Dunque Ilario voleva ripercorrere (e portare a termine) il cammino intrapreso da cotanti predecessori! Dove avevano fallito Matè e Almonti, mi domandavo in modo ossessivo, sarebbe riuscito Ilario?
Considerate le mie esperienze precedenti e la fama di Ilario - una mezza specie di smemorato di Collegno - ero comprensibilmente scettico. L'unico vantaggio che vedevo era nel progetto, molto meno ambizioso e assolutamente non remunerativo, ma molto più stimolante dei due precedenti, grazie alla presenza delle nostre belle persone.
Così, in preda ad un attacco di narcisismo fallico, volli mostrare entusiasmo e fede nell'impresa di Ilario e gli confidai i miei sentimenti al riguardo. Ne nacque una discussione molto profonda, condotta in modo serrato fino all'alba, che forse non tutti saranno in grado di comprendere. Il succo, comunque, è questo: Ilario giurò che avrebbe portato a termine la sua opera per S. Martino, io dissi forse per Natale. Lui ribatté: sicuramente entro Capodanno, io dissi nemmeno per la Befana. Lui incalzò: al massimo per S. Valentino; io di rimando manco per Carnevale. Ilario, dogmatico e definitivo: entro Pasqua! Se ce la fai per il Primo maggio, continuai, ti offro un piatto di virtù e pure due mazzarelle al sugo. Va bene, è andata, concluse Ilario, sarà tutto pronto prima della chiusura delle scuole!