e lassociazione ambientalista. Legambiente si sarebbe impegnata a organizzare un piano di comunicazione integrata a favore delleolico i cui costi (57mila euro) sono stati chiesti allamministratore delegato della Fri-El. Dal Canto suo, De Leo, così come pubblicato ieri, ha difeso laccordo ricordando che tutto è stato fatto alla luce del sole con lunico scopo di sostenere le fonti energetiche rinnovabili. Di seguito la replica del segretario radicale. E vero, ha ragione De Leo, in America le lobby esistono, così come esistono in tutto il mondo. Anche io rappresento una lobby, la lobby di coloro che non ritengono vantaggioso investire nelleolico in Italia. A differenza dellAmerica, però, le lobby italiane non sono alla luce del sole, come dice il buon De Leo, anzi nel caso Legambiente Fri-El siamo di fronte ad una autentica eclissi. La luce, ce lo consentano gli amici di Legambiente, labbiamo accesa noi, divulgando la missiva intercorsa tra il Presidente De Leo e lingegner Vetere. Davvero curioso, poi, che da un lato il De Leo faccia riferimento alle lobby americane, plaudendo alla limpidità delle stesse, subito dopo minacci tuoni e fulmini contro chi ha avuto lardire di diffondere una missiva che egli stesso definisce privata. Temo proprio che il De Leo sia caduto in un profondo e irreversibile stato confusionale. Parla del lobbismo americano e contemporaneamente sputa fuoco e fiamme parlando di legittimità e di privato. Se il presidente ritiene, come me, assolutamente legittima la lobby con le società che si occupano di eolico, avrebbe dovuto egli stesso rendere nota la richiesta avanzata alla Fri-El, anziché attendere che lo facesse il sottoscritto. In ogni caso, mi auguro che voglia al più presto dar corso alla minacciata denuncia, ne vedremo sicuramente delle belle. Il De Leo tenta di accreditarsi come unico depositario e difensore della salvaguardia ambientale del mondo universo e da questo nobile ruolo, che lui e la sua associazione si sono auto attribuiti, dispensa consigli, offre consulenze, propone a tutti di mettersi sotto lombrello protettivo di Legambiente, offrendosi, in questo caso, di apporre il bollino blu sui 25 progetti che prevedono lannientamento dellAppennino Lucano, risorsa paesaggistica e ambientale di inestimabile valore. Nessuna crociata anti-eolico, si tranquillizzino i vari De Leo e Vetere. Per quanto ci riguarda ne facciamo una questione di costi-benefici e una attenta analisi ci porta a dire che leolico non è la scelta migliore per lItalia e la Basilicata. LItalia è il Paese del Sole e non il Paese del Vento, anche se può capitare che qualche lobby arrivi addirittura a falsificare i dati sulla ventosità in cima alla montagna murese nel tentativo di sostenere la bontà di un progetto. E allora, vorrei segnalare allineffabile De Leo e ai suoi sodali quanto dichiarato dal CNP(Comitato Nazionale de Paesaggio):
· LE RINNOVABILI INTERMITTENTI ADIBITE ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA RIVESTONO CARATTERE COMPLEMENTARE E NON POTENDO AL MOMENTO SUPERARE IL 3.3% DELLA PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ NON INCIDERANNO OLTRE L'1.1% DI RISPARMIO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI UTILIZZATI COMPLESSIVAMENTE IN ITALIA; · LE CENTRALI EOLICHE PER LE GIGANTESCHE STRUTTURE CHE COMPORTANO E PER LA NECESSITÀ DI ESSERE SISTEMATE SULLE CIME DEI MONTI E SUI CRINALI PIÙ ESPOSTI SONO INTRINSECAMENTE NON MITIGABILI, NON INSERIBILI E IRRIMEDIABILMENTE DISTRUTTIVE, IN ITALIA, DEI PAESAGGI PIÙ PREZIOSI E PIÙ CONSERVATI; · LE RINNOVABILI VANNO COMUNQUE E IN OGNI CASO INCENTIVATE E REALIZZATE MA SECONDO LAVOCAZIONE TERRITORIALE DI CIASCUN PAESE, SCARTANDO QUINDI L'EOLICO CHE IN ITALIA VEDE VENTO DIMEZZATO RISPETTO AL NORDEUROPA, PRIVILEGIANDO BIOMASSE E FOTOVOLTAICO PER UNA INDUSTRIA ITALIANA DELLE RINNOVABILI NEL PAESE DEL SOLE IN VISTA DELL'IDROGENO; · INCONCEPIBILE INVECE DISSEMINARE L'ITALIA DI MIGLIAIA (8000?) DI TORRI PER UN RISPARMIO COMPLESSIVO DI COMBUSTIBILI FOSSILI RISIBILE SE PARAGONATO AI DANNI INFLITTI AL TERRITORIO. Anche se al nostro Presidente dispiacerà, sulleolico e le energie rinnovabili ci sono autorevoli e argomentate opinioni, che sostengono tesi opposte rispetto a quelle della premiata ditta De Leo Vetere. Altre associazioni ambientaliste, ad iniziare dal Movimento Azzurro, il neonato forum/ambiente di cui fanno parte Cisl Basilicata, Movimento Azzurro e Radicali Lucani, hanno posizioni diametralmente opposte a quelle di Legambiente, che non può ritenere di essere depositaria di verità rivelate. Caro De Leo, a noi basterebbe anche una piccola parte di quei 57mila euro per far conoscere e divulgare il nostro pensiero, ma, ahimè, il nostro non è e non vuole essere ambientalismo di regime e non possiamo nemmeno godere della potenza di fuoco della tua organizzazione, che dispensa il suo Bollino blu a destra e a manca. Si tranquillizzi il Presidente De Leo e cerchi di chiarire a se stesso cosa è una lobby, provando a distinguere tra ciò che è e deve restare privato e informazioni che, invece, vanno divulgate e rese note ai cittadini.
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11 febbraio 2004 | ||
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