FOSCOLO LOMBARDI Nato
a Dovadola nel 1941, Foscolo Lombardi è un eclettico
artista, figura di grande spessore culturale ed artistico. A Dovadola, nel
suo affascinante laboratorio prosegue l'arte dell'ebanista-liutaio che fu
di suo padre e prima ancora di suo nonno. Nominato nel 2009 dal Ministero
dei beni Culturali, per il costante impegno dimostrato in oltre
quarant’anni d’attività, Ispettore onorario per la tutela
dei beni monumentali e degli oggetti di antichità e d’arte per
il Comune di Dovadola. Egli è stato nel 1993 tra i fondatori ed è
attuale Presidente dell’Archeoclub di Dovadola che da allora opera con
successo nel territorio. Ma l’attività di Foscolo non si limita alla
costruzione e riparazione di strumenti musicali, la sua genialità spazia
dalla falegnameria alla scultura, al conio di medaglie, tra queste, per
citarne una, quella dell’Accademia romana
“Pietro Gianpaoli” per la Biblioteca Vaticana. Chi scrive non
può non esprimere l'emozione, lo stupore provati la prima volta che scese
il breve viottolo che separa la bottega dalla Piazza Cesare Battisti,
giungendo sul piccolo spiazzo, antistante al laboratorio, colmo di opere
dell’artista, compiute ed incompiute, sculture in pietra, sasso, legno,
vari oggetti, attrezzi, “arnesi” “cose” dalle quali emana la
bellezza, la poesia, l’umanità, l’umiltà, la sensibilità, la
memoria di cui è fatto Foscolo, la sua Anima. Nella bottega il tempo si
è fermato, non troviamo telefonini, computer, tablet, Internet ipad, ma
solo legno, scalpelli, sgorbie, seghetti, lime, pialle, raspe, martelli,
modelli, forme, sagome, colle, vernici, parti di strumenti in via di
realizzazione, manici, costole, dorsi di violini, ricci, tastiere,
ponticelli, piani armonici, fondi di violoncelli, contrabbassi, gli stessi
strumenti ultimati. Ma la cosa più entusiasmante è ascoltare Foscolo,
quando ricorda le sue origini, l’eredità del padre, la sua formazione,
la sensibilità, l’attenzione, l’amore che deve sempre accompagnare
l’artigiano nelle sue scelte, nelle scelte dei materiali, nel suo
lavoro. Momento davvero magico è quello che può capitare al visitatore
se il liutaio, dopo aver spiegato come si deve scegliere l'albero, nel suo
sito naturale, dal quale ricavare il legno per lo struumento, o come si
deve verificare la trasmissione della tonalità, senza alcuna distorsione
di questa, battendo con il martelletto agli estremi le assi tagliate, fa
sentire il suono di un contrabbasso, pizzicando sulle sue corde frammenti
di musiche di Gershwin o di Bizet. |