“ BALLATA DELLA III C ”

 
 

Amici cari amici sinceri

Amici di oggi amici di ieri

voglio cantarvi questa ballata

or che la festa è cominciata.

 

Prima di tutto rivolgermi vorrei

ai professori signori miei!

Veggo tra voi felice e spensierata

un’amica di vecchia data,

tipo allegra strana alla mano

la dolce signora d’italiano

che ..solo e pensoso…per i diserti passi

studiar mi fece finchè promosso fossi

e dure ore passate sul banco

a studiare latino, fantasma bianco.

Studio duro, cattivo vorace

che mai dette a noi pace.

E quanti di noi non monti e mari

ma studiavisse , amavisse, laudari.

Ma sul latte versato pianger non si dovrà

dovrem ancor piangere su quello che verrà.

 

Ma lasciam perdere le spine dolose

parliam di rose parliam di mimose.

Materia d’ormoni, vitamine  e conoscenze

materia affascinante quella di scienze.

E anche se non sappiamo ben i vegetali

L’importante è l’uomo le sorche i maiali,

come ci disse la cara Ornella,

candida professoressa, angelo in gonnella.

Che sempre ci ammonì a non esser sbracciati

ma coperti ammantati

altrimenti altro che dolce odore,sarebbe puzza

sarebbe fetore,

augurio sincero,mio e di tutti

non più malattie ne doli ne lutti.

 

Mi proietto ora a 45° gradi

su uno dei professori  più amati

unico nostro,geometrico il suo pensiero,

un applauso amici a Giontella Veniero,

sommo pittore che nella fresca mattina ci

insegna l’arte romana e bizantina

e figure piane le fece troncate

per farne sezioni tratteggiate.

Sempre gentile, snodò ogni intoppo

con noi molto buono, forse anche troppo.

 

 Lato per lato per il quadrato, per l’ipotenusa

ispirami mia dolce musa,

beve essenza di radicali

il nostro prof. con gli occhiali

e senza alcuna disequazione

gira uniformemente il bottiglione

è il nostro professore più nuovo

il genio matematico Celi Francesco

ma non si pensi rigido e duro

ma un tipo bravo, comprensivo, lo giuro

che ci aiutò nei momenti cruciali

a togliere gli irrazionali dai radicali

e ancor ci disse di Cartesio e Ruffini

con cerchi parabole e problemini

e se degli ultimi discussione non fece

arrivò tardi ad anno inoltrato e cercò

di colmare le lacune dell’anno passato

ed un po’  ce la fece signori miei.

Infatti i nostri voti son compresi

dall’uno al sei.

 

Volate ragazzi  in ciel come angeli

sgambate tra reti ostacoli e paletti

sudate forte ed a denti stretti

e non fate gli zompafossi

come fecero Cianchetta e Rossi.

Imparate a palleggiar nelle vicinanze

zompate il caval,impugnate la vanga

impegno soprattutto e applicazione

altrimenti cerotti e operazioni.

Comunque è stata una bella stagione

Eccetto che per il nostro cicerone

che nulla faceva tutto rompeva

ed alla fine l’esonero otteneva.

 

Mi chiamava debosciato,imbecille disgraziato

fu colui che mi mandò fuor di classe per un po’

di Foligno il sapientone

fresco fresco dall’armata

lasciò su la propria amata

per venire in questo paese

ad insegnar la lingua inglese

e purtroppo ad ottobre non ci sarà

ma anche per lui evviva urrà.

 

Mentre qui ragazzi se magna

arriva la nostra cara compagna

vestiti allegri vari e belli

cambia ogni giorno la dolce Antonelli.

E se gli gira pure la luna

cambia ogni cosa la nostra Bruna.

Parla di Socrate a denti stretti

per inculcarci i suoi concetti

mentre mette i voti a matita

quando parla dello stagiritta;

poco capiamo,mentre diciamo

di Platone ed i sofisti di Samo.

Il suo pensiero è sempre costante:

vede rosso ad ogni istante.

 

Una capra, una vacca, un caprone

discende dai monti

Il sindaco di Vagone,che a Terni arriva

dalla stazione

e ci parla di tutto fuorché di religione.

Dice sempre “pulite ho le mani”

il suo amor è per i democristiani

e quando noi facciamo macello

dice: uno stronzo per volta figliolo bello.

Parla sempre di amore e me ne stanco

ma è un bravo bardascio il nostro Franco.

 

Di questi signori lo scopo è uno solo

dopo 5 volte farci capire al volo

e perciò giudizio della corte

è morte, morte e poi morte!

Capirete che in fondo ho scherzato

ma volli dire niente di sgarbato

ma ogni cosa ha i suoi lati belli e brutti

come quell’onda fresca tra i flutti.

E per concludere questa rima

su con la vita, amici come prima.

Non servono a niente i rimpianti

guardiamo al domani guardiamo avanti!

 

                                      Sandro Andreani