Domenico Giulio Cesare Martuzzi nei ricordi di un vecchio allievo con Vittorio Mezzomonaco Vittorio
Mezzomonaco, suo vecchio allievo, ha commemorato il Maestro Cesare
Martuzzi, nel cinquantenario della morte, avvenuta a Forlì il 4 agosto
1960.Ha ricordato come il grande
musicista romagnolo, nato ad Alfonsine, visse gran parte della sua vita
nella nostra città, dove fondò la Società dei Canterini Romagnoli
nella quale si produsse, eseguendo musiche proprie, con decine di
applauditissimi concerti.
Cesare Martuzzi è l’ autore di alcune delle più conosciute
“cante” della nostra terra: ”La majé”, “A Gramadora” (più
conosciuta, forse, sotto un titolo non suo: “Bëla Burdëla”),
“Romagnöla”, “A trebb”, “Dmenga a Cesena”… e così via.
Ma il suo impegno di musicista non si limitò soltanto a testi
dialettali; fondò, nel dopoguerra, una scuola di Polifonia classica ed
addestrò gli allievi all’ esecuzione di opere firmate da Pierluigi da
Palestrina. Orlando di Lasso, Carissimi, Ingegneri, Gesualdo da Venosa e
gli altri grandi della musica rinascimentale e barocca. Martuzzi fu
anche scrittore, pittore, poeta, teorico del nostro dialetto. Nel 2001
il Comune di Forlì dette alle stampe un suo manoscritto inedito, “Una
smana in gavagn” destinato a diventare un classico della Letteratura
Romagnola. La serata è trascorsa in maniera piacevolissima Ricordando
con evidente affetto il Maestro, Mezzomonaco ha ripercorso momenti
significativi del suo rapporto con Martuzzi. Nel corso della
conversazione sono state ascoltate antiche registrazioni di
“cante”, incise su dischi di vinile a 78 giri per conto della
Columbia e de La Voce del Padrone nel 1927 e 1928. Le esecuzioni,
ripulite e filtrate, con accurata e professionale perizia, dal musicista
Mauro Neri, al quale va la nostra sincera gratitudine, hanno fornito
agli ascoltatori un’ idea dell’ interpretazione autentica di canti
famosissimi e conosciuti nella interpretazione del suo stesso autore e
di quella leggendaria formazione corale, famosa in tutta Italia, che
furono i “Canterini Romagnoli”. La serata è stata anche
l’occasione per riascoltare la voce “magica” del mitico solista di
quello storico complesso, quel Mario Lazzari, altrimenti detto “Mario
dla Ciarghina”. |