Racoz

le origini della C.R.I. (1859–1866) 

e quelle della nostra “Dam una Man” 

Come al solito, la serata si è aperta con il saluto de' Minestar che ha presentato gli ospiti.

Dopo la cena ha preso la parola Gabriele Zelli che ha presentato gli ospiti introducendo la storia della nostra "Dam una Man" e della Croce Rossa.

Risalgono a cento anni fa le prime attività dell’Associazione di Assistenza pubblica “Dam una man”, espressione dialettale che esprime la fiducia che ha l’uomo nei confronti di altri uomini volonterosi animati di sentimenti di umanità, ha ricordato Zelli.

L’atto costitutivo del sodalizio era stato approvato il 19 dicembre 1920 da un Comitato cittadino presieduto dal Sindaco Giuseppe Gaudenzi e composto da Alessandro Albicini, Enrico Evangelisti, Frida Gaddi Pepoli, Giulio Garofani, Pietro Gavelli, Antonio Gioppi, Erminia Moruzzi, Attilio Monti, Pietro Pontremoli, Egisto Ravaioli, Luigi Sacardo, Sante Solieri, Aldo Spallicci e Aurelio Valmaggi, uomini e donne di diversa estrazione sociale e di idee politiche a volte opposte, accomunati però nel dare una risposta molto sentita dai cittadini forlivesi.

Infatti, in quel periodo mancava a Forlì un adeguato servizio di trasporto dei feriti e dei malati all’ospedale. Era in funzione una barella montata su ruote e dotata di un cupolino impermeabile a soffietto (oggi conservata presso la sede della Croce Rossa Italiana di Forlì, in Viale Roma 26, che ne ha ereditato e continuato l’attività), che i volontari spingevano a mano, all’occorrenza si facevano largo nelle strade principali della città aiutandosi con una tromba. Quello stesso mezzo poteva essere utilizzato indifferentemente sia a trasportare un malato contagioso e successivamente magari una persona sana ma impedita nel camminare da una frattura.

Il progetto di costituire l’Associazione risaliva al periodo antecedente la I Guerra Mondiale. Anche in quel periodo un comitato di cui facevano parte il grande chirurgo Sante Solieri, Paolo Stefanelli e il Dott. Combano Bertaccini, aveva promosso una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per la costituzione di una società di Assistenza e di Pronto Soccorso. Venne organizzata una conferenza presso il Teatro Comunale e i forlivesi accorsero in massa interessati alla prospettiva dell’Istituzione di un servizio in grado di consentire un tempestivo trasporto in Ospedale di persone ferite e malate. Furono prese una serie di decisioni operative, fra queste l’avvio di un ciclo di lezioni teoriche e pratiche per l’insegnamento delle nozioni di pronto soccorso e di trasporto degli infortunati allo scopo di comporre un primo nucleo di volontari. Furono gettate le basi del nuovo servizio ed in breve tempo iniziarono le operazioni di soccorso, ma il sopraggiungere della Guerra relegò in secondo piano le iniziative intraprese. Come accennato solo nel 1920 il nucleo promotore, ricostituitosi attorno al professor Solieri, ricominciò a dedicarsi al progetto che fece subito presa sui cittadini e suscitò l’adesione di altri autorevoli sostenitori e fu tradotto in forma giuridica.

L’avvento del fascismo non interferì con l’avvio dell’attività del sodalizio e con il suo consolidamento. Infatti, il 1° luglio 1923 venne inaugurato il vessillo dell’Associazione. Fu un evento per Forlì. La cerimonia si svolse presso il Teatro Comunale facendo registrare una significativa presenza di cittadini, i quali avendo visitato in precedenza i locali della sede (ricordo che erano posti in Piazzetta XC Pacifici proprio a fianco della Torre Civica), espressero ammirazione per l’organizzazione, le autoambulanze, i materiali di medicazione e da campo.

In quell’occasione il Presidente Solieri, sostenne che il vessillo che gli veniva affidato “sarà gelosamente custodito ed innalzato sempre dove ci sia opera di pietà da compiere, dove ci siano da sollevare le sofferenze degli uomini… è l’opera pietosa ed umanitaria, ovunque e a beneficio di tutti prestata, sarà oltre che sollievo a sofferenze e dolori a sciagure, un mezzo efficace per ingentilire gli animi e per unirli”.

A conclusione della cerimonia fu assegnata al professor Solieri una medaglia d’oro per le benemerenze acquisite nel campo dell’assistenza sanitaria.

Come viene riportato nel volume “ La Croce Rossa a Forlì. Il Cammino dell’idea di Henry Dussant”, a cura di Maurizio e Salvatore Gioiello e Lieto Zambelli, edito nel 2006 dal Comitato Provinciale della Croce Rossa Forlivese: “L’amore e la riconoscenza dei forlivesi nei confronti di “Dam una man” andarono via via intensificandosi (fu un crescendo di consensi che non si interruppe mai) facendo dell’istituzione una parte viva della città. La prima iniziativa di istruzione al Pronto Soccorso raccolse partecipanti anche fra gli operai; la dirigenza della Società Bonativa concesse ad un gruppo di dipendenti di entrare a far parte dei volontari della Pubblica Assistenza autorizzandoli a frequentare le lezioni e retribuendoli anche per le ore impiegate nel disimpegno del servizio; la campagna promossa nel 1925 per l’adesione all’Associazione delle famiglie coloniche del Forlivese dette esiti importanti e vide i maggiori proprietari (Angelo Masini, Ercole Gaddi Pepoli, Vincenzo Antolini Ossi) iscrivervi i loro contadini, mentre la Congregazione di Carità e il Comune di Forlì favorirono l’adesione in massa dei coloni dipendenti. Nel 1930 “Dam una man” venne eretta in ente morale con regio decreto 17 ottobre n. 1603; il Prefetto ne nominò amministratori il professor Sante Solieri, gli avvocati Piero Bassetti e Vittorio Fussi, il dottor Aurelio Ercolani, il conte Paolo Maria Guarini.

Una storia che continua tutt’ora, ha concluso Zelli, sotto i colori della Croce Rossa Italiana Comitato Provinciale di Forlì che negli ultimi vent’anni ha avuto come responsabili rispettivamente il dottor Fabio Martines, il generale Vito Foggetti e attualmente il dottor Pier Luigi Rosetti.

E' stata quindi la volta di Maria Teresa Fratesi Turci, Ispettrice della Sezione femminile C.R.I. di Forlì che ha iniziato il suo intervento ringraziando ancora una volta tutte le volontarie, che la affiancano nella sua opera, per il costante impegno e dedizione. La Ispettrice, ripercorrendo la storia della C.R.I., ha quindi ricordato come nella metà dell'Ottocento, durante la battaglia di Solferino, le donne lombarde, che assistettero al sanguinoso scontro tra le truppe franco-piemontesi e l'armata austriaca, soccorsero i feriti di entrambe le parti senza distinzione di nazionalità, dando origine del contributo femminile della Croce Rossa Italiana.

Pochi anni dopo, alla prima Convenzione di Ginevra seguirono, nel 1864, a Milano la nascita della Società nazionale della C.R.I., quindi l'Unione delle Dame italiane. 
Il 19 gennaio 1879 entrò in vigore il primo regolamento delle Dame di Croce Rossa.
Nell'aprile del 1888, la Regina Margherita ne accettò la presidenza onoraria.

L'Ispettrice ha sottolineato come oggi la parola "Dame" faccia in verità un certo effetto; oggi non esistono più grandi distinzioni di rango, ma allora solo donne di certi ceti sociali potevano impegnarsi nel volontariato.

Da allora il numero delle socie è andato sempre più aumentando, attualmente il Comitato nazionale femminile opera con oltre 250 sezioni e circa 30.000 volontarie. all'interno di ogni sezione si assolve il compito essenziale di assistenza a favore dei meno abbienti, delle categorie a rischio e di tutti coloro che sono coinvolti in emergenze di vario genere, sia in Italia che all'estero.

Tante sono le problematiche legate al vivere quotidiano; tra gli assistiti vi sono immigrati, nomadi, carcerati. Alle carceri di Forlì vengono forniti medicinali da banco e materiale scolastico per coloro che intendono formarsi e prepararsi ad una nuova vita.

Vengono pure assistiti tossicodipendenti, emarginati; la costante raccolta fondi ha come conseguenza logica lo strumento economico per far fronte a tutte queste iniziative, tutto ciò che le volontarie fanno, distribuzione di viveri, vestiario, assistenza, medicinali, aiuti all'estero proviene dalla raccolta di fondi in occasione degli eventi che la Sezione organizza. 

Riguardo la realtà forlivese, l'Ispettrice ha ricordato come il 12 gennaio del 1946 il Consiglio della C.R.I., di cui era allora presidente il prof. Sante Solieri, espresse parere favorevole alla fondazione di una Sezione femminile che aveva il compito di raccolta fondi e materiale, ma tale Sezione fu ufficialmente costituita solo il 20 dicembre del 1948 e ne fu eletta vice-presidente Mary Solieri, già da tempo attiva a fianco del padre.

La Ispettrice ha poi voluto ricordare altre consigliere della Sezione che si sono distinte per il loro impegno civile quali Baldassarri Iolanda, Bazzocchi Luisa, Bendandi Savoia Iole, Grilli Liliana, Lami Benini Valeria, Reggiani Paganelli Amalia, Trucchi Baldassarri Tina, Casali Giancarla e Bondi Livia, che furono le prime volontarie della Sezione femminile forlivese.

Da allora gli assistiti sono aumentati a dismisura, soprattutto negli ultimi 20 anni causa le immigrazioni, le tossicodipendenze, la disoccupazione e oggi pure a causa del sempre più pesante carovita. Negli ultimi due anni si sono rivolte al Comitato C.R.I. sempre più persone, pure italiane che fino ad oggi godevano di condizioni del tutto agiate, creando difficoltà pure alla struttura che assiste più di 200 famiglie, oltre i carcerati e gli infermi del Reparto Geriatria dell'Ospedale Pierantoni durante i pasti.

Nel 2010 è stata pure iniziata la distribuzione di libri e materiale scolastico per le famiglie in difficoltà. Il martedì ed il giovedì, in Sede si effettua la distribuzione di viveri, vestiario e medicinali; tale servizio è continuato pure in agosto, questo è il grande merito delle volontarie che si alternano con grande impegno e sensibilità, come ha ricordato,concludendo, l'Ispettrice :<<La povertà e la miseria non vanno mai in vacanza>>.

E' stata la volta di Pier Luigi Rosetti, Commissario provinciale C.R.I., che ha illustrato la situazione attuale del Commissariato Forlì-Cesena, frutto dell'impegno e del valore di migliaia di cittadini forlivesi che in questi decenni, offrendo parte del loro tempo libero, hanno contribuito a ciò che oggi e la C.R.I.

Il commissario ha ricordato la "Dam una Man", che fu una associazione cittadina che si inserì però in un movimento associativo come quello che che è la Croce Rossa, che è assolutamente internazionale. La Croce Rossa nacque dall'idea di un cittadino svizzero, Henry Dunant, che si trovò a vivere personalmente gli eventi della II Guerra di Indipendenza, osservando come i feriti fossero abbandonati a loro stessi, senza alcun tipo di diritto e di tutela sul piano del soccorso.

Da questa esperienza Dunant ne trasse un libro, intitolato "Un Souvenir da Solferino", dove sono riportati i principi fondamentali di quello che poi divenne il movimento di volontariato più diffuso a livello planetario.

Oggi la Croce Rossa è presente in oltre 184 Stati e raccoglie milioni di volontari di tutto il mondo; i principi ed i valori che li muovono e che sono i fondamenti dell'organizzazione internazionale sono: Imparzialità, Neutralità, Disponibilità a soccorrere chiunque, Difesa della dignità della persona, essere al Servizio  dei più vulnerabili, essere Presenti anche là dove gli stessi Stati, gli stessi Pesi non riescono ad agire.

Di Henry Dunat è la frase "ogni idea folle può essere realizzata", una idea folle per Dunant era probabilmente  la difesa dei diritti umani, della dignità della persona, e nonostante tanti anni siano trascorsi, tali principi sono ancora decisamente attuali; vi sono migliaia di persone detenute nel mondo il cui stato di detenzione non è reso noto alle Autorità internazionali, vi sono centinaia di carceri interdette agli ispettori internazionali della Croce Rossa, la tortura è ancora purtroppo diffusa.

Su questi fronti l'impegno della Croce Rossa internazionale è quotidiano. 

La Croce Rossa, ovviamente, si è sviluppata e radicata nel tempo anche nella nostra città, nella nostra provincia, affrontando quotidianamente problemi non sempre di facile risoluzione, quali il ritrovare fondi per l'acquisto di attrezzature, barelle, ambulanze.

Nella nostra provincia la Croce Rossa è presente con 8 sedi operative, Forlì, Forlimpopoli, Cesena, Cesenatico, Sogliano, Castrocaro, Predappio e Meldola e si spera di poter presto aprire la sede di Gatteo.

I soci attivi che quotidianamente prestano la loro attività sono, nella provincia, oltre 1500 divisi tra le componenti di volontariato che caratterizzano l'organizzazione provinciale.

Troviamo il Corpo militare della Croce Rossa, componente assolutamente volontaristico al seguito delle Forze Armate, che soltanto l'anno scorso ha garantito l'assistenza alla rimozione di ordigni bellici inesplosi nella nostra provincia in oltre 80 occasioni.

Vi sono quindi il Corpo delle infermiere volontarie o Crocerossine,  presente ed attivo nella attività di formazione nelle corsie dell'Ospedale Pierantoni,  e la componente dei volontari del Soccorso, forse quella più diffusa e numerosa, che ad oggi conta un centinaio di persone, con età pari o superiore a 18 anni, che dedicano il loro tempo libero al servizio di trasporto degli infermi ed i servizi di emergenza ed urgenza; solo nel 2009, nel nostro comprensorio, sono stati effettuati nel totale oltre 13.000 servizi di trasporto, oltre a 500 servizi eseguiti in occasione di iniziative pubbliche o sportive e numerosissime sono le richieste di presenza gratuita del personale della Croce Rossa da Associazioni sportive e dilettantistiche.

Non si può ovviamente dimenticare la componente rappresentata dal Comitato femminile che è veramente una frontiera nel contrasto alla povertà ed alla emarginazione sociale nella nostra città.

Una attività quotidiana di raccolta fondi, di destinazione in una collaborazione strettissima con tutte le altre associazioni che si occupano di tali obiettivi in città.

Per ultima ha ricordato la componente più giovane, quella dei Pionieri della Croce Rossa, a questa si può accedere già all'età di 14 anni e si può permanere sino a 35.

Proprio in questi ultimi anni si è potuto osservare una forte richiesta di ingresso da parte e ciò mette l'organizzazione in una situazione di grande responsabilità.

Le attività svolte dai giovani della Croce Rossa sono importantissime; anche questa estate, in collaborazione con il Servizio Tossicodipendenze dell'AUSL di Forlì, Pionieri sono stati presenti in luoghi di divertimento estivi per fare informazione sull'uso consapevole di sostanze stupefacenti, informazione e prevenzioni sulle malattie sessualmente trasmissibili.

 Concludendo, il Commissario ha sottolineato come l'Associazione "Dam una Man" abbia radici profondissime nel fare quotidiano della attuale Croce Rossa locale, l'organizzazione è aperta a tutti, per divenire Volontari è necessario però un corso di formazione articolato in 13 lezioni, sulla traccia di quello istituito dal prof. Solieri.

Tali corsi sono organizzati annualmente , è una esperienza umana, civica unica.

La Croce Rossa è stata presente in tute le calamità naturali che hanno colpito il nostro Paese e non solo; in occasione del disastroso terremoto in Abruzzo, minorenni, giovani pionieri sono stati all'Aquila a fare assistenza nelle tendopoli.

Le richieste di intervento sono sempre tante e la cosa più dolorosa è quella di dover comunicare la impossibilità ad intervenire per carenza di personale, il Commissario ha aggiunto " se fossimo di più potremmo fare di più", come tutte le Associazioni di volontariato, la Croce Rossa  è uno strumento di coesione sociale ed un modo di essere più vicini alle persone bisognose ed essere cittadini nella solidarietà e vicini al prossimo.

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