FLORA

Il Parco del Circeo è caratterizzato da ambienti ben definiti che si differenziano l’uno dall’altro, anche dal punto di vista floristico. I nuclei principali del parco sono:

  1. il massiccio del monte Circeo;
  2. la duna litoranea che si estende da Torre Paola, alla base del monte Circeo fino a Capo Portiere, delimitata dai laghi costieri retrodunali e dal mare Tirreno;
  3. la foresta demaniale, situata all’estremità meridionale della piana pontina;
  4. i quattro laghi retrodunali con le limitrofe zone umide;

 

  1. FLORA DEL MONTE CIRCEO
  2. Il promontorio del Circeo è coperto da una vegetazione tipicamente mediterranea. Peraltro questa presenta struttura e composizione diversa nei suoi due versanti principali.

    Versante meridionale

    La parte media e alta del monte, con vegetazione molto compatta, è costituita dalla macchia alta e bassa. Floristicamente è dominata da uno strato arborescente di leccio con abbondante orniello, corbezzolo, lentisco, erica e ginestra. La macchia bassa è maggiormente diffusa nella parte inferiore del monte ed è dominata da lentisco, fillirea, mirto, oltre al leccio che peraltro ha forma cespugliosa. Molto interessante è la presenza di vari esemplari di palma nana, l’unica palma spontanea vegetante in Italia. Su tutte le rupi e gli scogli a ridosso del mare, troviamo un raggruppamento discontinuo caratterizzato da cuscini di limonio, molto addossati al suolo, finocchio marino e ciuffi compatti di gramigna delle spiagge cui si associa talvolta l’enula.

    Versante settentrionale

    La vegetazione del versante settentrionale nel Circeo è costituita da un bosco di piante con foglie coriacee sempreverdi largamente dominate dal leccio. Nella parte basale, peraltro, vi sono esemplari sparsi di farnetto, roverella, carpino nero e carpino bianco, penetrazioni della limitrofa foresta planiziaria. Altre specie arboree o arboscenti ben rappresentate sono fillirea, orniello, corbezzolo, erica arborea e alaterno. In oltre, si osserva la comparsa di specie più mesofile, alcune non mediterranee quali sughera, albero di Giuda, alloro, ginestra dei carbonai, olmo campestre, pungitopo e la rara lattuga dei boschi.

  3. LA DUNA LITORANEA

La duna litoranea si divide in

 

 

Zona vicino al mare.

Dopo la zona lambita dalle onde del mare, priva totalmente di vegetazione, si trova una prima fascia di specie erbacee pioniere (adatte cioè a vivere in condizioni di notevole aridità e in ambianti a forti concentrazioni saline). La fascia è molto discontinua, infatti, ogni pianta che vive in quest’ambiente, ha bisogno di notevole superficie per potersi accrescere e sviluppare. Segue una formazione caratterizzata da due specie erbacee a grossi ceppi, dotate di un profondo ed esteso apparato radicale. Esse sono la gramigna delle arene e lo sparto pungente.

 

Zona alta del versante marino e cresta.

La parte alta del versante marino, così come la cresta pianeggiante della duna, è occupata, in modo più o meno compatto, da una macchia dominata da ginepro coccolone. Questi riesce a fissarsi saldamente al terreno sabbioso ed esercita un’efficace azione protettiva nei confronti di numerosi altre specie, le quali vegetano al riparo dei suoi grossi cespugli. Assieme al ginepro, troviamo altre specie arbustive quali il lentisco e la fillirea.

Fra le piante arboree di questa formazione è presente il leccio, che, però, ha sempre portamento arbustivo a causa della severità dell’ambiente, in particolare dei venti, che ne impediscono l’accrescimento in altezza. Ciò si può dire anche per le sporadiche piante di pino marittimo.

 

Versante verso il lago.

Il versante verso il lago della duna è occupato, in gran parte, da una macchia alta con prevalenza di Leccio, con la presenza d’erica arborea. Questa, dal punto di vista floristico, differisce poco dalla macchia che occupa la cresta dunale. Nel versante lacustre, diminuisce, sensibilmente, il ginepro coccolone, mentre aumenta il leccio ed il cedro liscio. La vegetazione è situata, sempre, su di un terreno molto povero, anche per l’influenza del lago sottostante, ed è caratterizzata dal bosco sempreverde, dominato da leccio e sughera.

  1. LA FORESTA DEMANIALE

La foresta demaniale è costituita da un'ampia zona boschiva ben delimitata da strade. I principali tipi vegetazionali individuabili nella foresta demaniale si possono così suddividere:

 

  1. I LAGHI RETRODUNALI E LE ZONE UMIDE

La vegetazione delle aree con acqua più o meno stagnante è tipicamente palustre. È costituita, quasi esclusivamente, da vistose piante erbacee perenni che formano dei raggruppamenti densi e compatti, mescolati fra loro o a singoli popolamenti puri. Il raggruppamento più diffuso è quello a cannuccia che si trova lungo tutte le sponde dei laghi, nelle aree palustri, nonchè lungo le sponde dei canali e dei fossi. Alla cannuccia si associa, talvolta, la cannella spondicola a ciuffi piuttosto compatti. Un’altro raggruppamento molto diffuso è quello dei giuncheti, ciuffi di tifa maggiore, con le sue grosse spighe a scovolino. Nelle aree sabbiose, lievemente rialzate, si trovano, di frequente, la gramigna delle arene e l’enula. Completano il quadro della vegetazione compatte distese di salicornia, caratteristica per i loro fusticini arrossati nell’autunno. Si tratta di piante quasi tutte a grossi cespi, dotate di robusto apparato radicale affastellato o costituito da lunghi rizomi, che si spinge profondamente nel suolo melmoso. Fa eccezione la salicornia che, fra le specie citate, è l’unica pianta a ciclo annuale. IMMAGINI

Video sottobosco

Video cespuglio

Video ceppaglia

Video edera

Video semi edera

Video fiore

Video zona rigenerata

Video bacca

Video muschio

Video quercia

 

 

FAUNA

La pianura pontina e il monte Circeo, prima degli interventi della bonifica, erano popolati da una fauna ricca e abbondante, che comprendeva specie di ambiente marino, paludoso e anche montano. La natura del terreno impraticabile a causa delle paludi, la fitta vegetazione, la rara presenza umana dovuta al clima ostile, facevano delle grandi distese di boschi, il regno di grossi e piccoli mammiferi. Vivevano in queste zone cinghiali, cervi, caprioli, lupi, lontre, puzzole, faine, volpi, tassi, scoiattoli, istrici, gatti selvatici e molti altri animali. Anche gli uccelli erano numerosissimi, sia quelli prettamente silvani che quelli acquatici. La bonifica, avvenuta negli anni trenta, provocò una violenta trasformazione delle condizioni originarie. Scomparirono le paludi e tutti gli ambienti umidi; sparì quasi completamente l’immensa selva di Terracina. Il profondo cambiamento dell’ambiente allontanò molte specie animali che non trovarono più il loro naturale habitat. Molte delle specie originarie sono oggi estinte. Il cervo, il capriolo, il lupo, il gatto selvatico, la martora sono scomparsi, altre specie come la lontra, l’istrice, lo scoiattolo sono diminuite notevolmente. Anche il numero degli uccelli acquatici si ridusse drasticamente in quanto, prosciugate le enormi distese paludose, rimasero solamente i laghi costieri per accoglierli. Comunque oggi si può dire che la situazione non è poi così negativa come si potrebbe pensare. La presenza di un Parco nazionale ha garantito, nel tempo, il rispetto della fauna. Nella descrizione della fauna che oggi popola il Parco nazionale del Circeo non si può separare dai diversi ambienti che lo caratterizzano. Infatti abbiamo tre realtà distinte che concorrono a costituire tre differenti habitat:

  1. il promontorio del Circeo
  2. la foresta planiziaria
  3. le zone umide e la duna costiera.

 

 

  1. PROMONTORIO DEL CIRCEO

Il promontorio del Circeo è, purtroppo, la zona più povera dal punto di vista faunistico. La caccia esercitata in passato e, soprattutto, l’eccessivo sviluppo urbanistico, sono, certamente, le cause di questo impoverimento.

 

  1. FORESTA DEMANIALE

Gran parte della fauna stanziale del parco popola la foresta demaniale, bandita di caccia. Gli animali hanno trovato in essa rifugio e riparo dai cacciatori, quando negli altri territori venivano concessi permessi di caccia.

 

 

  1. ZONE UMIDE E ZONA COSTIERA

Dal punto di vista faunistico questa è, senza dubbio, la parte più interessante del parco. Essa rappresenta, per l’avifauna, una delle aree più importanti d’Italia. Vi sono quattro laghi costieri (Fogliano, Monaci, Caprolace, Paola o Sabaudia), importantissimo biotopo dei Pantani dell’Inferno, una serie di canali di bonifica, piccoli stagni, soprattutto stagionali, e la duna costiera. Tutti questi ambienti sono il regno dell’avifauna acquatica.

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