Prospero:

I miei incantesimi sono finiti;
sol mi restano ora le mie forze,
piuttosto scarse, per la verità.
Ora sta a voi decidere, signori,
s'io debba rimanere sempre qui,
racchiuso in questo luogo solitario,
o partire per Napoli con loro.
Ma spero che non sia vostra vaghezza
ch'io resti relegato su quest'isola
- e per vostro incantesimo, in tal caso -
avendo riottenuto il mio ducato
e perdonato a tutti i traditori;
che vogliate al contrario
magicamente con le vostre mani
sciogliermi e liberarmi da ogni laccio,
e gonfiare col vostro fiato amico
le mie vele, altrimenti è il fallimento
di tutto il mio progetto
ch'era quello di farvi divertire.
Non ho più spiritelli al mio comando
né magico potere d'incantesimi;
e la mia fine sarà disperata
se non venga da voi
una tal penetrante intercessione
in mio favore presso la pietà,
da assolvermi da tutte le mie colpe.
E se a voi piace d'esser perdonati
dei peccati, dall'indulgenza vostra
fate ch'io venga assolto anch'io dei miei.
(Esce)
"La tempesta" di W. Shakespeare

Immagini dei saggi di teatro del 2005

uno dei costumi del saggio sulla tempesta di Shakspeare
giugno 2005

 

 


 

 
     

 

home | laboratori