Racoz

“ La Rocca di Ravaldino in Forlì”

"Trent'anni di storia gloriosa, tre assedi e un massacro".

con

Marco Viroli

e

Gabriele Zelli

E' minestar ha aperto la serata, la prima dopo il periodo estivo, e ha salutato ufficialmente Gabriele Zelli quale nuovo sindaco di Dovadola, ricordando il suo ormai consolidato  e straordinario impegno culturale e sociale che ha inciso sulla cultura forlivese e non. Ha quindi presentato l'autore del libro presentato nella serata, Marco Viroli, scrittore , storico e poeta. Terminata la cena e' minestar Monti ha dato la parola allo scrittore, 

Viroli ha aperto la sua presentazione ripercorrendo la storia della Rocco di Ravaldino e quella ancora più affascinante della sua Signora, Caterina Sforza. Ha poi proseguito commentando lo sviluppo della Rocca, il suo declino nel tempo, attraverso numerose immagini della stessa realizzate nel tempo da numerosi artisti.

Viroli ha poi passato la parola a Zelli, che ha invitato a parlare dei veri primi signori della Rocca, cioè gli Ordelaffi. Prima di proseguire, Zelli ha ringraziato del tributo ricevuto e' minestar e tutti i soci de' Racoz, precisando che il suo impegno di sindaco non frenerà certamente il suo impegno culturale e sociale. Ha quindi ripreso le vicende delle quali fu protagonista la famiglia Ordelaffi, precisando che fu appunto Pino III ha potenziare la Rocca, certo preesistente, sviluppandola in una versione non molto dissimile dall'attuale. Ha quindi tratteggiato le vicende di Pino III, il suo pessimo carattere e le numerose congiure di cui fu molto probabilmente artefice, dall'uccisione del fratello Cecco, della sua prima consorte Barbara Manfredi, della madre Caterina Rangoni, e fors'anche della seconda moglie Zaffira Manfredi, figlia del signore di Imola. Pino III quindi sposò Lucrezia, figlia di Gianfranco Pico della Mirandola, che si può presumere abbia potuto anticipare il marito, con lo stesso strumento, quando questi iniziò ad avere in animo di farle patire la stessa sorte delle precedenti mogli. Zelli però ha pure sottolineato tutte le meritevoli iniziative di Pino III riguardo il miglioramento della struttura della città, attraverso la costruzione o il recupero di numerosi palazzi, chiese e delle mura di protezione. Ha ripreso poi la parola Viroli che ha proseguito nella illustrazione dello sviluppo della Rocca per volontà appunto di Pino III attraverso l'architetto fiorentino Giorgio Marchesi chiamato allo scopo a Forlì. Le rocche, con l'avvento del cannone, stavano mutando il loro aspetto, più basse e tozze per resistere ai colpi della "moderna" micidiale arma distruttiva. Ma nel 1480 Pino III muore in circostanze misteriose e nuovi signori della città giungono Girolamo Riario e  la moglie Caterina Sforza. Si è soffermato quindi ha proporre un ritratto della signora, attraverso numerosi ritratti che ci sono pervenuti di Caterina, raffigurandola in varie stagioni della sua vita. Ha ripreso quindi la parola Zelli che, più di parlare di Girolamo e Caterina, ha voluto illustrare la situazione socio-economica ed urbanistica della città all'avvento del Riario e gli sfarzosi festeggiamenti di cui furono protagonisti i nuovi venuti. Ha quindi poi narrato come Caterina governò la città alternando, a seconda delle condizioni economiche-politiche, pugno di ferro o maggiore benevolenza. Viroli ha poi proseguito ripercorrendo la storia della rocca, dalla morte del Riario, quando Caterina lascia definitivamente lasciò il palazzo di città per trasferirsi sino alla fine, all'assedio finale di Cesare Borgia, nella rocca che nella memoria dei forlivesi prenderà il suo nome. Lo scrittore si è soffermato sul degrado di cui fu oggetto la rocca dopo l'assedio distruttivo, dell'uso di cui se ne fece dopo la restaurazione del potere pontificio, durante l'epoca napoleonica sino ai giorni nostri, aiutato in questo da numerose illustrazioni del manufatto eseguite da vari artisti in questo lungo periodo. Zelli è intervenuto riprendendo la narrazione dal momento in cui Cesare Borgia prese possesso della rocca e, contravvenendo al norme  cavalleresche, non scritte, del tempo, che volevano salva la vita a coloro che si erano battuti strenuamente nella difesa, fece passare per le armi tutti i sopravvissuti e fece saccheggiare la rocca e l'edificio detto "il Paradiso", lussuosa dimora della signora andato nel tempo distrutto totalmente. Si salvarono solo coloro che, appartenendo a famiglie nobiliari, poterono riscattare la propria vita.  Ha quindi terminato Viroli presentando altre immagini.

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