SILVANO BONAGURI
Biografia
Nato e residente a Forlì.
Autodidatta. Da oltre 30 anni fa ricerca nel campo della fotografia
delle origini. Da tempo esegue daguerrotipi e altri processi di ripresa
e stampa storici. Storia della fotografia, scienziati, artisti fotografi
diventano argomento della sua produzione fotografica. Gran parte del suo
lavoro consiste, di volta in volta, nella documentazione di un
rito-gioco fotografico e degli strumenti messi in campo per realizzarlo.
Da oltre trent’anni fa
ricerca in campo fotografico, con particolare interesse per la storia
della fotografia dalle origini e per l’immaginario fotografico
(archeologia e mitologia della fotografia).
Percorso formativo:
- La
stanza della memoria fotografica- 1986:
Sorta di altare domestico romano (reperto archeologico, sottratto
all’oblio. In analogia con la fotografia chimica), all’interno del
quale, fra alchimia, ritualità, identificazione, descrizione
tecnologica e gioco, emergono tasselli della memoria storica della
fotografia e dell’immaginario fotografico.
Gran parte del suo lavoro consiste, di volta in volta, nella
documentazione di un rito – gioco fotografico e degli strumenti messi
in campo per realizzarlo.
- I miei padri- 1996:
Serie di omaggi a scienziati, inventori, autori che hanno maggiormente
influenzato la sua poetica: Tiphaigne De La Roche, Nièpce, Daguerre,
Talbot, Bayard, Herschel, Man Ray, Mulas, Strindberg. Ad ognuno di
questi ha dedicato una serie di immagini o sequenze o installazioni.
Tutte le opere sono stampate con processi storici: carta salata,
cianotipia, callitipia, gomma bicromata…
- Jeux daguerriennes- 2011:
Esempio, pressoché unico, di creatività rivolta alla tecnica
daguerrotipica, prevalentemente impiegata per generi fotografici
classici (ritratto, paesaggio).
Qui il soggetto è il dagherrotipo stesso, il suo fascino alchemico, le
sue peculiarità tecniche, la sua ambiguità. E’ il dagherrotipo che
“recita” se stesso.
È
uno dei pochissimi
daguerrotipisti operanti al mondo; ha prodotto n. 50 daguerrotipi
formato 11x14cm i quali costituiscono, assieme a “jeux daguerriennes”,
una mostra sui generis.
Opere:
1)
“Il paese delle zucche” (1971)
2) “Proscenio” (1975)
3) “Animazione di un acquario”(1977)
4) “La stanza della memoria fotografica” (1984)
5) “I miei padri” (1994)
6) “Les Jeux daguerriennes” (2011)
Principali mostre:
Padova
Galleria Mastrogiacomo editore; (Il paese delle zucche)
Forlì Oratorio di S. Sebastiano; Bologna Sala Dozza e S. Pietro in
Casale (La stanza della memoria fotografica)
Forlì Palazzo Albertini (I miei Padri)
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