La vita

        ITALO CALVINO

ITALO CALVINO, Il barone rampante, Torino, Einaudi, 1964 (1957)

Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondo, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell'ora, nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d'andare a desinare a metà del pomeriggio. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: - Ho detto che non voglio e non voglio! - e respinse il piatto di lumache. Mai s'era vista disubbidienza più grave.

Italo Calvino nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, un villaggio vicino all'Avana (Cuba), dove il padre dirige una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola d'agraria. Dal padre agronomo e dalla madre botanica riceve un'educazione rigorosamente laica. Nel 1925 la famiglia Calvino ritorna in Italia, e si stabilisce a San Remo, nella Villa Meridiana che ospita la direzione della Stazione Sperimentale di Floricoltura, dove Calvino vive «fino a vent'anni in un giardino pieno di piante rare ed esotiche». Nel 1927 nasce suo fratello Floriano, futuro geologo di fama internazionale, mentre nel 1929 frequenta le scuole Valdesi, nel 1934 supera l'esame per il ginnasio-liceo "G. D. Cassini" e completa la prima parte del suo percorso scolastico. 
Il primo contatto con la letteratura avviene all'età di dodici anni, quando scopre Kipling e il suo "Libro della giungla". Legge riviste umoristiche e presto inizia a disegnare lui stesso vignette e fumetti. In quegli anni nasce la passione per il cinema, che lo accompagnerà per tutta la sua adolescenza. 
"Quando ... ero entrato nel cinema alle quattro o alle cinque, all'uscirne mi colpiva il senso del passare del tempo, il constrasto tra due dimensioni temporali diverse, dentro e fuori del film. Ero entrato in piena luce e ritrovavo fuori il buio, le vie illuminate che prolungagano il bianco-e-nero dello schermo. Il buio un pò attutiva la discontinuità tra i due mondi e un pò l'accentuava, perché marcava il passaggio di quelle due ore che non avevo vissuto, inghiotto in una sospensione del tempo, o nella durata d'una vita immaginaria, o nel salto all'indietro nei secoli. Un'emozione speciale era scoprire in quel momento che le giornate s'erano accorciate o allungate: il senso del passare delle stagioni ... era all'uscita del cinema che mi raggiungeva."

Scoppia la guerra e finisce la sua belle epoque sanremese. Si avvicina a Montale che resterà tra i suoi poeti prediletti. Inizia a scrivere brevi racconti, testi teatrali e poesie. Cresce il suo interesse per temi sociali e politici. Conosce Eugenio Scalfari.  Legge Huizinga, Montale, Vittorini e segue con attenzione le vicende del risveglio dell'antifascismo clandestino. Nel 1941, conseguita la licenza liceale, si iscrive alla Facoltà di Agraria dell'Università di Torino. Dopo la morte di un giovane combattente, chiede ad un amico di presentarlo al PCI, in seguito insieme al fratello si arruola e combatte per venti mesi uno dei più aspri scontri tra partigiani e nazifascisti. Nel frattempo i genitori sono sequestrati dai tedeschi. Finita la guerra e liberati i genitori, nel 1946 comincia a gravitare attorno alla casa editrice Einaudi, vendendo libri a rate. Su esortazione di Pavese inizia la stesura del romanzo che conclude negli ultimi giorni di dicembre: "Il Sentiero dei Nidi di Ragno".

 

segue prossimamente...


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