LABORATORI E STAGE DI RAABE
tutti a Trastevere, in via Agostino Bertani, 22

MARTEDÌ IN FONDO AI LIBRI
archivio

SFOGLIANDO IL CORPO DI-SEGNATO

Pagine come segni, indicazioni attraverso il corpo messaggero.
Per chi non si ferma a leggere solo la mano

(Martedì 16 gennaio 2001)

Abbiamo letto brani tratti da:

E. DE LUCA, In alto a sinistra, Feltrinelli, Milano, 1994;
M. HOULLBECQ, Il senso della lotta, Bompiani, Milano, 2000

Ci ha accompagnato la musica di 
E ZEZI e di D. SEPE

Lo specchio consueto ai miei occhi, si incrina senza rompersi. Ai due lati , a destra e sinistra, la mia figura riappare. Differente: un'altra persona? Si chiama…Andrea.

I capelli chiazzati di bianco, ad Andrea scivolano sulla fronte (non sulla tempia!), lo sguardo è sereno, soddisfatto. Un uomo realizzato? Eppure gli occhi mi fissano. Sembrano tornare indietro, indicare un punto nella mia vita. O semplicemente l’altro versante dello stesso specchio. A destra. Sparso di dolore il viso di Andrea, da quella parte un’ombra che induce a guardare di nuovo al centro dello specchio. A Giuseppe. Ad accettarmi.

GIUSEPPE

Andrea è una persona felice. Andrea si fa chiamare solo per nome. Non parla molto, anzi non parla affatto, ma quando vuole sa farsi capire. Andrea ha i piedi lunghi, che lo porteranno lontano, e occhi neri, tondi, ma ancora socchiusi.

E’ nato su un’isola e, forse su un’isola morrà. Il suo corpo è ancora piccolo, ma la voce già forte e squillante.

Avrà molti ricordi e tanto amore su cui cullarsi.

Un giorno tornerà sulla sua isola e forse penserà a quei giorni lontani quando ancora non era nato e proverà a immaginare il padre e la madre, e gli appariranno, come in un sogno, le ombre e i ricordi di chi era lì e capirà di essere il frutto dell’amore di molte persone, tutte accomunate dall’amore per la vita e, questo amore, questa gioia in lui continuerà a vivere.

STEFANO P.

Il passo è leggero, fluido. Lascia segni, ma confonde chi la segue. Non si distinguono la direzione, l’intenzione, il desiderio di raggiungere qualcosa o qualcuno.

Il passo è leggero, ad onde. Fluire e rifluire avanti e indietro. Eppure sembra ben solida, ben piantata con i suoi grandi piedi e grandi seni. Un peso di corpo e anima che sembra schiacciare. Invece procede lieve, come lieve è il suo sorriso come di chi sa che questo non è il suo mondo e dove andrà non è importante. Solo dov’è ora. Qui e l’attimo dopo, altrove.

ISABELLA

Gli elementi della creazione

Quando le parole incontrano il Fuoco, l’Acqua, la Terra e l’Aria. E diventano magia

(Martedì 6 marzo 2001)

 Abbiamo letto brani tratti da:

A.     ZANZOTTO, Meteo, Donzelli, Roma, 1996;
C. BANERJEE DIVAKARUNI, La maga delle spezie, Einaudi, Torino, 1998
M. AUB, Delitti esemplari, Sellerio, Palermo, 1986
E. GALEANO, Las palabras andantes. Parole in cammino, Mondadori, Mil. 1996
C. PAVESE, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Einaudi, Torino, 1981

Ci ha accompagnato la musica di 
NUSRAT FATEH ALÌ KHAN, Mustt Mustt, INDACO, Amorgos e AIRES TANGO, Cronologia del Novecento

prima di dormire

Letture dal letto: riti propiziatori, anticamera di sogni e incubi alla luce della luna.

(Martedì 13 marzo 2001)

 Abbiamo letto brani tratti da:
B.     ANEDDA, Notti di pace occidentale, Donzelli, Roma, 1999;
M. RIO, Merlino, Instar Libri, Torino, 1994
M. AUB, Delitti esemplari, Sellerio, Palermo, 1986
J.-M. MAULPOIX, Il mercante di colori, in AA.VV. Nel pieno giorno dell’oscurità. Antologia della poesia francese contemporanea, Marcos y Marcos, Milano, 2000

Ci ha accompagnato la musica di 
K. JARRET, Vienna Concert e D. SPILLANE, Lament for the deda of the north


Il buio è la luce.

Rischiara le tenebre.

Forma e sostanza

Della vita che passa.

Promessa di un giorno

più bello.

Del mondo che non vede.

STEFANO


La notte è la mia

Sposa creativa.


Il tempo è una

Rosa tagliente che scava

Nelle immagini.


Odo aratro disperdere

Infranto l’amaro suolo

E gira scalzo calesse

Ruota di concluso giro.

SANDRO

Corpo gettato

Come sul fuoco per ravvivarlo,

si apre

si illumina da dentro

brace ad illuminare il silenzio

di questo nostro non dire

per .rispetto del buio assonnato,

ad illuminare queste mani

che toccano, lente

fino al mattino.

ISABELLA

LEGGERE IL TEATRO

Le parole che fanno scena. Dalla buca del suggeritore.

(Martedì 20 marzo 2001)

Abbiamo letto brani tratti da:
T. STOPPARD, Rosencrantz e Guildenstern sono morti, Sellerio, Palermo, 1998;
D. PENNAC, Ultime notizie dalla famiglia, Feltrinelli, Milano, 1997

D. THOMAS, Sotto il bosco di latte, Guanda, Parma, 1992
W. SHAKESPEARE, La Tempesta, nella traduzione in napoletano di Eduardo De Filippo, Einaudi, Torino, 1984

Ci ha accompagnato la musica di 

T. WAITS, Lucky day overture (tratto da The Black Rider ) e Chocolate Jesus (tratto da Mule Variations), E. SATIE, Gymnopédies 1 & 3 (Orch. Debussy) e J. B. LULLY, Marche pour la cérémonie des Turcs (da Le Bourgeois gentilhomme).
 

1-       Così forse, potrei salvarmi, passare inosservato.. la testa girata da un lato, le braccia così.. aperte, le gambe scomposte, come dopo una caduta.

2-       Niente è meno convincente di una morte poco convincente.

1-       Si, ma mai ci si sente tanto vivi come quando si rappresenta un morto.

MARZIA

 

1 Morire. Lasciarsi andare. Nella vita come sul palcoscenico. Avanti, tu sei un attore, in fondo….come tutti gli altri..

2 Niente è meno convincente di una morte poco convincente.

1 Ma alla fine la morte non ti guarda morire.

DANIELE

 
1 Non si è sentito il rumore, il tonfo del corpo sul palco, come se tu fossi caduto su una nuvola o un mucchio di paglia e fossi affondato senza lasciare traccia sonora, solo un impronta, la tua ombra.

2 Niente è meno convincente di una morte poco convincente.

1 Eppure ho trattenuto a stento le lacrime, forse per l’inconsistenza del tuo essere, per questo tuo non aver lasciato traccia , subdola assenza della tua esistenza. Un addio dal niente al niente.

per info tel.3287694555 - email: raabe@iol.it

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