d’ingresso, con portelle dipinte, acquistato nella seconda metà del
XVI secolo.Le
ante furono dipinte nel 1576 da Livio Modigliani, all’interno degli
sportelli sono rappresentate la Madonna dei Servi e S. Caterina, mentre
all’esterno è dipinta la scena dell’Annunciazione.
Livio Modigliani
(Forlì, 1540c.-1610c.), fu pittore del tardo Rinascimento, appartenente
alla scuola forlivese, attivo dal 1576 al 1602, fu discepolo di Pier
Paolo Menzocchi (1532- 1589?), col quale lavorò pure a Forlì, nella
Chiesa di San Girolamo.Sempre all’interno un arco trionfale si apre su
un vasto presbiterio con coro absidale intarsiato. Sono presenti pure
eleganti arredi e pregevoli dipinti; a sinistra, entrando dall'ingresso
principale, è l'altare dell'Annunciazione completato nel 1735; al
centro dell'ancona dipinta e dorata è l'opera più prestigiosa della
chiesa: la pala dell'Annunciazione dipinta nel 1533 da Marco Palmezzano
(1460-1539) allievo di Melozzo da Forlì (1438-1494).La Chiesa dei Servi
sorge a ridosso della Piazza; la sua costruzione si deve ai Servi di
Maria che si insediarono a Forlimpopoli dapprima nell'ospedale e
nell'oratorio dei Battuti Neri, tali locali furono poi trasformati
alcune decine di anni dopo in una chiesa più ampia con annesso
convento. Fu tuttavia all'inizio del '700 che i Servi diedero alla
chiesa l'aspetto odierno: una serie di costruzioni con, alla cui
sommità, il torrione settecentesco, che supera in altezza anche il
campanile.L’esame
delle strutture murarie esterne mette in evidenza le tappe principali
della storia edilizia del fabbricato: lungo la fiancata meridionale sono
ben visibili le lesene angolari e l’elegante portale dell’oratorio
quattrocentesco, mentre a destra è l’avanzo di un muro antico con due
finestrelle ad ogiva probabilmente appartenenti all’ospedale
medioevale.All’interno
dell’antico convento annesso alla Chiesa dei Servi, di grande
importanza storica ed architettonica con circa 2000 mq di sviluppo,
strutturato come una grande abitazione, da
poco tempo si è insediata la sede di Casa Artusi: una biblioteca
specializzata dedicata alla cucina domestica italiana, le cucine per il
ristorante artusiano, per la scuola che, in piena integrazione con il
territorio, ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle diverse
tradizioni e cucine locali, i prodotti del territorio, l’educazione al
gusto e l’insegnamento eminentemente pratico del saper fare, sale e
salotti, per incontri, degustazioni ed eventi culturali.