con
Giovanni Tassani
coordinatore del progetto forlivese
con il Sindaco Davide Drei.
l'assessore Sara Samorì
il Presidente della Banca di Forlì Domenico Ravaglioli
e
l'editore Pierluigi Mattarelli
Dopo la cena e le presentazioni di rito da parte de' minestar Marino Monti, ha preso la parola l'editore Pierluigi Mattarelli. Egli, ringraziando per l'invito, ha esordito ricordando che il libro che è presentato nell'occasione nasce da un'dea del professor Giovanni Tassani che, per la sua realizzazione, si è avvalso della collaborazione di una vera e propria squadra composta di storici, esperti di cultura, studiosi del nostro territorio, una quindicina. Mattarelli ha ammesso che inizialmente non si era reso conto che da questo progetto sarebbe nata un'opera veramente unica che tratta di tale periodo. Egli si augura che questa esperienza non si concluda con la pubblicazione di questo volume, ma che possa proseguire il confronto, l'analisi congiunta di tali studiosi su questo interessantissimo momento dell'inizio del Novecento italiano. Un'opera che doveva essere dalle 180 alle 200 pagine si è trasformata in un volume che di pagine ne ha 442, sulle quali storici e studiosi si sono confrontati su una vicenda, un personaggio, una fotografia, il carattere di un testo, sulla punteggiatura. Tutto questo, ha sottolineato, non si sarebbe però potuto realizzare senza il sostegno di generosi sponsor quali la Banca di Forlì, la Fondazione Cassa dei Risparmi, la Fondazione Roberto Ruffilli, l'Amministrazione comunale di Forlì. Ha preso quindi la parola il Sindaco Davide Drei che dopo il saluto ai presenti ha voluto esprimere tutta la sua soddisfazione e riconoscenza a Giovanni Tassani per il notevole impegno e professionalità che ha profuso in questa impresa, che resterà un preziosissimo contributo alla storiografia del nostro territorio e non solo. E' stata quindi la volta dell'assessore Sara Samorì che, come amministratrice, ha ricordato che è in fase di costituzione il Comitato per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra: questa è stata un grande spartiacque, non solo per la storia locale, ma anche per quella internzionale, essa licenzia il vecchio secolo, l'Ottocento, cambiando il volto della guerra,ma anche di come questa era vissuta dalle persone. Negli stessi anni esplodono tensioni sociali, si affacciano i partiti politici; molte sono le cose che cambiano i connotati della nostra storia, che assume connotati più internazionali. La Settimana Rossa del 1898, che aveva preceduto la Grande Guerra, fu la ripercussione a livello nazionale di eventi internazionali come la Guerra Ispano-Americana. La storia trattata nel libro è una storia "bellissima - affascinante", la si osserva in un arco temporale, un puzzle, ogni elemento ha partecipato a costruire la storia odierna. L'opera deve essere uno strumento per avvicinare i giovani alla comprensione di questa parte di storia del nostro Paese, attraverso alle biografie di quei giovani che ne sono stati protagonisti, vittime, e che erano ragazzi come loro con le stesse speranze, con gli stessi sogni. E' minestar ha dato quindi la parola al Presidente della Banca di Forlì, Domenico Ravaioli che nella sua maniera spontanea, semplice e diretta ha ringraziato per l'invito, sottolineato il valore dell'opera che viene presentata per la prima volta, complimentandosi pure per l'Associazione che da decenni si dedica alla valorizzazione e diffusione della cultura romagnola. ha preso quindi la parola il curatore del progetto, Giovanni Tassani ha iniziato il suo intervento ponendo l'attenzione su come sia facile condannare i massacri, gli orrori, i dolori che hanno subito tante famiglie durante la Grande Guerra ma ha aggiunto che occorre impegnarsi pure a capire il periodo storico tanto diverso dal nostro. Ecco che allora il gruppo di lavoro del quale ha fatto parte ha cercato di comprendere pure quelli che in guerra ci sono andati volontari mossi da ideali; Tassani ha aggiunto "occorre saper comprendere il bello ed il brutto, i chiaroscuri della Storia, per meglio comprenderla". Ecco che allora la prima domanda che il gruppo si è posto è stata - come Forlì ha partecipato a questo drammatico evento- un conflitto subito seguito dalla Seconda Guerra Mondiale che nel giro di trent'anni hanno azzerato generazioni di giovani. Il professore ha riordato come già un anno e mezzo fà avesse pensato di realizzare qualcosa su Forlì e la Grande Guerra; con la collaborazione di studiosi ed esperti locali poteva farlo indagando però pure sui quindici anni che precedettero lo scoppio della guerra. Il libro quindi è una testimonianza sul primo ventennio del Ventesimo secolo. Quindi ha presentato e commentato numerose immagini tratte dal volume. Nel 1901 Forlì era certamente una città repubblicana, quella che volle poi l'erezione del monumento ad Aurelio Saffi su piazza Vittorio Emanuele. In una foto del gruppo dirigente di allora compare al centro il sindaco repubblicano Giuseppe Gaudenzi con il responsabile della Camera del Lavoro Repubblicana Armando Casalini ed il giovane Pietro Nenni; in un altra foto ritroviamo Benito Mussolini leader nel 1910 dei giovani socialisti. si sono succeduti così i personaggi dell'epoca, il vescovo Domenico Svampa che fu poi cardinale a Bologna, colui che ispirò la spiritualità salesiana e che fu tra i papali nel conclave per eleggere il successore di Leone XIII; Don Antonio Brunaccini, parroco attivissimo a Vecchiazzano, Don Adamo Pasini, direttore del giornale Il Lavoro d'Oggi e don Romolo Murri , leader degli allora democratici cristiani, innovazione davvero spinta che procurerà a don Murri alla scomunica, entrambi emblemi del rinnovamento cattolico locale e nazionale; don Tommaso Nediani, letterato, che lasciò tutti i suoi averi alla città di Forlì; stampe che ricordano il forte anticlericalismo che permeava Forlì e le vicende legate alla colonna della Madonna del fuoco smontata nel 1909 e conservata per anni nella chiesa di San Filippo Neri; quindi sono seguite immagini che rappresentavano il mondo contadino molto legato a quello cattolico; le prime macchine trebbiatrici oggetto di contrasto tra repubblicani e socialisti che avevano divergenza di opinione in merito ai contratti; un gruppo di giovani volontari ciclisti che partono per il fronte, che raggiungeranno con quel mezzo, i giovani indicavano la guerra il mezzo per raggiungere la vittoria sul germanesimo, la barbarie teutonica, perseguendo ideali garibaldini e mazziniani vedevano la guerra come l'ultima guerra del Risorgimento per l'Indipendenza nazionale; la Filanda Majani; lo zuccherificio Eridania nella fase della sua costruzione; la Tipografia Bordandini, quella più importante che stampava i vari giornali che uscivano in città e non solo, nella foto è ritratto pure il giovane Angiolino Raffaelli; l'edicola Damerini luogo d'incontro di tutti coloro che facevano politica all'epoca; un personaggio importantissimo per gli studiosi di storia locale, il conte Filippo Guarini che scrisse i Diari dal 1860 al 1921, fonte inesauribile di notizie per ricercatori ancora oggi; una camerata del nuovo ospedale Morgagni piena di soldati feriti con il professore Sante Solieri; il Marchese Alessandro Albicini a capo della mobilitazione civile della città durante la guerra; una cartolina realizzata dall'illustratore forlivese Dino Bissi che illustra un curioso scalda rancio da trincea; una specie di stufetta, e la fase di preparazione da parte dei ragazzi del comitato di preparazione civile delle palle di carta che si bruciavano all'interno di esso; una foto all'interno del vecchio Seminario di Via Solferino con un gruppo di soldati, in un momento di svago, nel ritrovo militare istituito dal mondo cattolico forlivese per allietare il loro tempo libero, nella foto si riconosce il giovane don Pippo e l'avvocato Piero Bassetti, membro dell'Azione Cattolica dell'epoca; una foto del Papa dell'epoca Benedetto XV del quale è rimasta immortale la frase "l'inutile strage" con la quale definiva la Grande Guerra; un numero della rivista La Casa del Soldato edito dal Ritrovo militare; una foto di Decio Raggi, cesenate, la prima Medaglia d'oro della Grande Guerra; una giornaletto La Rivista dei Ragazzi realizzata da Antonio Beltramelli, impegnato tra le altre cose all'educazione dei fanciulli, dapprima edita da Bordandini quindi da una piccola Casa editrice di Ostiglia, diretta da Arnoldo Mondadori che poi curerà la stampa di numerosissime opere dello scrittore forlivese; una foto di Beltramelli a Villa Sisa con un gruppo di soldati e suo padre, combattente nelle Guerre di indipendenza italiana; la liberazione di Gorizia da parte di truppe forlivesi, l'XI Fanteria i famosi Gialli del,Calvario; uno dei tanti volontari forlivesi, Mario Fantinelli, nelle fila degli Arditi; Italo Stegher, ufficiale di carriera; una foto di Maceo Casadei; il Teatro Apollo inaugurato il 24 gennaio del 1914; il Teatro comunale; una foto Mentore Ronchi responsabile dell'Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra forlivese, in stretto contatto con la sezione di Milano di cui faceva parte Fulcieri Paulucci di Calboli di cui sono state mostrate alcune immagini; una foto di Aldo Spallicci nella divisa di Tenente medico, a capo degli interventisti forlivesi; un gruppo di ragazze della Gioventù cattolica; una foto di Giovanni Braschi, leader contadino tra il faentino, cesenate e forlivese che divenne poi deputato del Partito popolare, internato durante la Grande Guerra a Mauthausen; sono seguite poi alcune foto che il fotografo Cristiano Frasca ha avuto l'incarico di scattare appositamente sui luoghi della Grande Guerra. la Chiesa del Suffragio, piena di lapidi e ricordi della Grande Guerra, una scultura di Bernardino Boifava ai piedi del Monumento alla Vittoria, la torretta antiaerea, in corso Garibaldi, numerosi erano questi punti di avvistamento, don Pippo ed Angiolino Raffaelli con don Tommaso Morgagni parroco della Chiesa dei Capuccini, dove si trova un archivio ricchissimo del periodo trattato: moltissime foto in cui sono ritratti numerosi protagonisti di allora ormai non più riconoscibili, la sorella di don Morgagni con altre ragazze, in parrocchia, mentre cuciono e riparano abiti per i soldati. Sono seguite numerose fotografie dell'archivio della famiglia Paulucci di Calboli: una foto dove vediamo il re, monsignor Celso Costantini che tiene in mano le chiavi della Basilica di Aquileia che, conquistata agli austriaci nelle prime settimane di guerra, divenne Basilica nazionale, nello sfondo si vede Fulcieri Paulucci di Calboli di guardia ed il giornalista Ugo Ojetti; un altra foto con Fulcieri, il padre, la sorella crocerossina e la fidanzata Alessandra Porro, figlia del vice del generale Cadorna; un'altra foto di Fulcieri, ormai invalido, che con la sua carrozzella passa da fabbrica in fabbrica, da città a città per suscitare entusiasmo per la resistenza; un particolare dei funerali di Fulcieri a Forlì, su un affusto di cannone, lo stesso usato per i funerali di Francesco Baracca. La proiezione di immagini e l'intervento di Giovanni Tassani si sono conclusi con le immagini riproducenti i manifesti che furono realizzati durante il conflitto e che sono conservati nella Collezione Piancastelli. |