Acque, Salute, Benessere e ... Sapori |
Nella
sua ormai notissima guida “Forlì
e dintorni” Ettore Nadiani, parlando della Fratta, scriveva nel
1928:‹‹Le acque della Fratta sono ricordate da Sigismondo Marchesi
nel suo Supplemento istorico della città di Forlì, e ritenute fin dal
1466 assai salutari. Nel 1846 diveniva proprietaria delle sorgenti la
Ditta Carlo Croppi che affidava a scienziati analisi rigorose delle
acque, le quali venivano giudicate superiori a quelle di Tettuccio e
della Torretta. (…) Ricerche e scavi hanno portato alla scoperta di
una grande cisterna romana di acqua purgativa››. Si
è quindi tenuto presso i locali del Grand’Hotel Terme della Fratta il
primo Racoz autunnale del 2009, il 17 settembre scorso, per conoscere la
struttura restaurata e rinnovata recentemente e conoscere maggiormente
le acque termali del posto, e le loro proprietà. Il
pomeriggio è iniziato con il ritrovo all’ingresso dell’Hotel dei
partecipanti e il saluto de’ minestar Marino Monti che in
quell’occasione ha ricordato i lutti che hanno colpito nell’estate
il sodalizio. Sono, infatti, scomparsi i carissimi soci Piero Aldini,
Germinal Raffoni e Giorgina Maestri Montanari, e quello che fu per oltre
venti anni, sino al 2009, il Segretario, deus
ex machina, infaticabile
organizzatore e animatore del Racoz, Urbano Bezzi, del quale, dopo un
minuto di silenzio, e’ Minestar ha tracciato un doveroso profilo. È
stato quindi introdotto il signor Luciano Allegni, storico del luogo, già
dipendente dal 1973 dell’Istituto della Previdenza Sociale alla
Direzione delle Terme, quindi amministratore al Comune di Bertinoro per
circa venti anni che, alla privatizzazione delle terme, si licenziò per
svolgere compiti direzionali al servizio del nuovo Gruppo. Egli ci ha
accompagnati alla scoperta del bellissimo parco di quattordici ettari
riportato al primitivo splendore. Durante il percorso il signor Allegni
ha illustrato la storia del sito e le sue caratteristiche che lo rendono
unico. Come
già precedentemente scritto da Ettore Nadiani, il signor Allegni ha
ribadito che le origini di Fratta Terme sono antichissime, tanto che,
della località romagnola, si trovano tracce anche nel III libro della
“Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio ( I° sec d.C.) , lo
testimoniano un pozzo romano rinvenuto durante dei lavori nel luglio del
1927
ed altri reperti d’epoca romana rinvenuti durante alcuni altri scavi,
a dimostrazione di come la cittadina sia stata un“forum” latino
costruito dai nostri antenati che, notoriamente, amavano insediarsi in
luoghi ricchi di sorgenti termali, dove poter utilizzare le qualità
delle acque che arrecano salute e benessere. Qui il primo nucleo abitato
di Bertinoro si formò, Forum Truentinorum ai piedi dell'ultimo
contrafforte pre-appenninico ricevendo in seguito, un forte impulso
dalla costruzione della via Emilia. Tra il IV e il V secolo la
popolazione del piccolo municipio romano poi, per ripararsi dalle
invasioni barbariche, si rifugiò sul vicino colle dando vita a Castrum
Cesubeum (antico nome del monte su cui fu costruita l'attuale
Bertinoro), alla denominazione Castrum Brininori si giunse nell'anno
1000, per volere di Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero. Facendo
un salto avanti nel tempo, si giunge nel 1847 quando in un opuscoletto
scritto da un ignoto medico forlivese, si legge:‹‹Fratta è una
piccola Parrocchia di campagna nota per alcune acque salse che sorgono
in essa, e più propriamente in grazia di quella detta per eccellenza
della Fratta, la quale da remotissimi tempi gode di gran fama per le sue
medicinali facoltà. Onde appunto da ogni parte dell'Emilia vi si
recavano a berla in gran numero infermi e cagionevoli d'ogni maniera,
trattivi da storie di sfidate guarigioni, o indotti dai Cultori delle
Scienze Mediche a farne regolare metodico passaggio alla sorgente››.
Nel 1781 le acque furono analizzate dal chimico farmacista Lucio
Fusignani e dal dott. Carlo Roli di Meldola. I risultati furono
comunicati all'editore dell'Almanacco del Dipartimento del Rubicone, nel
quale furono pubblicate nel 1812, con i tipi della Tipografia
Dipartimentale presso M. Casali in Forlì. Un
anno prima, nel 1846, Carlo Croppi negoziante di droghe in Forlì,
acquistò il fondo in cui scorreva l'Acqua della Fratta, regolamentò le
sorgenti, condusse le acque a delle fonti, che racchiuse in un edificio
appositamente costruito, e commissionò “all'illustre Professore di
Chimica Gaetano Sgarzi di Bologna” l'analisi delle acque. Cercò, in
sintesi, un loro lancio industriale, attraverso la produzione di diversi
prodotti derivati quali pure la tintura di iodio. Nei
decenni che seguirono, furono comunque vani i tentativi della famiglia
Croppi di fare decollare in modo significativo l'attività termale, fin
quando il prof. Adelio Colitto, che aveva sposato Clara Croppi, una
discendente di Carlo e proprietaria dei terreni, favorito anche dalla
risonanza nazionale degli scavi archeologici del 1928, avviò con
intelligenza e determinazione un'opera di profonda trasformazione della
Fratta. Così
quella che nel 1927 era ancora una vallata nella quale il Rio Salso
serpeggiava selvaggiamente tra sterpi e canneti prima di gettarsi poco
oltre nel fiume Ronco, divenne in circa due lustri una ridente località,
nella quale, in mezzo a parchi di acacie, pioppi, pini e abeti, erano
sorti stabilimenti termali grandiosi, frequentati da persone provenienti
da ogni parte d'Italia (personaggi illustri frequentavano le Terme della
Fratta, ricordiamo, fra i tanti, il capo del governo Benito Mussolini e
i suoi familiari, Grazia Deledda, Alfredo Panzini e Marino Moretti). Nel
1929 la località assunse il nome di Fonti Romane della Fratta e il 13
giugno 1931 fu costituita la società “Fonti Romane della Fratta”,
alla quale, nel 1932, su istanza della concessionaria Clara Croppi
Colitto, fu trasferita l'autorizzazione ministeriale di utilizzo delle
sorgenti delle acque minerali. Le
acque del bacino della Fratta si possono riunire in tre gruppi: 1)
acque salso-jodiche arsenicali 2)
acque solforose 3)
acque clorurato-sodiche e magnesiache, queste ultime usate per le cure
idropiniche; particolarmente rinomata è quella detta “Tettuccio
Romagnolo”, che il dott. Carlo Roli, quando l'analizzò nel 1811, la
ritenne migliore del già famoso “Tettuccio” di Montecatini. La
Società “Fonti Romane della Fratta” promosse ed organizzò inoltre
manifestazioni ricreative e culturali con spettacoli vari, cinema,
intrattenimenti danzanti, concerti. Nel 1932 costruì all'interno del
parco delle Terme un teatro, che fu poi demolito nel 1959. Il
sistema della Previdenza
Sociale,
istituito nel 1898
con la costituzione della Cassa
nazionale per le Assicurazioni Sociali (CNAS), competente in
materia di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai, nel
1933
assunse la denominazione di Istituto
Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, che ampliò in
modo significativo i suoi compiti, occupandosi pure di altre attività
“complementari”, in massima parte collegate all’esercizio delle
sue funzioni fondamentali. Tra le attività “complementari” si
annoverarono, come i Sanatori, gli Stabilimenti termali, strumenti che
dovevano promuovere e favorire il benessere dei lavoratori assistiti
dall’Ente, diminuendo l’incidenza di onerosi prepensionamenti per
motivi di salute. Nel
1936 il capo del governo, Benito Mussolini, inaugurò lo stabilimento
delle Terme de Lavoratori, intitolato al famoso medico forlivese del XVI
secolo Girolamo Mercuriali, fatto costruire dall'Istituto Nazionale
Fascista d Previdenza Sociale, che due anni prima aveva esordito nel
campo termale, edificando a Salsomaggiore lo stabilimento di Tommasini. Fu così avviato il pieno
sviluppo delle opportunità terapeutiche delle acque della Fratta. Dopo
l'ultimo conflitto mondiale, durante il quale era stato usato da
Tedeschi e Alleati come ospedale, tutto il complesso termale passò, nel
1949, di proprietà dell'I.N.P.S., cui fu trasferita, su istanza della
società “Fonti Romane della Fratta”, con decreto datato 26 novembre
1956, del Ministro per l'industria e per il commercio, la concessione
delle sorgenti denominata “concessione temporanea della Fratta”. Nel
1967 fu inaugurato dal concittadino Giovanni Gatti, in rappresentanza
degli organi centrali dell'I.N.P.S., il padiglione “A. Colitto”,
aperto non solo agli assistiti I.N.P.S., ma a tutti i cittadini, nel
quale si effettuano bagni salso-bromo-iodici, massaggi, inalazioni,
nebulizzazioni, aerosol, docce nasali, irrigazioni vaginali. Ma
la legge finanziaria del 1992, le cui norme penalizzavano fortemente il
termalismo sociale, dette avvio a una progressiva crisi del settore che
interessò drammaticamente il centro, in quanto l'I.N.P.S., che già
negli ultimi anni aveva raggiunto costi altissimi nella gestione diretta
delle terme, decise l'immediata e definitiva chiusura dei suoi
stabilimenti (l'I.N.P.S. oltre allo stabilimento di Fratta Terme era
proprietaria anche degli stabilimenti “D.Barduzzi” di San Giuliano
Terme, “G.Tommasini” di Salsomaggiore, “Pietro d'Abano” di
Battaglia Terme e delle Terme di Viterbo). Immediata fu la reazione de
Comuni interessati e delle Organizzazioni Sindacali per l'inevitabile
caduta negativa sull'economia locale. Nel
1994, tramite un bando nazionale a evidenza pubblica, l'I.N.P.S. affidò
allora la gestione delle terme ad aziende private: Fratta Terme fu
concessa in gestione al gruppo Italterme s.r.l., ma contemporaneamente
avviò anche un progresso disimpegno dal settore del termalismo sociale.
La
società Italterme riaprì lo stabilimento e profuse anche un discreto
impegno nell'ammodernamento delle terme. Nell'anno 2000, la legge n.323
“riordino del settore termale” determinò una svolta radicale: il
passaggio a titolo gratuito degli stabilimenti termali dell'I.N.P.S. ai
Comuni sul cui territorio sono siti gli stabilimenti. Il Comune di
Bertinoro, con decreto del 4 ottobre 2001 del Ministro dell'Economia e
delle Finanze, divenne proprietario dello stabilimento termale “G.
Mercuriali” e relative pertinenze confermando la gestione delle terme
alla società Italterme, ma, in realtà, dal 2003 lo stabilimento rimase
chiuso dal 2003 per espletare le procedure relative all'affidamento
delle terme a trattativa privata. Un
periodo di decadenza interrotto dalla caparbia volontà di alcuni
imprenditori locali che, in un rapporto di collaborazione mista,
pubblico privato, con l’amministrazione comunale di Bertinoro, si sono
poi assunti l’onere di rilanciare la struttura; nell'anno 2004,
infatti, un gruppo di cittadini di Fratta iniziò a verificare le
condizioni per rilanciare lo stabilimento termale di Fratta in accordo e
con la fattiva collaborazione dell'amministrazione comunale di Bertinoro
e in modo particolare con l'allora sindaco Arianna Bocchini che accolse
con molto interesse l'iniziativa. L'idea si trasformò ben presto in un
progetto che trovò accoglimento da parte dell'amministrazione Comunale
e di due noti imprenditori locali. Nacque la società TERME VALLEY SPA e
furono decisi i lavori per la ristrutturazione dello stabilimento che
sono terminati in maggio 2008. Durante
la passeggiata abbiamo potuto osservare le varie fonti e la grande
varietà di piante che compongono il magnifico parco, liquidambar, pini
neri, il piazzale sul quale si erge l’unico restante dei tre edifici
che costituivano i laboratori ove s’imbottigliava e si
commercializzava dal 1813 al 1814 l’acqua purgativa considerata
superiore a quella ungherese e premiata all’Esposizione di Torino.
L’edificio poi divenne casa colonica ed è attualmente in restauro.
Dietro a questa struttura esistevano un tempo le Terme di I° e II°categoria
( Terme Colitto). Il
signor Allegni ha illustrato con dettaglio la qualità delle varie acque
illustrando le particolarità che le fanno superiori a quelle di altri
centri termali, come ad esempio quella salsobromoiodica, adatta per
piscina, fanghi, vasche, inalazioni, di 7° Baumé, corrispondenti a
ottanta gr di sale per litro (l’acqua di altri centri, come ad esempio
quelle di Castrocaro, è di 2½ gradi Baumé). Nei confronti di quella
di Salsomaggiore, quest’acqua della Fratta è migliore anche perché
molto più ricca di iodio, è consigliata per la cura delle ossa,
postumi da fratture, apparato respiratorio, irrigazioni vaginali,
sterilità ecc. Il signor Allegni ha raccontato come quest’acqua e
solo questa sia utilizzata nelal produzione di ricotta. La ricotta
prodotta dal Caseificio Mambelli di Bertinoro è stata poi assaggiata
con altri formaggi come antipasto nella cena che è seguita. Dei quattro
pozzi che esistono, ha raccontato il signor Allegni, solo uno è ora
attivo, sono pozzi artesiani della profondità di 200 metri. Avviamo poi
visitato la zona delel fontane di acqua sulfurea, quella da bere,
sorgenti più superficiali, 18-60 metri, di acque che provengono dalle
vicine località di Tessello, Formignano, la zona dei gessi. Tutte le
terme dalla Romagna a Salsomaggiore si trovano nella “fascia dei
gessi”. Ma questa è anche una zona alluvionale, una zona in origine
sottomarina, dove si trova lo “spungone” (roccia spugnosa
caratterizzata da un’abbondanza di cavità e pori, che in alcuni casi
la rendono apparentemente simile a un travertino. Quest’aspetto
bucherellato è il risultato più che altro dell’azione erosiva
differenziata di vento e pioggia su zone di roccia a minor grado di
cementazione. Questa
roccia che i geologi definiscono calcarenite organogena non è altro che
un’arenaria, sabbia pietrificata, a composizione calcarea formata da
granuli di origine prevalentemente organica come frammenti di parti dure
di vari organismi marini animali: molluschi, foraminiferi, briozoi,
ecc., e vegetali: alghe calcaree). Ecco allora le fonti di acqua magnesiaca,
sulfurea rinfrescativa per bagni, malattie delal pelle, cure
inalatorie, artriti e reumatismi,ottima
da bere per catarri intestinali, reni e apparato genitale. Quindi
abbiamo visto la “Fonte Salino Solfurea” con le stesse proprietà
della precedente, ottima per tamponamenti specifici sulla pelle in caso
di psioriasi o altro; quindi abbiamo visto l’antico pozzo di acqua
purgativa simile a quella di Montecatini, ottima per l’apparato
digestivo e urinario, per combattere il colesterolo e altro, con
l’epigrafe “VETUSTUS ROMANUS FONS PERPETUO MURMURE MONET SAT NUNQUAM
VOS PURGAMINI”, che ricorda «La
fonte col suo perpetuo mormorare avverte che non siete mai purgati
abbastanza» rimandando a quei tempi romani che segnarono il
principio della cultura termale. Lo scrittore Alfredo Panzini,
sarcasticamente, citava questa iscrizione forse suggerita da Mussolini
“che di purghe se ne intendeva…”. Siamo
quindi rientrati al Grand’Hotel, dove ci attendeva la signora Cristina
Baldoni dello Staff direzionale della struttura che ha presentato il
direttore Alessandro D’Onofri. La signora Baldoni ha ripercorso la
storia della struttura dagli eventi degli anni ’50 del Novecento
quando l’albergo accoglieva gli ospiti che andavano a “fare le
cure” nei settori severamente strutturati e divisi tra “uomini” e
“donne”. Quindi ha proseguito illustrando le tappe che hanno fatto
ora del Grand Hotel delle Terme un complesso completamente rimodernato,
con impianti termali rinnovati e l’area benessere ampliata a due mila
metri quadrati. Uno spazio attraente e accogliente in grado di proporre
opportunità legate alla cura del proprio corpo e alla rigenerazione
psicofisica. Fratta Terme è oggi l’unica realtà in grado di offrire,
nello stesso luogo, una varietà di acque incredibilmente ampia. Dalle
undici sorgenti che sgorgano nell’ampio parco di tredici ettari,
scaturiscono sette diverse acque termali che, in virtù dei terreni che
attraversano nella profondità del sottosuolo, possiedono proprietà
uniche su cui si fondano tutti i trattamenti termali e del benessere. Si
tratta di acque ricche di sali minerali, ipotermali e, secondo la
composizione chimica, sono definite: salse, salsobromoiodiche, sulfuree,
salsosulfuree, ferruginose, magnesiache, arsenicali con le quali sono
proposte diverse terapie quali: Fangobalneoterapia, rieducazione motoria
e preparazione allo sport, cure vascolari, cure inalatorie, bagno turco,
bagno romano, percorso flebologico, piscine termali a diversa
temperatura con idromassaggi e cascate d'acqua, a Fratta oggi si possono
effettuare tutte le cure termali. Tre
piscine coperte (un’utilizzata per l’azione riabilitativa, una per
l’aerobica in acqua, la terza per il rilassamento con un benefico
idromassaggio) sono alimentate con
acque termali, che hanno una concentrazione di sali e di iodio pari
all’82%. Una grande e luminosa palestra consente esercizi con
l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia, le zone relax sono tutte
attrezzate per la cromoterapia, in un ambiente ovattato, dove il cliente
può scegliere se utilizzare i lettini ad acqua. Sauna, bagno turco e
bagno romano integrano le già numerose opportunità. Tutto
questo è accompagnato da un servizio alberghiero di prim’ordine. Il
Grand Hotel delle Terme, infatti, è un elegante quattro stelle con
sessantaquattro stanze per 150 posti letto, un ristorante di alta qualità. La
serata si è conclusa con l’ottima cena alla quale ha pure partecipato
il Vicesindaco del Comune di Bertinoro, Giampaolo Amadori.
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