Tra
riti e rimedi della
medicina popolare in Romagna con
Giancarlo
Cerasoli
e
Brunella
Garavini che
presenteranno la
loro ultima fatica
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Dopo la rituale presentazione de' minestar, i relatori Giancarlo Cerasoli e Brunella Garavini sono stati introdotti da Gabriele Zelli, ma prima ha preso la parola Oriana Fabbri, presidente dell'Istituto "Friedrich Schürr" che ha sostenuto la pubblicazione dell’opera. Ella
ha ricordato le finalità dell'Istituto, associazione di indirizzo
sociale per la ricerca e la promozione culturale, si regge sull'impegno
volontario dei soci e cura la salvaguardia e la valorizzazione del
patrimonio dialettale romagnola. consegue le sue finalità diffondendo
fra la gente la convinzione che la nostra vecchia lingua materna
romagnola rappresenti un patrimonio insostituibile ed inestimabile di
cultura e di civiltà, poiché non si configura come un sottoprodotto
volgare ed impoverito dell'italiano, ma come complesso di parlate
neolatine nell'origine, che si sono evolute attraverso i secoli in
aderenza a vicende storiche e mutamenti sociali di cui la nostra gente
di Romagna è stata oggetto. L'associazione ha sede a Santo Stefano,
nella campagna ravennate, è nata alla fine del 1996; attualmente conta
circa 1000 soci, un successo straordinario al quale hanno contribuito i
maggiori enti locali ravennati. L'associazione si è dotata di un
proprio periodico "La ludla" (La Favilla), attualmente
stampa 2800 copie di 10 numeri all'anno, raccogliendo un buon successo
tra gli specialisti del settore, raccogliendo articoli di studiosi di
chiara fama romagnoli e non solo, e non tralascia contributi dei soci
che riferiscono in dialetto o in lingua sulle proprie esperienze
linguistiche di vita e di lavoro. L'associazione sostiene iniziative
quali Trebbi, incontri di poesia o cante romagnole, organizza, in
accordo con il Comune di Ravenna, azioni nelle scuole, dalla materna
alle scuole medie superiori, per fare conoscere il valore scientifico ed
espressivo del dialetto romagnolo alle nuove generazioni. In
collaborazione con al Libera Università degli Adulti, Scuole ed altre
Istituzioni realizza corsi per adulti ed anche per insegnanti.
L'associazione si coordina con le altre associazioni romagnole che
conducono iniziative legate al dialetto, Camerate di Canterini,
Compagnie di teatro dialettale, Associazioni culturali. Nei
limiti del proprio bilancio la Schürr
incoraggia la pubblicazione e
la ristampa di opere rare di particolare valore culturale, quali ad
esempio
il Vocabolario Romagnolo – italiano di Libero Ercolani. Nel
2000, con il sostegno generoso di Fondazioni bancarie, ha curato la
ristampa anastatica di Romagna
di Icilio Missiroli: indimenticato almanacco – sussidiario romagnolo
che fu in uso nella scuola elementare dal 1924 al ’29, preceduto da
una saggio introduttivo di Giuseppe Bellosi. Incoraggiata da questo
straordinario successo, la Schürr
ha dato vita a due prestigiose collane. Nella
prima, «Tradizioni popolari e dialetti di Romagna»,
sono stati pubblicati presso la Mandragora di Imola Studi
sulle tradizioni popolari della
Romagna di Carlo Piancastelli (2000), curato da Giuseppe Bellosi; Usi,
e pregiudizi de’ contadini della Romagna
di Michele Placucci (2001), sempre curato dal Bellosi; Romagna
popolare. Scritti folklorici di Luciano De Nardis,
curato da Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi (2003); Antiche
orazioni popolari romagnole
raccolte da Giovanni Bacocco, curato dal Bellosi e da Cristina
Ghirardini (2004), Proverbi,
usi, pregiudizi, canti
novelle e fiabe popolari in Romagna; a cura di G. Bellosi (2005) Tradizioni
popolari nella Romagna dell'otocento, a
cura di Brunella Garavini (2006) Vocabolario
etimologico romagnolo, di
Gilberto Casadio. m(2008) Meriggio in Romagna di Cino Pedrelli, a cura di Giuseppe Bellosi e Roberto Greggi (2009), Medicina popolare a cura di Brunella Garavini e Massimo Cerasoli (2010). L’altra
collana “Fôla fulaja”,
dedicata alla favolistica romagnola è stata inaugurata nel 2003: qui sono apparsi U
j éra una vôlta, 10
favole delle Ville Unite raccolte e curate da Rosalba Benedetti (2003) L’ustarì
dal sët burdëli, 13
favole di San Zaccaria raccolte e curate da Vanda Budini (2004). Streta la fola lerga la veja, 23 favole e fiabe raccolte da Edda Lippi (2006) n del fól, 15 favole raccolte da Giuseppe Bellosi nel 1981 e curate da Cristina Ghiradini (2010). Fuori collana è stato pubblicato il saggio di Daniele Vitali L’ortografia romagnola (2009) e Do int una völta di Giovanna Grossi Pulzoni (2010). L'Istituto Schürr promuove e organizza manifestazioni per il pubblico più vasto, la più importante di esse si svolge in autunno: è l'annuale Fësta dla Ludla, che ospita sempre un convegno sul dialetto. Ogni due anni l'Istituto organizza e' Fat, concorso di prosa in romagnolo che vede la partecipazione di autori di ogni età, dalla Romagna e da fuori e che quest'anno è giunto alla sua sesta edizione, unico concorso di prosa, non di poesia. Sostenuta dalla Provincia di Ravenna, la Schürr ha realizzato il sito web "Argaza - il dialetto romagnolo on line" allo scopo di realizzare un contenitore idoneo a raccogliere e divulgare qualsiasi documentazione, notizia ed evento, già presenti o meno sul web e che riguardino il dialetto romagnolo.Questo, nell'intento di tener vivo, far conoscere e divulgare un idioma, che rappresenta per le collettività di Romagna un bene culturale importante, oltre che un memore ricordo del comune passato. L'argaza è la gazza, uccello che col suo continuo ciacolare mette rapidamente sull'avviso la popolazione silvestre di quanto accade nel bosco; ci piace anche pensare, seppur para-etimologicamente, che suo tramite, il termine "gazzetta" sia entrato nel lessico del giornalismo e dell'informazione generale. Su tale sito si possono trovare informazioni su tutte le attività dell'associazione e scoprire cosa offre il territorio, gli eventi giorno per giorno. Oriana Fabbri ha concluso il suo intervento ricordando il libro di Cerasoli e Garavini che è stato presentato nella serata. A quello della Fabbri, ha fatto seguito l'intervento di Gabriele Zelli che ha sottolineato in apertura l'altissimo valore di entrambi gli autori, quali studiosi romagnoli. Dello straordinario loro ultimo libro ha detto testualmente che :<<...in esso si possono trovare i rimedi contro ogni tipo di malattia, dalle epidemie come il colera a come combattere l'insonnia...>>. Ha quindi citato alcuni di questi rimedi allo scopo di valutare, da una parte i giganteschi passi in avanti della medicina ufficiale, dall'altra come i rimedi antichi conservino comunque una saggezza mai superata. Ha quindi preso la parola Giancarlo Cerasoli che ci ha illustrato come è stato costruito il libro, lasciando a sua moglie Brunella il compito di illustrarne il contenuto, attraverso qualche "assaggio". "Guarì guaròss", che da titolo al libro, è l'incipit di una filastroca, per illustrare la copertina è stata scelta una immagine di Cesare Maioli, il fiore di malva, malva vuol significare "mal va via", poichè la malva curava tutto. Il libro è stato scritto perchè si voleva raccogliere ed organizzare in maniera scientifica le informazioni sulla medicina popolare presenti in alcune fonti edite riguardanti la Romagna. Non si è voluto dare interpretazioni, ci sono già altri testi che lo fanno, il libro vuole essere un documento che rappresenta cosa si faceva in una casa di un contadino all'inizio dell'Ottocento, a metà del Novecento, quando i folcloristi raccolsero queste informazioni. La medicina popolare è più di una serie di ricette, ma contiene un mondo di relazioni che andrebbe ricostruito. Il suo studio è stato possibile attraverso i documenti archiviati in numerosi fondi, ma anche attraverso le interviste sul campo. del folclore romagnolo si sono interessati molti studiosi, i primi furono i "moralisti", quali Agostino da Fusignano, padre Maroni da Cagli che registravano le superstizioni per condannarle, tra queste, moltissime riguardano la medicina popolare. Poi seguono i "curiosi" come Battarra, Cirelli, Placucci che non ha fatto altro che sistematizzare le informazioni che provenivano da quella fonte ampissima che furono le inchieste napoleoniche del 1811, molte delle quali furono redatte dai parroci, e raccontano la vita minuta. A metà dell'Ottocento, questa indagine viene poi proseguita dagli studiosi che affrontano il problema in maniera scientifica, andando ad intervistare gli stessi contadini, raccogliendo dalla loro viva voce quelle che erano le loro abitudini, questi sono Nardi. Bagnare, Foschi, Ercolani, lo stesso Spallicci, Tonelli che ha raccolto un corpus ponderoso di informazioni su tutta la vallata del Savio, quindi pure Bellosi. Quindi Cerasoli è passato ad illustrare come è stato organizzato il libro, in cui sono stati presi in esame questi temi, il ciclo della vita a cominciare dalla gravidanza, il parto, l'allattamento e così via. Quindi si è trattato delle pratiche di prevenzione e cure generiche delle malattie, quindi la parte centrale del libro che tratta le malattie specifiche ed i rimedi a queste, anche nei proverbi e modi di dire. L'ultimo capitolo tratta della "Medicina contesa", quella dotta e quella popolare, i vantaggi tra le due sino agli anni Cinquanta del Novecento. Le informazioni sono state ricavate dai due studiosi vivisezionando i testi da loro scelti, individuando e scegliendo le parti utili da inserire nel libro, nei vari capitoli, illustrandone alcuni. Cerasoli ha poi passato la parola alla moglie, la dottoressa Garavini che ha proseguito trattando il ciclo della vita fornendo numerose informazioni, curiosità e illustrando il taglio che hanno dato alla loro ricerca. Ha ripreso così l'argomento della gravidanza, le pratiche, più sul versante magico che della medicina vera e propria, che venivano messe in atto a tutela delle gestanti, poi delle puerpere, specie durante il periodo dell'allattamento. Poi ha trattato delle pratiche per la protezione dei neonati, quelle applicate in occasione del Battesimo, quando il bambino era ammalato, le "segnature", andando così alla conclusione della presentazione del libro.
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