Vorrei sottolineare, ancora, un altro grave problema che è emerso soprattutto negli ultimi anni e che ha dispiegato i propri effetti non solo nel corso dell'attuale gestione: gli infortuni. A tal proposito ho sentito il seguente commento negli spogliatoi: "Che ne pensate, la prossima volta, di convocare Pio al posto di Gianni o di Rino?" Chi conosce Pio sa che, oltre a essere il padre di Enzo Gianni e Rino, è stato, tra l'altro, un valente ballerino, ed è tuttora un formidabile camminatore (guai a offrirgli un passaggio in macchina per tornare a casa, nonostante la salita che deve affrontare). Ma, quanto alle sue doti di calciatore mi permetto di nutrire seri dubbi. Eppure, tale è la nostra disperazione, che arriveremmo anche a questo. E c'è stato più d'uno che guardando mio nipote di undici anni, che avevo portato occasionalmente con me, tirare qualche calcio al pallone, non ha esitato a proporlo come possibile giocatore. E lui, il ragazzino, esile com'è, ci starebbe pure, sennonché sono io che glie lo vieto, e non solo e non tanto per paura che qualcuno lo triti, quanto per la necessità di preservarne il più a lungo possibile l'integrità morale, per quanto a quell'età sia già sufficientemente intaccata. Fu infatti lo stesso Francesco - il nipote in questione - alla fine di una partita cui aveva assistito per la gioia di vedere all'opera due tra i suoi più amati giornalisti sportivi (Rino e Giorgio!), fu lo stesso Francesco, dicevo, a chiedermi aggrottando le sopracciglia: "Ma chi è quello che bestemmiava l'eterno riposo? Non l'avevo mai sentita, prima, una cosa così". L'autore di quelle esclamazioni fuori dalla norma appartengono, inutile nasconderlo, a un altro Francesco, detto Franco, che è stato uno degli acquisti del mercato autunnale.