Anche Racchiuso, come altri paesi del Friuli, ha le sue leggende. Una di queste
è quella del "Cjondar des Paganis"
Nel mio paese, in cima all'altura del monte di Poiana, c'è una "grotta"
che noi chiamiamo "Cjondar des Paganis". La leggenda racconta che
molto tempo fa, in questa caverna vivevano la streghe, donne selvatiche che
si divertivano a fare dispetti alla gente.
Queste streghe portavano i capelli molto lunghi che arrivavano alle ginocchia
e si coprivano dal freddo con le pelli delle bestie che uccidevano lì
intorno.
Durante il giorno si nascondevano per bene; per nessuna ragione si mostravano
alla gente e sicuramente dormivano nella grotta, sulle foglie che strappavano
dai castagni del bosco. Quando si faceva scuro, allora, venivano fuori e raggiungevano
il paese per cercare qualcosa per riempire lo stomaco. Tutti avevano paura di
loro e dei loro scherzi e nessuno pensava di aprire la porta di casa perché
credevano di rimanere stregati. Così le streghe si accontentavano delle
verdure degli orti o prendevano di mira i gallinai o qualche coniglio. Ogni
notte loro andavano in giro per Racchiuso e spandevano i covoni del fieno che
il giorno prima i contadini avevano innalzato.
Qualcuno più coraggioso andava, ancora buio, nella campagna per cercare
di trovarle e si dice che sono state viste ballare tra i covoni del fieno.
Quando nasceva il giorno, le streghe tornavano su nel bosco nella loro buca
per riposare, dopo aver combinato danni durante la notte.
Un giorno, degli uomini che non avevano paura, hanno pensato di andare per catturarle
una volta per sempre, ma le streghe, con la loro magia, erano già volatilizzate
nel nulla. Nella grotta avevano trovato ancora i loro letti di foglie, ossa
di animali, sassi con la punta che adoperavano per uccidere le bestie.
Da quella volta le streghe non sono tornate più a stuzzicare la gente
del mio paese e tutti hanno potuto vivere più tranquilli.
Katia Ronchi
NOTIZIE STORICHE SUL CJONDAR DES PAGANIS
Localizzazione (posizione)
Il "Cjondar des paganis" o grotta delle streghe si trova a nord-est,
tra i boschi di Borgo Poiana, a Racchiuso.
La maggior parte delle fonti scritte pervenute però, indicano sbagliando,
che tale cavità è sotto il territorio di Faedis, mentre noi racchiusani
siamo ben orgogliosi di confermarvi che si trova in comune di Attimis. L'equivoco
nasce quando, nel 1916, lo speleologo E. Feruglio, pubblica i suoi studi effettuati
sul posto, posizionando la caverna entro il comune di Faedis, in quanto all'epoca
Poiana non era sotto Attimis. In seguito, però, Faedis e Attimis scesero
ad un compromesso: Faedis avrebbe ceduto Poiana se Attimis in cambio gli avesse
dato il paese di Clap. E così fu. Ma d allora le fonti non sono state
più aggiornate!
Dimensioni e struttura
La grotta è ad un'altitudine di circa 485 m s.l.m. e si formò
in seguito delle erosioni dell'acqua che scorreva tra la roccia.
Inferiormente ci sono due pareti parallele che da Nord-Ovest si inclinano verso
Sud-Est, mentre in alto si congiungono quasi a formare un triangolo.
Per farvi un'idea delle dimensioni della cavità diamo un po' di numeri:
0Ingresso: alto 3,60 e largo 2,60
1Prima Stanza: si inoltra per 12,5 m mantenendo la stessa larghezza e riducendosi
sul fondo ad una stretta fessura
2Canale: sulla parete si sinistra a 7,20m dall'esterno, largo 2,60 m e alto
1,30 m.
3Stanza Semisferica: a 6,40 m dal canale, lunga 5 m, larga 4,40 m, alta 2,10
m, con uno stretto camino.
In passato e nel presente
In origine, questa caverna, si pensa fosse un punto di riparo e di sosta lungo
il cammino, che gli uomini effettuavano per raggiungere altre cavità
o addirittura palafitte, dato che tra Savorgnano e Qualso si estendeva un lago,
oggi scomparso.
Il "Cjondar des Paganis", pur non essendo di enormi dimensioni, ha
in sè racchiuso la bellezza dei segni delle erosioni, le incrostazioni
sedimentate dall'acqua, mammelloni e lamine sulle pareti: purtroppo, col venire
dei tempi recenti, le piogge acide rischiano di corrodere e decalcificare queste
"architetture" della natura.
Alla luce degli scavi
Molti sono stati gli scavi e gli studi per cercare di conoscere e scoprire
maggiori particolari riguardo alla storia di questa nostra grotta.
Le varie esplorazioni hanno portato alla luce vari strumenti in selce lavorati
come alcuni raschiatori e mattatoi, una punta triangolare e due ciondoli per
collana. Inoltre sono stati rinvenuti anche frammenti in ceramica: due piccoli
recipienti (ora restaurati) e una museruola. Infine, non sono da trascurare,
il ritrovamento di ossa, la maggior parte scarti di cibo, che ci fanno capire
che questi primitivi erano ghiotti di cinghiali, caprioli, capre, lepri, pecore,
cervi e mucche.