Abbiamo ricevuto in redazione il 28 aprile 2000 una mail tanto inattesa quanto commovente e ironica (in perfetto stile "calciatore del Playground oramai anche uomo fatto") che dovrebbe
servire da stimolo a voi tutti, o pigri e sonnecchianti lettori e calciatori. Prendete esempio: svegliatevi e
producete scritti!
Lo scritto di Andrea è davvero pregevole e mostra, insieme, la sua straordinaria capacità
di rievocare gli spettri del passato e la nostra abilità nel restare sempre noi stessi,
statici, quasi pietrificati ormai, ma pur sempre in grado di passare alle nuove generazioni i rudimenti del calcio
e dei buoni calci. Buona lettura e un grazie immenso ad Andrea.
28 aprile 2000
Caro Prof. questa non te l'aspettavi!
Io,
Andrea, uno dei più scarsi, ma anche uno dei più generosi nella
storia del vostro calcetto, ho deciso di farmi avanti per ringraziare te
di avermi citato nella prestigiosa rosa (citazione dovuta visto
l'elevato numero di presenze (100?)) ma, soprattutto,
per dare merito all'intero gruppo per l'essenziale contributo dato alla
mia formazione calcistica (e non solo!).
Così oggi io, vostro allievo, posso non sfigurare sui campi di calcetto
bolognesi avendo a mente i principi di
marcatura, pressing, anticipo e
ottimizzazione delle energie da voi "tramandatimi", ma anche grazie alla
limatura di ciò (il mio piede) che in principio fu
aratro, poi
vanga
e, infine,
"delicato martello".
Ovviamente sono pronto a smentirmi alla
vostra prossima convocazione.
Vari sono stati i campi da me
"coltivati": prima quello della
Gammarana, dove ho esordito (era il
1987??), poi quelli di
Cufari e
dell'
Interamnia, fino agli anni del
Playground (dove peraltro ho giocato
poco, vista la mia scarsa presenza a Teramo),
senza dimenticare le partite alla
Molinari, alla palestra dei
Geometri e
in qualche campo da 11.
Di questa lunga esperienza ricorderò: le tue
perfette chiusure difensive e il tuo uso ragionato della
"stoccata"
(campo in cui tu avevi un degno assistente in
Michele), il gioco a testa
alta di
Rino, gli infiniti dribbling di
Enzino, i tiri da ogni posizione
di
Gianni, il moto perpetuo di
Lanfranco, il fiuto del gol di
Danilo, i
giochi di gambe di
Ilario e, tornando indietro nel tempo, anche
le
"madonne" di
Giancarlo e i gol del bomber
Petrella (ma forse ora sono
andato troppo indietro con i ricordi!).
Mi auguro che questa testimonianza non vada persa, e spero di poter
presto rigiocare con tutti voi per dimostrarvi che, in fondo in
fondo, sono e sarò sempre un grande scarpone!
Grazie di tutto. Un abbraccio.
Andrea