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 a CESENATICO 

visita al

MUSEO DELLA MARINERIA

Unico in Italia, è un vero e proprio museo galleggiante, sorto nel 1983 nel porto canale che attraversa l'antico borgo marinaro dove fu ospitato Leonardo da Vinci, chiamato da Cesare Borgia per risolvere il problema dell'insabbiamento del canale stesso.

Frequentato dall'intera marineria adriatica, il porto conobbe  di ogni tipo, dai bragozzi chiozzotti ai trabaccoli della Romagna alle paranze marchigiane. In altre parole, la marineria tradizionale dell’alto e medio Adriatico.

Il Museo si compone di due sezioni: un grande padiglione museale - la Sezione a Terra - espone un trabaccolo e un bragozzo, protagonisti dell'epopea della vela nell'alto Adriatico, completamente attrezzati con le vele al terzo. Ad essi si affianca una vera bottega ottocentesca di carpenteria navale, acquistata e riallestita dentro al museo. Sono anche esposte ancore antiche e moderne, tra cui due del XVII secolo, nonché manovre e attrezzi con cui il visitatore si può cimentare. Un settore è dedicato all'evoluzione dell'attrezzatura velica, mentre una raccolta di motori documenta il passaggio dalla vela al motore. Altri reperti illustrano la vita di bordo, la pesca e le relative attività commerciali.

Ancor più spettacolare è la Sezione Galleggiante, davanti alla Sezione a Terra, nel tratto più interno e più antico del Porto Canale - dalle vivaci sponde affollate di negozi, ritrovi e turisti - dove è ormeggiata una piccola flotta cabotiera di imbarcazioni tradizionali dell'Alto Adriatico, con le loro vele sgargianti spesso decorate con gli emblemi delle famiglie dei pescatori/armatori.

Sul parapetto del canale targhe numerate illustrano le diverse barche

Possiamo quindi ammirare il bragozzo a due alberi; è una barca da pesca a fondo piatto di origine chioggiotta, che raggiungeva le coste dell'Istria e della Dalmazia.

Il trabaccolo di Gabicce misura m 13.06 x 3.70; era una barca da pesca usata anche per il trasporto; l'ampia prua è decorata con i vistosi occhi apotropaici in rilievo mentre la superficie velica è controbilanciata dal grande e profondo timone.

La di Bellaria misura m 9.46 x 2.80; ha fondo piatto e un albero abbattibile.

La lancia di Cattolica, 1949, di m 7.65 x 2.23, rappresenta la numerosa flotta di piccole imbarcazioni che affollava l'Alto Adriatico; non navigava oltre la Romagna e, tra le imbarcazioni tradizionali, è la più recente e quindi la più sobria e, dal punto di vista nautico, la più agile.

Il topo - Chioggia, 1950 - misura m 9.36 x 2.57; barca da pesca originaria di Venezia, si è rapidamente diffusa in tutto l'Alto Adriatico; generalmente senza ponte e con un solo albero, insieme con il bragozzo rappresenta uno degli esemplari più evoluti di barche a fondo piatto, specializzata nella pesca con i parangali.

La - San Vito d'Abruzzo, 1951 - misura m 8.45 x 2.92; le paranze erano armate con un albero e una grande vela e generalmente praticavano la pesca a strascico a coppie (in paro), da cui il nome; poiché dovevano essere tirate in secca su coste prive di porti ebbero di dImensioni contenute.

Trabaccolo da trasporto Giovanni Pascoli, costruito a Cattolica nel 1936. Misura m 20.50 x 6.50 ed è quindi la più grande barca tradizionale romagnola, con caratteristiche di grande affidabilità, stabilità e portata, e per questo adibita al cabotaggio in tutto il Mediterraneo, trasportando ogni tipo di merce.

Per saperne di più, vi invitiamo a visitare il sito:  http://www.sullacrestadellonda.it/musei/cesenatico_museo_marineria.htm

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