RaabeTeatro
presenta
la
sagra del signore della nave
di L. Pirandello
vede? piangono, piangono!
dietro al loro Cristo insanguinato!
E vuole una tragedia più tragedia di questa?
atto unico con processione
e pappatoia
(al pubblico verranno serviti salsicce fagioli e vino rosso)
VERRA' RIPROPOSTO
PROSSIMAMENTE
NOTERELLE DI REGIA
la festa del santo coincide con la mattanza del maiale: e volete una
tragedia più tragedia di questa?
per chi si commuove la gente tra un boccone e l'altro?
Pirandello aspro sottile essenziale
tra i festoni e le luminarie di una festa patronale dove aleggia odore di
porco e vino rosso sui tavoli: buon appetito
M. Giovinazzi
commento di una delle
protagoniste:
"...devi immaginarti più
di 70 persone, più noi attori che eravamo
una quindicina, più 15 tavolini e sedie disposti sui lati lunghi, tutti
apparecchiati, sui quali cele e grazz distribuivano vino rosso, salsicce
e fagioli, il pubblico mangiava e chiedeva pure acqua o vino in più.
Noi attori alle 9.20 siamo davanti alla
porta verde, il pubblico è già entrato e seduto, ha fatto il biglietto e
si è sistemato.
Realizziamo dalle finestre che non ci sono
più posti a sedere per noi, neppure quelli riservati al pedagogo o ai
Lavaccara, come da copione. Raabe ha dato fondo a tutto ciò che permetta
di sedersi, sgabelli, sedie, rialzi, ecc...
Così entriamo, io mi siedo su uno sgabello
lasciato libero da Monica per me e comincio a fare la incinta, gelosa
del marito porco che flirta con la prostituta (antonella) e quando parte
l'organetto (Bruno) balla con tutte (pubblico); sudo, mi agito, gli
lancio occhiate.
Gli attori si ricavano il loro posto con
felice intuito; camminano da una sala all'altra, sostano vicino alle
finestre, assumono posture nel poco spazio tra gli arredi e i corpi
delle persone; al centro, sotto l'arco c'è più assembramento, intanto
cele e grazz continuano a correre da un tavolo all'altro.
Il bambino dei Lavaccara viene sistemato dal
pedagogo sulle ginocchia di una signora del
pubblico.
Dal fondo il miracolato e la figlia
esplodono ai segnali di Monica in urla
devote: evviva il signore della nave, devoti!
Il pubblico parlotta, ride, mangia, c'è un
brusio di fondo e un organetto a soggetto.
Il norcino continua a scannare pulendosi sul grembiule sporco
di sangue poggiato sulla canottiera lurida;
i colpi di mannaia assordano i presenti.
L'operaio cerca di trattenere la prostituta,
ma questa si aggira lasciva tra un tavolo e l'altro. Dopo una partita a
carte scoppia la rissa tra i bari. Intanto il medico, Lavaccara e il
pedagogo portano avanti il cuore del dramma: Monica che è tra noi, li
interrompe, li stoppa, li obbliga a ripetere, a tornare indietro e loro
ripetono, approfondiscono, il pubblico si fa sempre più attento; magari
non reagisce la prima volta o la seconda, alla terza ripetizione coglie
qualcosa in più e si scompone. Tutti
cerchiamo un posto nello spazio, pronti ai segnali
di Monica. Sul finale parte la processione dal fondo: io e la
figlia del miracolato reggiamo lo stendardo, Lucio dietro con l'osso
di prosciutto crocefisso, poi il miracolato,
e dietro,segnandosi, tutti gli altri, compreso Bruno che intona una
musica da processione popolare. Arriviamo fino in piazza e il pubblico
lo lasciamo lì. La prima sera qualcuno c'è venuto dietro la seconda sono
rimasti a tavola; poi sempre annunciati dall'organetto, rientriamo e
scoppia il battito ritmico delle mani che poi diventa un grande
applauso!
(stefania di nuzzo, 20 settembre 2008)
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