Quintodecimo

di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno)




L'amuleto di Quintodecimo




Per chi ha letto il mio libro “Religiosità cattolica a Quintodecimo”, ed. SIMPLE del 2018, abbiamo già incontrato sulla strada di Quintodecimo l’ Esposizione Nazionale di Torino del 1898 quando parlai del Mussini. Torniamo nuovamente a quell’anno in quanto troviamo Quintodecimo stavolta citato nell’interessante CATALOGO DESCRITTIVO degli AMULETI ITALIANI a cura del Dott. Giuseppe Bellucci (Perugia 1844-1921) stampato a Perugia proprio nel 1898. Costui fu un’eminente figura di naturalista, antropologo e paleontologo, negli anni a cavallo del ‘900, nonché studioso di tradizioni popolari che compì lungo tutta la penisola. Il Bellucci dedicò agli amuleti molti anni di studi che lo portarono indubbiamente ad esserne il maggiore studioso e cultore nazionale. L’incontro con Quintodecimo avviene nel 1881 in una campagna di allargamento della collezione che vede il ricercatore estendere le sue ricerche dalla sua Umbria alle zone limitrofe della Toscana e delle Marche. Egli rintraccia nel nostro borgo, purtroppo non sappiamo con chi venne a contatto, un piccolo amuleto che i paesani sono usi portare in tasca e che dicono sia valido a guarire le emorroidi per chi ne soffra. Si tratta di una semplice Castagna d’India, frutto della nota piante Aesculus Hippocastanum Linneo, per altro assai poco comune a Quintodecimo dove i castagneti coltivati sono della specie del Castagno europeo (Castanea Sativa Miller) che non appartiene neppure alla famiglia del castagno d’India. Giuseppe Bellucci inserisce il ritrovamento nella sua collezione che espone a Milano nel 1881 in un allestimento montato su sei tavole e di ben 176 amuleti. Per vedere l’amuleto di Quintodecimo occorre però aspettare il 1901 con la pubblicazione dell’Atlante del Catalogo sopra citato, contenente 40 tavole in fototipia di quanto esposto 3 anni prima a Torino. Il tomo contiene la descrizione del Bellucci per il frutto di Quintodecimo a pagina 22 e la sua raffigurazione nella Tavola 39, Gruppo Tav. 14, n. 6. Nei giorni in cui scrivo, l’amuleto è stabilmente visibile in una teca presente nella esposizione permanente della collezione “Giuseppe Bellucci” allestita presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria di Perugia, nell’area del chiostro maggiore, ed è una raccolta di interesse etnoantropologico tra le maggiori in Europa nel suo genere.

Ho sentito diverse voci narranti degli anziani di Quintodecimo ed il ricordo di questa tradizione è presente ma flebile. Solo in pochissime famiglie, dove è coincidenza(?) presente un anziano Quintodecimano “oriundo”, ho trovato l’usanza di prendere una castagna d’India e di porla sopra un termosifone caldo per l’effusione in aria dell’estratto della castagna a protezione di raffreddori e malattie respiratorie (uso forse portato dal proprio paese d'origine). Della protezione contro le emorroidi si è completamente persa ogni traccia al pari della consuetudine di portare una castagna “matta” in tasca e la maggior parte degli abitanti non ne hanno mai sentito parlare.





IL CATALOGO DEL 1898 E LA CHIESA DI SAN DOMENICO CON IL CHIOSTRO CHE OSPITA IL M.A.N.U.




L'ATLANTE DEL 1901 CON LE IMMAGINI DELL'ESPOSIZIONE DI TORINO E L'AMULETO DI QUINTODECIMO N.6




LE SALE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DELL'UMBRIA ED IL DOTT. GIUSEPPE BELLUCCI




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