Racoz
a CESENATICO e visita al MUSEO
DELLA MARINERIA |
Frequentato dall'intera marineria adriatica, il porto conobbe di ogni tipo, dai bragozzi chiozzotti ai trabaccoli della Romagna alle paranze marchigiane. In altre parole, la marineria tradizionale dell’alto e medio Adriatico. Il Museo si compone di due sezioni: un grande padiglione museale - la Sezione a Terra - espone un trabaccolo e un bragozzo, protagonisti dell'epopea della vela nell'alto Adriatico, completamente attrezzati con le vele al terzo. Ad essi si affianca una vera bottega ottocentesca di carpenteria navale, acquistata e riallestita dentro al museo. Sono anche esposte ancore antiche e moderne, tra cui due del XVII secolo, nonché manovre e attrezzi con cui il visitatore si può cimentare. Un settore è dedicato all'evoluzione dell'attrezzatura velica, mentre una raccolta di motori documenta il passaggio dalla vela al motore. Altri reperti illustrano la vita di bordo, la pesca e le relative attività commerciali. Ancor più spettacolare è la Sezione Galleggiante, davanti alla Sezione a Terra, nel tratto più interno e più antico del Porto Canale - dalle vivaci sponde affollate di negozi, ritrovi e turisti - dove è ormeggiata una piccola flotta cabotiera di imbarcazioni tradizionali dell'Alto Adriatico, con le loro vele sgargianti spesso decorate con gli emblemi delle famiglie dei pescatori/armatori. Sul parapetto del canale targhe numerate illustrano le diverse barche Possiamo quindi ammirare il bragozzo a due alberi; è una barca da pesca a fondo piatto di origine chioggiotta, che raggiungeva le coste dell'Istria e della Dalmazia. Il trabaccolo di Gabicce misura m 13.06 x 3.70; era una barca da pesca usata anche per il trasporto; l'ampia prua è decorata con i vistosi occhi apotropaici in rilievo mentre la superficie velica è controbilanciata dal grande e profondo timone. La di Bellaria misura m 9.46 x 2.80; ha fondo piatto e un albero abbattibile. La lancia di Cattolica, 1949, di m 7.65 x 2.23, rappresenta la numerosa flotta di piccole imbarcazioni che affollava l'Alto Adriatico; non navigava oltre la Romagna e, tra le imbarcazioni tradizionali, è la più recente e quindi la più sobria e, dal punto di vista nautico, la più agile. Il topo - Chioggia, 1950 - misura m 9.36 x 2.57; barca da pesca originaria di Venezia, si è rapidamente diffusa in tutto l'Alto Adriatico; generalmente senza ponte e con un solo albero, insieme con il bragozzo rappresenta uno degli esemplari più evoluti di barche a fondo piatto, specializzata nella pesca con i parangali. La - San Vito d'Abruzzo, 1951 - misura m 8.45 x 2.92; le paranze erano armate con un albero e una grande vela e generalmente praticavano la pesca a strascico a coppie (in paro), da cui il nome; poiché dovevano essere tirate in secca su coste prive di porti ebbero di dImensioni contenute. Trabaccolo da trasporto Giovanni Pascoli, costruito a Cattolica nel 1936. Misura m 20.50 x 6.50 ed è quindi la più grande barca tradizionale romagnola, con caratteristiche di grande affidabilità, stabilità e portata, e per questo adibita al cabotaggio in tutto il Mediterraneo, trasportando ogni tipo di merce. Per saperne di più, vi invitiamo a visitare il sito: http://www.sullacrestadellonda.it/musei/cesenatico_museo_marineria.htm |